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venerdì, Marzo 29, 2024

Bergamo City Trail Millegradini 2016: i gradini del tempo. Le storie e le immagini delle scalette più famose della competizione.

Bergamo City Trail Millegradini: il 18 settembre, la gara di trail running a coppie firmata asd Runners Bergamo condurrà gli atleti in un sorprendente viaggio alla scoperta delle scalette di collegamento fra città bassa e città alta. Gradini dalla storia secolare, che si sviluppano in mezzo a ville signorili e paesaggi agricoli. Un itinerario di 16 km con 800 m di dislivello positivo disegnato nel cuore della città, tra le mura venete e il castello medievale.

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Scaletta delle More – ph. © Cristian Riva www.cristianriva.it

Le scalette di Bergamo sono l’antico mezzo usato, oggi come ieri, per collegare la parte bassa e quella alta della città. Vere e proprie gradinate o passaggi acciottolati che tagliano i declivi su cui si estende l’abitato, sono l’alternativa rapida e “green” ai tornanti asfaltati percorsi dagli autobus e alla suggestiva ma poco capillare funicolare.

I cittadini le salgono e scendono quotidianamente per spostarsi tra i quartieri, gli sportivi – e i corridori in particolare – le hanno elette a palestra di allenamento. A questi è dedicata la Bergamo City Trail Millegradini, competizione atletica il cui percorso è studiato proprio per interessare le più caratteristiche tra le molte scalette della città; ripide o dolci, in mezzo agli orti o tra le ville, da una porta veneziana a un castello medievale, i loro gradini hanno spesso una storia di secoli.

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Santa Lucia – ph. © Cristian Riva www.cristianriva.it

SANT’ALESSANDRO
La scalinata Sant’Alessandro mette in comunicazione la città bassa con l’omonima via e apre lo scenario della città alta. I gradini cominciano da via Nullo, lasciando moderni condomini e palazzetti neoliberty per condurre in un altro mondo: acciottolato, archi ciechi, mura di pietra, belle ville con giardini ed eleganti colonnine.
Giunti alla sommità dei 150 scalini ci si può dirigere verso porta San Giacomo, notissima e visibile anche da Città Bassa, in lucente marmo e con il veneziano leone di San Marco sul frontone. Da qui si accede allo scrigno antico di Bergamo: le mura, Piazza Vecchia, il centro storico, la funicolare per San Vigilio… in un letterale salto dal presente al passato.

SANTA LUCIA
Lungo il tragitto verso il cuore della città alta si apre la scaletta Santa Lucia, che scende stretta e incassata tra due muri, dapprima ripida poi più dolce, per duecento gradini. Al termine si giunge all’omonima rotonda da una scala a doppia rampa in pietra con una piccola fontanella, alle spalle la storica villa Tentorio. Il tragitto si snoda tra muri a secco e ombrosi giardini delle belle case che si affacciano sull’acciottolato, per poco più di 300 metri.

DEL PARADISO
Dalla rotonda di Santa Lucia si torna a salire attraverso la scaletta del Paradiso: una delle più raccolte e caratteristiche. Parte a gradini, parte a selciato in dolce ascesa, offre il riparato abbraccio di alti muri in pietra e la vista su Santa Lucia e la città.
La scaletta si biforca ad un tratto: a sinistra, salendo, il ripido vicolo del Paradiso; a destra prosegue il tragitto verso via Tre Armi e la Cannoniera di San Giovanni. Questa costruzione militare di origine veneziana è tuttora accessibile: due ampi spazi a volte custodivano appunto i cannoni, puntati verso l’esterno attraverso apposite aperture; essi tuttavia non spararono mai, poiché la fortezza non è stata attaccata né assediata in tutti i suoi secoli di storia.

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Paradiso – ph. © Cristian Riva www.cristianriva.it

FONTANABROLO
Di nuovo in discesa lungo la scaletta Fontanabrolo, la più ripida e ardua del tracciato. Da via degli Orti conduce lungo circa trecento gradini a via dello Statuto, tra muri pietrosi, terrazze coltivate e campi. Sulla destra, scendendo, un antico canale scolmatore affianca gli scalini. La visuale è affascinante, sulla Conca d’Oro, i tetti e le facciate delle ville, fino al campanile di Santa Grata.

MORE
Per tornare a Città Alta è d’obbligo scegliere la scaletta delle More, che si inerpica tra orti soleggiati fino a Borgo Canale. Lungo il tragitto possiamo occhieggiare i giardini attraverso archi e cancelli, godendo completamente del verde tutto intorno.
Alla sommità Borgo Canale, con la chiesa di Santa Grata inter vites, cioè “tra le viti”: luogo di culto medievale sorto sul luogo di sepoltura della compatrona di Bergamo, è affrescato dalla curiosa opera settecentesca del Bonomini; una sorta di danza macabra con scheletri dai volti di persone reali del borgo di allora.

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Scorlazzone – ph. © Cristian Riva www.cristianriva.it

SCORLAZZINO E SCORLAZZONE
È curioso che il tratto forse più famoso della rete di scalette della città – l’accoppiata Scorlazzino e Scorlazzone – incominci da via San Martino della Pigrizia: non è proprio per pigri questa ascesa, anzi è il cuore della corsa e probabilmente la rampa più amata dagli atleti della Millegradini.
Scorlazzino è incastonata tra Sudorno e Borgo Canale, l’apice – in tutti i sensi – di Bergamo: l’occhio spazia dai campanili e dalle torri di Città Alta alla distesa del territorio circostante, nell’atmosfera quieta e antica che introduce a San Vigilio. Una breve sosta alla fontana a muro e si prosegue fino a che termina Scorlazzino e incomincia Scorlazzone, collegamento tra via Sudorno e San Vigilio. 500 metri in forte pendenza, in parte a gradini in parte a mulattiera, con vista su una delle antiche perle della città: l’ex monastero di Astino.
Il complesso ha radici davvero lontane: sorge nel 1107 quando alcuni monaci vallombrosani scelgono l’omonima valle per insediare il loro operoso ritiro e la chiesa del Santo Sepolcro. Oggi Astino ospita eventi gastronomici e culturali, mostre, bistrò, con attenzione alla valorizzazione ad alla conservazione ambientale e delle tradizioni. Da questo simbolo storico a un altro, forse ancor più famoso: San Vigilio.

CASTELLO DI SAN VIGILIO
Circa centosessanta gradini conducono a una delle mete più amate di tutta Bergamo: il colle San Vigilio con la chiesa ed il castello. La pendenza lieve e la brevità del tratto sono bilanciate dall’unicità dell’atmosfera. Un primo insediamento era già presente qui, a 495 metri di altezza, nel IV secolo d.C. o forse sin dall’epoca romana; dall’899 è un’area fortificata e nel 1166 divenne vero e proprio castello; il culmine della sua importanza militare è raggiunto nel ‘300 e nel ‘400, quando i duchi di Milano e i Veneziani lo ampliano e modificano. Oggi il castello è meta di turisti da molti paesi: infatti è ancora visitabile, suggestivo il passaggio segreto che lo collegava al forte di San Marco.

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Fontanabrolo – ph. © Cristian Riva www.cristianriva.it

SAN LORENZO E SEMINARINO
Gli ultimi metri della Millegradini prevedono in realtà ben pochi scalini – quelli che portano giusto in facciata alla chiesa di san Lorenzo – ma in cima ad essi si trova un curioso testimone della vita antica della città. In cima ad una breve scaletta acciottolata la chiesa nasconde infatti la Fontana del Lantro: una fonte a doppia vasca nell’interrato dell’edificio; un bacino più piccolo, rialzato, comunica con la piscina maggiore, quadrata, costruita in pietra. Un pilastro centrale sorge dall’acqua e ad esso si appoggiano gli archi della volta perfettamente conservati. La fonte è alimentata da due sorgenti e data sin dal X secolo: dapprima collocata all’aperto, è stata interrata nel ‘300 e rimasta utilizzata solo come lavatoio fino agli anni Cinquanta del Novecento. Oggi è visitabile in specifici giorni d’apertura.
Il percorso della gara piega a destra e il traguardo è presso un altro storico luogo bergamasco, ben in vista, questo, e noto a tutti: il Seminarino. Nato nel 1517 come seminario per la formazione dei giovani sacerdoti, dal 1840 è il più antico oratorio della diocesi; ancora adesso nel suo chiostro seicentesco si portano avanti attività formative e di svago per i ragazzi.

Questa è l’ultima tappa della Millegradini, ma ci sono tante altre scalette da scendere e salire: qualcuna altrettanto famosa, molte nascoste e meno conosciute; chissà che non spingano runner ed appassionati a raccogliere la sfida di correrle tutte.

Elena Villa – Montagna Express

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