Un ādrago da domare”, ĆØ questa la più azzeccata definizione, sentita in questi giorni di permanenza nella cittĆ alpina di Chamonix in Alta Savoia, Francia. La più bella immagine che mi sono portata a casa dal TDS ĆØ il passaggio presso il Col Joly dopo 86 faticosi km con alle mie spalle la luna piena e di fronte il tramonto del sole – a cura di Marina Plavan

119 km con 7.250 m di dislivello positivo, partenza da Courmayeur e arrivo a Chamonix, lo start alle ore 6.00 di mercoledƬ 26 agosto 2015.
Delle quattro gare organizzate in questa settimana a Chamonix in occasione del Tor des GĆ©ants, la TDS (Sur les Traces des Ducs de Savoie) viene definita la più selvaggia e la più difficile e ne ho compreso il significato. Nel vedere lāaltimetria della competizione sembrava di leggere un elettrocardiogramma un poā agitato, un su e giù molto repentino con delle salite infinite, le discese erano pietrose e quindi molto tecniche. 1800 quasi i concorrenti, 14 ore previste per il primo, 33 h invece il tempo massimo.
Questa era la prima volta che mi cimentavo su un percorso cosƬ lungo, e non avrei incontrato nessun volto famigliare quindi ho dovuto gestirmi bene le crisi di stanchezza, soprattutto quelle di stomaco che ho avuto nella seconda parte della gara, scatenate dal caldo infernale sprigionato in quota nei giorni di gara. Dunque partenza da Courmayeur alle ore 6, sveglia alle 3.00 di notte, pochi i volti conosciuti al via, sui pettorali bandiere di tutto il mondo.
Approfittando della frescura la salita verso il Mont Favre e il Col Chavanne ĆØ stata buona, poi una lunghissima discesa verso Alpetta da cui si ricominciava a salire verso il Colle del Piccolo San Bernardo, dove tanta gente ci aspettava per incitarci. Di qui giù per la via romana verso Bourg St. Maurice, da dove cominciava, secondo me, la gara vera e propria; da questo punto non si ĆØ più scherzato! Salita a Fort de la Platte, in questo tratto di gara ho incominciato a incontrare le prime persone in difficoltĆ soprattutto per i colpi di calore, poi Col de la Forclaz e Passeur de Pralognan per poi giungere al Cormet de Roselend, luoghi fantastici, favolosi, natura selvaggia di alta montagna, per non parlare del Col de la Sauce, la Gitte e infine il Col Jolyā¦
Tutti questi posti li ho attraversati di giorno e poi di nuovo la favolosa luna, praticamente piena, che ci faceva luce accompagnandoci da Les Contamines, attraverso il Col Tricot fino a Les Houches e poi di qui a Chamonix. Il mio viaggio sognato e vissuto intensamente è terminato dopo 20h e 23 minuti in quel di Chamonix, ho tagliato il traguardo con un bel sorriso , perché mai e poi mai avrei creduto di fare un tempo simile. 65esima assoluta, settima donna, seconda di categoria e prima italiana, in una gara vinta dallo spagnolo Pau Bartolo e dalla svizzera Andrea Huser.
Marina Plavan
Valetudo Skyrunning Italia