
Il giro dei laghi di Valgoglio è un itinerario ad anello di media lunghezza e dislivello, situato nel cuore delle Orobie bergamasche, che si sviluppa quasi interamente oltre i 1.800 metri di quota. Il tracciato collega una serie di bacini artificiali tra cui il Lago Sucotto, il Lago di Aviasco e il Lago Nero, attraversando ambienti di alta montagna, pietraie, tratti lastricati e pascoli d’alta quota. Il fondo variegato, ben mantenuto e privo di difficoltà tecniche rilevanti, rende questo percorso adatto non solo all’escursionismo classico, ma anche alla pratica del trail running, grazie alla buona corribilità su gran parte del tracciato, all’assenza di esposizione e alla presenza di vari punti di appoggio lungo il tragitto.
L’area dei Cinque Laghi sopra il paese di Valgoglio è l’ideale per due itinerari di diversa lunghezza che concatenano quasi tutti i bacini: dal piccolo Lago Resentino al Lago di Aviasco fino al Lago Colombo e ai Laghi Gemelli.
Entrambi partono dal paese e seguono la condotta forzata che sale al Lago Sucotto per separarsi dopo il Lago di Aviasco. Il primo itinerario, più corto, continua traversando sotto il Pizzo Salina per scendere attraverso l’ultimo tratto della Val Sanguigno, seguendo la via di rientro della “This is Vertical Race”, una delle più dure e ripide gare di vertical al mondo. Il secondo, invece, più lungo, continua per il passo di Aviasco verso il Lago Colombo e i Laghi Gemelli e torna a Valgoglio scendendo tutta la solitaria Val Sanguigno.
Due itinerari di puro trail nel cuore delle Orobie, quasi interamente sopra i 2000m, con ampi panorami e sentieri corribili e sempre ben segnati. Il periodo migliore è forse l’autunno, quando gli alberi si tingono di rosso, giallo e arancio.
Itinerario

Dalla Centrale Enel di Aviasco a Valgoglio (quota 980m) risaliamo il torrente Goglio, mantenendoci sulla riva destra, in direzione Bortolotti. Attraversiamo il piccolo parcheggio e imbocchiamo il sentiero 228/268 che segue con ripida pendenza la condotta forzata e sale fino al Lago Nero.
A quota 1415m, la traccia principale piega decisamente a destra e risale l’ultimo tratto di bosco. Volendo, è possibile procedere per la via più diretta seguendo la traccia ben visibile che continua lungo la condotta, passando più volte da una parte all’altra del tubo: il dislivello resta lo stesso, anche se la pendenza è decisamente maggiore. Entrambe le tracce hanno il fondo tipico del sottobosco di pini e abeti, sia pur con sassi smossi e radici affioranti.
Usciti dal bosco a quota 1640m, il paesaggio cambia, il sentiero diventa lastricato di rocce e grossi massi, si inerpica ripido con una successione di gradini e tornanti fino a uscire appena sotto il muro della diga del Lago Sucotto (quota 1820m) su un bel prato in corrispondenza del Villaggio Enel (acqua). Qui lasciamo il sentiero 268, che sale a sinistra direttamente al Lago Nero, per seguire le indicazioni del sentiero 228 e risalire al bacino attraverso un’ampia traccia, a tratti gradinata e scavata nella roccia.
Raggiunte le sponde del Lago Sucotto, in ambiente alpino privo di vegetazione e caratterizzato da ampie placche rocciose, ne risaliamo la sponda destra per colmare gli ultimi 100 metri di dislivello che portano alla baita Cernello (quota 1956m, acqua) sulla sponda meridionale del suo piccolo lago. Attraversiamo il coronamento della piccola diga e seguiamo i segni CAI del sentiero 229 in direzione dei due laghi Campelli, incastonati in conche sotto le pendici meridionali del Monte Cabianca: saliamo facilmente al primo, più piccolo, e, passando a sinistra del muro di contenimento, arriviamo al secondo, attraversando un caos di sassi, enormi massi e placche rocciose in un affascinante ambiente selvaggio e solitario.
Seguiamo la sponda sinistra del bacino, chiusa da diversi muri di contenimento, fino circa a metà per scendere brevemente per rocce lungo una stretta valletta e risalire fino al lungo Lago di Aviasco (quota 2085m), traversando appena sopra la sponda nord del Lago Nero, lungo la base di un ghiaione, percorrendo un’esile traccia ben battuta. Usciti sulla strada che attraversa il muro della diga, lasciamo il sentiero 229 per il 268, passiamo sull’altra sponda e percorriamo in piano la traccia che costeggia il Lago Nero sotto la mole del Monte Pradella fino all’arrivo della condotta che sale da Valgoglio (quota 2000m). Una piccola deviazione di poche decine di metri consente di scendere al piccolo Lago Canali e al Rifugio Capanna Lago Nero.
Tralasciamo il sentiero 268 che scende a valle e imbocchiamo a destra il 267 che seguiremo interamente per il ritorno. Lasciato il Lago Nero, ci affacciamo sulla conca di Valgoglio dove è ben visibile la traccia che dovremo percorrere: un taglio panoramico in costante discesa che, pur con qualche breve strappo, attraversa in quota tutto il vallone. Dopo un primo breve tratto in piano su un condotto coperto da lastre di cemento fino alla valle d’Aviasco, risaliamo brevemente su sfasciumi un macereto per aggirare il costone del Monte Pradella e scendere ai pascoli della Baita Corna (quota 1943m), seguendo uno stretto single track scavato nella roccia.
Da qui, con una serie di saliscendi, alcuni dei quali a gradini, attraversiamo tutto il versante est del Pizzo Salina per raggiungere i prati della Costa di Corna Rossa (1780m) dove è posta una madonnina affacciata sui paesi di Valgoglio, Gromo e Boario. Da qui si gode un panorama che spazia dal Monte Pradella al Monte dei Frati, dal Val Rossa al Cabianca, al Madonnino e, dall’altro lato della valle, il Monte Timogno, l’inconfondibile sagoma della Presolana e l’infilata delle alture bresciane, verso il Lago d’Iseo.
Tutto il tratto di 4,5 km attraversa strette cenge intagliate e più ampi pratoni senza mai essere esposto o presentare punti critici. Un po’ di attenzione in più è richiesta in presenza di neve residua. Appena sotto lo sperone della Madonnina passa anche il percorso di gara di This is Vertical Race, che proprio qui esce dal bosco e punta per la via più diretta e ripida alla cima della Costa di Corna Rossa, 200 metri più su. Continuando sul sentiero 267 iniziamo la discesa entrando in Val Sanguigno, scendendo al cospetto delle cime della Val Canale, dal Monte Secco all’Arera al Corna Piana, al di là della costa boscosa dei monti Zulino e Zanetti.

Per prati perdiamo quota velocemente, seguendo una traccia un po’ erosa ma con fondo fermo che corre a mezza costa fino alla baita Salina di Mezzo (quota 1595m), adagiata su un bellissimo belvedere, e da lì scendiamo alle baite Salina di Sotto, fino al bivio con il sentiero 232 che sale al passo di Val Sanguigno Ovest tra il Pizzo Farno e il Monte Corte.
Seguiamo la traccia di sinistra che scende verso il fondo valle e continuiamo in discesa fino a toccare il torrente Sanguigno. Attraversate un paio di radure, arriviamo al ponte che porta al Rifugio Gianpace (quota 1331m), adagiato dall’altra parte del torrente su un piccolo poggio. Da qui in poi il sentiero si allarga, entra nel bosco, passa una piccola palestra di roccia e inizia a perdere quota sempre più velocemente, attraversato da mille rivoli d’acqua.
Poco prima di uscire nella conca di Valgoglio, la valle si stringe ancora, strozzando il torrente che crea un susseguirsi di piccole cascate e limpide pozze; il sentiero, ora interamente selciato e protetto da una serie di parapetti, si mantiene ancora alto per superare alcuni salti rocciosi per poi avvitarsi in una serie di tornanti e scendere ripido fino a quota 1144m dove torna quasi in piano: qui a destra imbocchiamo la traccia ben evidente che scende fino alla Centrale Enel dove chiudiamo il nostro giro.
Tratto dal libro: Le montagne di Milano. Trail running. 58 itinerari a un’ora dalla città
Autore: Lorenzo Capitani
Casa editrice: Versante Sud
Euro: 34,00

https://www.versantesud.it/it/negozio/catalogue/le-montagne-di-milano_1562
Informazioni utili per chi affronta il giro dei laghi di Valgoglio
Il giro dei laghi di Valgoglio è un itinerario escursionistico di interesse anche per i trail runner grazie al fondo misto, alla varietà altimetrica e all’ambiente privo di tratti esposti. Il percorso attraversa alcune delle principali conche glaciali delle Orobie bergamasche e offre numerosi punti d’appoggio per soste e approvvigionamento idrico.
Il tracciato è adatto anche a escursionisti ben allenati che desiderano allenarsi su un percorso completo, caratterizzato da salite decise e discese tecniche ma sicure.
Dati tecnici riepilogativi:
- Sviluppo complessivo: circa 17,5 km
- Dislivello positivo: circa 1.350 m
- Quota massima: 2.089 m
- Quota minima: 988 m
- Sentieri interessati: CAI 228, 229, 267, 268
- Presenza acqua: Villaggio ENEL, Baita Cernello, Capanna Lago Nero
- Periodo consigliato: da metà giugno a fine ottobre
Il giro è consigliato per escursionisti esperti e allenati, trail runner e appassionati di fotografia di montagna.