Un mondiale senza terreno, senza vento, senza dislivello. È il futuro della corsa o solo un’illusione digitale?

World Athletics e Technogym hanno presentato a Milano RUN X, il primo campionato mondiale di corsa su tapis roulant. L’evento, in programma nel 2026, unirà atleti d’élite e appassionati in una sfida da 5 km interamente indoor, grazie a una rete globale di centri fitness collegati al cloud Technogym.
L’obiettivo dichiarato è ambizioso: superare i confini fisici dello sport e portare la corsa in un ambiente connesso, controllato, privo di ostacoli e di condizioni imprevedibili. È un’idea che dialoga con il tempo presente, quello della digitalizzazione diffusa, ma che pone anche un interrogativo più ampio: che cosa si perde quando la corsa rinuncia al suo spazio naturale, al paesaggio, all’aria, al dislivello, alla fatica autentica?
Nel 2026 si correrà dunque un mondiale senza terreno, senza vento e senza salite. Un simbolo di come l’atletica cerchi nuove strade per ampliare la propria comunità globale, ma anche di come lo sport contemporaneo stia cercando un equilibrio tra esperienza fisica e dimensione tecnologica.
Per chi vive la corsa come contatto con la natura, nessuna innovazione digitale potrà mai sostituire la libertà dei sentieri, il ritmo della fatica reale, la relazione con l’ambiente.
Tuttavia, un progetto come RUN X può rappresentare un terreno di curiosità per chi, durante l’inverno o nei periodi di allenamento strutturato, cerca una forma diversa di sfida o di confronto tecnico. Una frontiera nuova, da osservare con interesse ma senza smarrire il legame con la montagna.

