Laissac, dipartimento dell’Aveyron, Francia: qui, domenica 26 giugno, si disputerĆ il mondiale marathon di mtb. Fra i convocati, non poteva che esserci il neo campione italiano della specialitĆ Juri Ragnoli, capitano della scuderia Scott con base ad Albino (Bg). Conosciamolo meglio l’atleta bresciano, in attesa di vederlo in gara alla sfida iridata.

Dopo tanti sacrifici ĆØ arrivato finalmente il titolo tricolore Marathon. A chi hai dedicato questa vittoria?
La vittoria la dedico a mio suocero Walter. Per tre anni ha dovuto combattere con una brutta malattia. La mountain bike e i campi di gara sono stati il suo più grande svago in una vita frenetica fatta di tanti sacrifici. Lui ci teneva moltissimo e mi ha sempre supportato incitandomi ad ogni appuntamento. Walter mi ha trasmesso la determinazione che è stata sicuramente fondamentale per affrontare i duri sacrifici. Il tricolore è anche suo.
Nelle corse cosa conta di più, la testa il cuore o le gambe?
Per avere le gambe pronte e reattive bisogna prima avere la testa! Per fare unāadeguata preparazione bisogna avere la testa. Durante la prestazione la testa āallenataā serve per gestire al meglio fattori psicologici quali tensione, aspettative, insicurezze e influisce sulla gestione delle proprie energie e della tattica di corsa. In altre parole la testa ĆØ il fattore determinante.

Lo Scott Racing Team ti accompagna da più stagioni. Che tipo di rapporto si è creato con i ragazzi del gruppo?
Questa ĆØ la settima stagione in Scott e non ĆØ un caso. Per essere competitivo ho bisogno di avere dei referenti concreti che mi supportino al 100% e da questo punto di vista Scott ĆØ unāottima squadra. Solo in un ambiente positivo riesco a dare il massimo e la condivisione e la fiducia sono al primo posto per raggiungere gli obiettivi. Lāambiente ĆØ stimolante e non avere pressioni addosso ĆØ un grande vantaggio. Il gruppo di questāanno ĆØ molto vario e affiatato, e ognuno sta imparando molto dagli altri.
Recentemente hai partecipato al Reality su Bike Channel āMTB Sfida ai pro’ā. Ti sei divertito?
Divertito, a dir poco. Inizialmente ero molto timoroso, avevo paura di non riuscire a fare allenamenti e riposi adeguati per la mia preparazione e quella settimana cascava proprio in un periodo topico, ma con il mio preparatore Simone sono riuscito a convincermi che poteva essere unāesperienza positiva sia dal punto di vista mediatico, ma anche dal punto di vista atletico e cosƬ ĆØ stato. Ć stato divertente. Inoltre passare una settimana con tutto il team ĆØ stato positivo per tutta la squadra! Ne siamo usciti più uniti e affiatati

Quali sono gli obiettivi della stagione?
Gli obiettivi da qua in avanti saranno in primis il mondiale marathon che si corre domenica a Laissac in Francia, a cui tengo molto dopo la delusione dello scorso mondiale. Come obiettivi primari inoltre ci saranno le due corse a tappe più importanti dāEuropa da correre in coppia quali la Bike Transalp di metĆ luglio e la Swiss Epic di settembre, ma anche due classicissime del panorama internazionale, la Dolomiti Superbike del 9 luglio e la Roc dāAzur il 7 ottobre.
Cosa ne pensi delle bici full/front che hai in dotazione?
La progettazione delle bici mtb da gara negli ultimi anni/decenni ĆØ in pieno fermento: nuove tecnologie di realizzazione, nuovi processi produttivi, nuovi materiali e soprattutto nuove idee stanno portando a mezzi sempre più performanti. Le mie bici, nonostante telaio e alcuni componenti siano stati progettati ormai qualche anno fa, sono degli ottimi ācavalli di battagliaā, che hanno poco da invidiare alla concorrenza, soprattutto il modello Spark. Quando mi trovo su un percorso adatto ad una bici full, sono conscio di avere una marcia in più.
Quale atleta maggiormente ti ha ispirato?
Ci sto pensando ora per la prima volta e sinceramente non ne ho uno in particolare. Nel corso degli anni ho cercato di apprendere qualcosa da tutti ad ogni livello.