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giovedì, Gennaio 23, 2025

Oliviero Bosatelli: “Dove si è combattuto fino alla morte, oggi ha prevalso il rispetto reciproco”

Il bergamasco Oliviero Bosatelli, già secondo classificato all’Orobie Ultra Trail, si è imposto sul traguardo di Vezza d’Oglio (Bs) nella seconda edizione dell’Adamello Ultra Trail. Una vittoria a pari merito con l’altoatesino Jimmy Pellegrini, dopo una sfida lunga 170 chilometri.

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ph. adamelloultratrail.it

«In 26 ore la mente vaga dappertutto. A volte mi sono sentito libero, quasi vuoto, senza pensieri. Quelle 26 ore sono composte da una serie di piccoli istanti che si tramutano in ricordi e danno un senso alla fatica». La lunga corsa di Oliviero Bosatelli è partita da Vezza d’Oglio alle ore 9.00 di venerdì 25 settembre ed è terminata esattamente 26 ore, 21 minuti e 52 secondi più tardi. L’Adamello Ultra Trail (170 km e 10mila metri di dislivello positivo) è una gara disegnata in Alta Valle Camonica, ai confini tra Lombardia e Trentino, su un percorso ad anello che si sviluppa quasi interamente su mulattiere e sentieri militari sulle montagne del Parco Nazionale dello Stelvio e dell’Adamello, teatro di sanguinose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale.

L’appuntamento di Vezza d’Oglio si è collocato a distanza di due mesi dall’Orobie Ultra Trail, dove il vigile del fuoco di Gandino tesserato per il Gs Orezzo, cogliendo tutti di sorpresa, era arrivato a un soffio dalla vittoria. Due mesi in cui Bosatelli si è allenato sodo con l’obiettivo di mettersi nuovamente alla prova sulle lunghe distanze, per dimostrare agli altri e soprattutto a se stesso di non essere soltanto una meteora. Il trail camuno, ricalcando gli itinerari militari in cui sono tuttora presenti numerosi manufatti bellici, ha trasportato gli atleti indietro nel tempo.

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Oliviero Bosatelli in pausa durante un allenamento

Nel silenzio della notte ecco apparire le ombre dei soldati della Grande Guerra, che a tratti svaniscono per lasciare il posto a persone in carne ed ossa: i volontari ai ristori e nei punti di controllo, altri corridori in lontananza. Gli animali selvatici non si concedono alla vista. Le mucche al pascolo, invece, scrutano pigramente il transito dei concorrenti. Chiazze di neve ad indicare il freddo ormai alle porte. Quel freddo implacabile che portava all’assideramento nei terribili inverni della Grande Guerra. Le condizioni di vita dei soldati di allora hanno imposto una riflessione che ha ribaltato la percezione della fatica e della solitudine dell’atleta trovatosi a calpestare quegli stessi camminamenti: «Il passato riaffiorava prepotentemente con pensieri ed emozioni».

Procedendo nel lungo viaggio tra natura e storia, Bosatelli ha impostato il proprio ritmo evitando di accodarsi ad altri runner. Il ritardo dal primo si è presto attestato intorno ai trenta minuti. Gap che si è stabilizzato dal km 40 fino al km 135. Infranto il muro dei 135 km, turbo diesel Bosatelli ha iniziato ad impensierire seriamente quanti lo precedevano. «Ad ogni controllo constatavo che il distacco diminuiva». Una rimonta inarrestabile lo ha portato a superare il secondo ai meno 15 chilometri e affiancare il battistrada ai meno 8 dall’arrivo. Una zona pericolosa, dove il ripido terreno accidentato costringeva alla massima attenzione. Il bergamasco accelera e va in sorpasso. Il secondo stringe i denti e cerca a sua volta di riportarsi in vantaggio. La battaglia si disputa nell’arco di un chilometro, mentre i due si studiano e valutano la situazione. «Ci siamo parlati, trovandoci concordi sul fatto che continuare la battaglia sarebbe stato rischioso. Avremmo potuto cadere e farci molto male. Quando mancavano tre chilometri, Pellegrini ed io abbiamo deciso di arrivare al traguardo insieme».

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ph. adamelloultratrail.it

«Benché negli ultimi 20 chilometri avessi recuperato la mezz’ora di svantaggio senza essere in affanno, con la possibilità di arrivare da solo, rifarei la scelta di tagliare il traguardo insieme. Dopotutto abbiamo corso su sentieri dove si è combattuto fino alla morte. Arrivando insieme abbiamo dimostrato che oggi non c’erano un vincitore e uno sconfitto, ma bensì armonia nel rispetto reciproco. La mia felicità è quadrupla. Primo: ho avuto il coraggio di iscrivermi a quest’avventura. Secondo: ho portato a termine la gara. Terzo: il risultato mi ha portato sul podio. Quarto: ho gareggiato per 170 chilometri puntando alla vittoria, e alla fine, in quel particolare contesto, ha prevalso il senso di sportività».

Enula Bassanelli

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