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martedì, Ottobre 22, 2024

Allenare l’attenzione: si può? Come evitare che una distrazione comprometta la gara

A volte una semplice distrazione può portare a conseguenze indesiderate e toglierci il divertimento: una caduta o una crisi di fame spesso sono causate da poca attenzione. Ma come funziona l’attenzione? Cosa significa stare concentrati? Si possono evitare le distrazioni? Vediamo di capire meglio di cosa stiamo parlando e come si può migliorare la propria concentrazione.

Mondiali di sci di fondo, finale della sprint: nel tentativo di recuperare posizioni, un concorrente appoggia il bastoncino sugli sci dell’avversario, perde l’equilibrio e cade, ovviamente senza possibilità di recupero. Seconda tappa del Giro d’Italia: atmosfera rilassata, percorso pianeggiante, un corridore non vede una buca e trascina per terra mezzo gruppo. Due episodi molto diversi tra loro ma accomunati dal fatto che a causa di una brevissima distrazione si è messo a repentaglio il lavoro di mesi, se non di anni. A volte non si tratta di cadere, ma di non accorgerci prontamente di un allungo dell’avversario, non fare caso al tempo trascorso dall’ultima volta che abbiamo mangiato; situazioni che avremmo potuto evitare se avessimo mantenuto alta la concentrazione, se la nostra attenzione fosse stata indirizzata su quello che stava succedendo.

Anche Lisa Borzani sottolinea questo aspetto, parlando della sua recente vittoria all’Orobie Ultra Trail: «Bisognava stare attenti costantemente, il sentiero varia in continuazione […] Si incontrano sassi, rocce, discese in cui per restare in piedi bisogna tenere gli occhi aperti». Essere concentrati significa, appunto, mantenere nel tempo la propria attenzione focalizzata sugli aspetti più importanti, ma anche avere consapevolezza di quello che sta accadendo e riuscire a spostare l’attenzione su ciò che è necessario a seconda del momento. Concentrarsi significa trascurare gli stimoli irrilevanti e cogliere solo quelli che ci servono, ma non si tratta di un’operazione semplice.

Fabio_Bazzana_Canazei_Dolomites_Skyrace_2014_02_foto_Cinzia_CoronaPer cominciare, l’attenzione è una capacità limitata (fisicamente l’uomo non può elaborare più di tre stimoli contemporaneamente) ed è per questo che selezioniamo le informazioni di cui abbiamo bisogno e ignoriamo quelle che non ci servono. Inoltre, l’attenzione fluttua, non rimane costante molto a lungo. Se pensiamo a una gara, ci accorgiamo che dobbiamo tenere sotto controllo molti aspetti: le condizioni climatiche, lo stato del percorso, la nostra posizione rispetto agli altri concorrenti, un ostacolo da superare, un tratto di sentiero sconnesso, la nostra strategia di gara. Senza dimenticarci di piccoli dolori fisici, le nostre emozioni, i nostri pensieri.

Elementi che riusciamo a considerare proprio grazie alla capacità della nostra attenzione di spostarsi su ciò che ci interessa in un dato momento. Stiamo parlando di continui spostamenti della durata di frazioni di secondo, è un continuo concentrarsi – distrarsi – riconcentrarsi. Il che torna utile anche perché rimanere concentrati per tempi particolarmente lunghi (es. l’intera durata di un trail) richiederebbe un dispendio energetico eccessivo.

Bisogna quindi essere consapevoli che l’attenzione fluttua costantemente, e questo non è assolutamente un male, ma la normalità, sia in allenamento che in gara. Questa caratteristica diventa negativa quando restiamo troppo tempo distratti e non riusciamo a tornare nel giusto stato di concentrazione. Se siamo distratti dai nostri pensieri, dal sole che è troppo caldo, dal canto degli uccellini, magari stiamo pure chiacchierando con un amico… e finiamo per prendere il sentiero sbagliato. Nulla di più facile se non riusciamo a recuperare la concentrazione per accorgerci che siamo vicini a un bivio. Per evitare che situazioni del genere (per quanto estremo sia l’esempio) accadano, l’ideale è esercitare l’attenzione anche durante l’allenamento.

auronzo_di_cadore_camignada_2014_sullo_sfondo_le_tre_cime_di_lavaredo_Ph_archivio_Cai_AuronzoDiverse tecniche sono utili per migliorare la concentrazione. La più concreta è allenarsi in condizioni più simili possibili a quelle della gara (es. stesse condizioni climatiche, stessi ritmi), oppure creare delle routines, dei gesti da compiere per concentrarsi ed entrare “nel clima di gara”. Può essere utile anche sviluppare un piano di come potrebbe svolgersi la competizione, ipotizzando diversi scenari di gara, ad esempio: nella prima parte della gara cerco di trovare il mio ritmo, ogni tot chilometri mi alimento, dalla seconda metà aumento gradualmente il ritmo, se piove cerco di concentrarmi di più sul sentiero…

Chiaramente negli sport di lunga durata è impossibile mantenere la concentrazione perennemente alta, ma la cosa fondamentale è essere in grado di riportare l’attenzione su quello che stiamo facendo e non rimanere troppo a lungo “con la testa tra le nuvole”. Che non significa non divertirsi o essere inquadrati, ma semplicemente… stare attenti!

Nathalie Novembrini
website: www.smarthletes.com
(Photo credit: 123rf Błażej Łyjak – Cinzia Corona – Archivio Cai Auronzo)

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