Clima ostile, terreno impervio, autosufficienza: la formula di Ipertrail che sta richiamando a Trieste trail runner da tutta Europa. Il 6 gennaio 2018 torna la 167 km, punta di diamante de La Corsa della Bora.
Sono ultra-trailer, alpinisti, atleti con esperienza in spedizioni. Insomma, gente che non teme terreni impervi e clima ostile. Anzi, li cercano per mettersi alla prova. Sono i partecipanti di Ipertrail, la distanza, punta di diamante, di S1 ā La Corsa della Bora, lāevento di trailrunning organizzato sul Carso triestino da Asd SentieroUno che tornerĆ per la sua terza edizione il 6 gennaio 2018. Ć un percorso di 167 km, quello di Ipertrail: dal mare di Sistiana si risale il sentiero CAI1 per poi spingersi fino alle vette al confine tra Slovenia e Croazia e si chiude il cerchio nuovamente a Sistiana-Visogliano, passando per il CAI3. Ā«Una scelta unica di sentieri impensabili e un percorso molto tecnico, disegnato da chi conosce bene il territorio e ne vuole svelare i segreti lungo tracce usate solo da chi ĆØ del luogoĀ» racconta Alex Rabenstainer, top runner del team Hoka, vincitore Ipertrail 2017.
Un percorso da portare a termine tutto dāun fiato in un tempo massimo di 45 ore. Per i più lenti, quindi, si prospettano due notti da trascorrere in mezzo al nulla, nelle zone più isolate del Carso, in uno dei periodi più freddi dellāanno. Se non bastasse, i concorrenti non avranno segnavia a indicar loro la strada: per la quasi totalitĆ del percorso dovranno arrangiarsi seguendo una traccia gps o per i pochi non avvezzi alla tecnologia, con carta e compasso. Tutti saranno seguiti 24 ore su 24 con un sistema di tracciamento satellitare, consentendo allāorganizzazione di conoscere in tempo reale la loro posizione e di giungere in loro soccorso, in caso di necessitĆ . 100 il numero massimo di partecipanti ammessi a questa edizione di Ipertrail e sono tanti gli atleti che hanno giĆ riservato il proprio pettorale per il 6 gennaio prossimo: pochissime le adesioni locali, per la stragrande maggioranza sono uomini e donne provenienti da tutta Italia e da tutta Europa, con una forte presenza da Slovenia e Austria.
Ulteriore elemento di interesse di Ipertrail ĆØ lāoriginale formula di approvvigionamento. Lungo il percorso i runner non troveranno i classici ristori, ma ad attenderli ci sarĆ il loro box, una cassa in cui prima della partenza avranno deciso che tipo di cibo e abiti voler trovare: Ā«Mi sono divertito. Essere da solo per molte ore, combattere con il freddo, vivere questāesperienza in autosufficienza, senza ristoro e solo con ripari spartani, mi ha motivato molto a proseguire e raggiungere il traguardoĀ» racconta Marco Galletto, finisher Ipertrail 2017.
Una gara di corsa nata per essere vissuta come unāincredibile avventura ed esperienza: Ā«Un ricordo su tutti? La vetta dellāOstric, un momento intensissimo. Tuo unico compagno, il ruggito cattivo di una Bora violentissima, la mente focalizzata a non deconcentrarsi un solo istante, le mani semicongelate a cercare nellāelettronica una traccia che non riesci a centrare mai, le scarpette ultraleggere ad arrancare nella neve, le tue orme rischiarate solo da una mezza luna luminosissima, inginocchiato davanti al dispositivo di geofencing nascosto chissĆ dove sulla sommitĆ , invisibile idolo pagano indispensabile per provare al satellite che tu da lƬ sei passato e quindi non avrai penalitĆ . Inginocchiato, letteralmente, con lāunico scopo di abbassare il baricentro ed evitare che le folate ti facciano scivolare chissĆ dove. Una grande sofferenza, ma ne ho giĆ nostalgiaĀ» Paolo Fiore, finisher 2017.