Ā«Lo sci di fondo ĆØ benessere, star bene con noi stessi in mezzo alla natura: lo sport ĆØ beneficioĀ». Queste sono le parole che Carolina Tiraboschi ci dice e che vuol sottolineare. Ā«Ć come una crema anti etĆ , un siero di bellezzaĀ». Carolina ci fa capire che lo sport ĆØ importante per tutti, ĆØ uno strumento attraverso il quale si possono ottenere risultati con costanza e passione.
Determinata e sempre pronta a cimentarsi in nuove avventure sportive, sia sul campo agonistico sia come maestra di sci nordico, l’abbiamo intervistata tra una commissione e l’altra in una normale mattinata. La sua grinta ci ha travolto, incuriosendoci a saperne sempre di piĆ¹.
Recentemente hai frequentato il corso di aggiornamento come Maestra di sci di fondo, riguardava anche il brevetto come insegnante per disabili?
Ā«Ho fatto il corso di aggiornamento come maestra di sci di fondo che ĆØ obbligatorio ogni 3 anni, altrimenti non si puĆ² insegnare. Per quanto riguarda il brevetto come insegnante per disabili, ho preso la specializzazione nel 2013, quindi ora sono, a tutti gli effetti, istruttriceĀ».
Da quanti anni sei maestra di sci di fondo?
Ā«Dal 1992, iniziando dallo Sci Club di Val Serina dove ancora oggi insegno e cerco di trasmettere questa passione ai ragazzi e agli adulti. Per un periodo ho insegnato, nel Comitato Regionale di Alpi Centrali, biathlon ai ragazzi dagli 8 ai 16 anni. Questo richiedeva un grande impegno, non tanto durante la settimana, ma nei week-end, perchĆ© si facevano le trasferte per le gare. Per non trascurare la famiglia, ho dovuto abbandonare quell’attivitĆ e dedicarmi all’insegnamento di fondo nella mia valle, sulle piste del Colle di ZamblaĀ».
Com’ĆØ iniziata la tua passione per lo sci?
Ā«I primi sci li ho messi che avevo 5 anni e da lƬ ĆØ iniziata la passione, grazie a mio padre. Ha provato a trasmettere, prima agli altri due figli, questo suo amore ma con pochi risultati. Mi ricordo ancora i primi sci che indossavo, fatti di plastica; i bastoncini erano di nocciolo (presi da una recinzione) e gli stivaloni neri e alti, che in qualche modo lui ha adattato allo sci. Si puĆ² dire che ho proprio visto e vissuto tutta la rivoluzione dello sci! Da quella prima volta che ho indossato un paio di sci, la voglia ĆØ aumentata e non mi ha piĆ¹ mollato tanto che ho partecipato ai regionali, nazionali per poi finire intorno agli anni ’90 nel BiathlonĀ».
Oltre ad essere una grande fondista e maestra, sei anche una forte concorrente sul campo dello skyrunning in estate e sci alpinismo d’inverno. Da dove iniziano queste passioni?
Ā«Per problemi familiari – era venuta a mancare una mia parente – ho dovuto riorganizzare la mia vita. Questo mi ha portato a incontrare lo sport della corsa, come valvola di sfogo. Inizialmente facendo delle lunghe camminate che mi permettevano di svagarmi mentalmente e di stare sempre in mezzo alla natura; poi dalla camminata ho iniziato a correre e da lƬ il passo, nel 2005, a provare una gara, nella mia valle ma la piĆ¹ dura: la Maga Skymarathon. Inaspettatamente arrivai seconda. Da allora iniziai a prenderci gusto nel correre, e non ho piĆ¹ mollato. Lo sci d’alpinismo, invece, nasce dalla voglia di nuove avventure toste, tanto che nel 2008 la prima gara che provai fu il Trofeo Parravicini. Ammetto che era stata una gara dura per essere la prima, infatti la feci in una squadra mista con un mio amico e l’obbiettivo era solo quello di finirlaĀ».
Ritornando allo sci di fondo, come vedi oggi i giovani in merito a questo sport?
Ā«Insegno fondo a molti bambini di etĆ massima 10 anni, poi c ĆØ un buco fino a persone dai 40 anni in su che magari, non potendo piĆ¹ dedicarsi alla discesa, praticano lo sci di fondo. Ć uno sport che viene visto come “faticoso” ma con costi ben piĆ¹ bassi dello sci da discesa!Ā».
Tra sci alpino, sci alpinismo e sci nordico, quali sono le discipline piĆ¹ gettonate?
Ā«Purtroppo la discesa ĆØ sempre stata piĆ¹ praticata dai giovani, perchĆ© la vedono come uno sport di divertimento e con poca fatica; rispetto allo sci di fondo che richiede un maggiore sforzo fisico e che ĆØ meno da squadra. Ad oggi, vuoi per un fattore commerciale, lo sci alpinismo sta prendendo molto piede, soprattutto tra i giovani. Che rischiano perĆ² di bruciare troppo in fretta le tappe. Ci sono gare dure che un giovane si trova ad affrontare, rischiando di non aver beneficio per le lunghe ore in cui deve stare sugli sci e per i notevoli dislivelli dei tracciatiĀ».
Cosa ne pensi della pista invernale per auto, allestita nei pressi della pista di fondo a Zambla?
Ā«Non ho problemi a dire il mio pensiero visto che il sindaco di Oltre il Colle giĆ conosce il mio parere. Come Direttore di Pista e come cittadina sono a favore di ogni nuova iniziativa nella nostra valle, purchĆ© porti turismo. Bisogna perĆ² fare le cose bene, con criterio. Come reagiscono le persone che vengono a sciare, le quali desiderano rilassarsi e sentire il silenzio della natura, trovando nelle vicinanze la pista, e quei rumori che giĆ sopportano tutto l’anno?Ā».
Dopo un periodo di gare corte, dovuto a un problema alla schiena, come ĆØ andata la Maga Skymarathon?
Ā«Ć andata benissimo, non posso che essere felicissima. Forse, il fatto di essermi trattenuta non facendo durante l’anno gare lunghe, mi ha permesso di soffrire molto meno durante la garaĀ».
Li abbiamo visti durante la gara, fedeli a te, i tuoi cagnolini. Te li porti sempre dietro?
Ā«Sono i miei compagni di allenamento. Appena vedono che mi metto un paio di pantaloni e le scarpe che profumano di corsa, iniziano a far feste e son pronti a uscire. Sono dei cani indescrivibili, fedeli, di animo sensibile come penso di essere anch’ioĀ».
Parlando della Maga Skymarathon, tu fai parte anche dell’organizzazione. Come giudichi l’ultima edizione, dello scorso 7 settembre? Vi aspettavate questi numeri?
Ā«Premettendo che ĆØ una gara che fa “paura” a molti, direi che ĆØ andata meglio del previsto. Non ci aspettavamo cosƬ tanti iscritti, visto che in concomitanza c’erano altre gare. Direi un numero giusto per tener sotto controllo tutto. La presenza di Simone Moro a bordo del suo elicottero, dal quale ha effettuato le riprese, ĆØ stata una bella sorpresa. Inizialmente pensavamo di programmarla ogni due anni, come fanno anche per il Trofeo Kima, ma abbiamo invece provato a riproporla nel calendario con soddisfazione. E penso che anche l’anno prossimo ci saremo!Ā».
Anche quest’anno ci sarĆ il circuito Sci e Luci nella Notte, ti vedremo alle partenza?
Ā«SƬ, sarĆ² presente. Sono gare veloci con gli sci d’alpinismo. Mi piacciono e poi, essendo alla sera, non influiscono sui miei impegniĀ».
Ti stai preparando per la Marcialonga, una delle gare di fondo piĆ¹ importanti in Italia?
Ā«SarĆ² presente alla Marcialonga, anche se ormai sta diventando una gara piĆ¹ commerciale che di sport puro. Non richiedendo grossa tecnica, ma principalmente una grande forza, ĆØ piĆ¹ gettonata rispetto ad altreĀ».
Cosa ne pensi della Coppa Alpi Orobiche, tre gare di scialpinismo bergamasche che si uniscono nel circuito Fisi?
Ā«Direi che ci voleva. Si ĆØ creato un circuito alpinistico che nelle nostre valli mancava. Non puĆ² che farci bene portare manifestazioni di questo genere, sperando che si smuova qualcosa e chissĆ , magari ci porta anche turismo estero. Inoltre avevo un forte legame con Mario Merelli, a cui ĆØ dedicata una delle proveĀ».
Ti vediamo ogni tanto in giro, sui monti, senza pettorale e col sorriso, insieme a Stephanie Jimenez. Com’ĆØ nata quest’amicizia?
Ā«Lei ĆØ la moglie di Fulvio Dapit, un grandissimo amico che stimo molto. Da quando si sono spostati abbiamo iniziato a frequentarci un po’ di piĆ¹ e con naturalezza ĆØ nata una forte amicizia. Sono felice di questo perchĆ©, oltre ad essere un’amica su cui posso contare, possiamo condividere la passione per la corsa. Inoltre, i miei cagnolini, fedelissimi a Fulvio, lo sono anche con Stephanie. Per me, credere nella sensibilitĆ dei miei cani, ĆØ importanteĀ».
Hai realizzato molti obiettivi nella tua vita, quali sono quelli futuri?
Ā«Il mio sogno nel cassetto sarebbe il Mezzalama, maratona bianca di sci alpinismo a squadre in Val d’Aosta. Parte da Gressoney e arriva a Breuil-Cervinia attraversando il Monte Rosa. Un’altra impresa che mi piacerebbe ripetere ĆØ la Vasaloppet, gara d’eccellenza e la piĆ¹ lunga skimarathon del mondo, 90 km a stile classico in Svezia (gara che Carolina conosce bene, avendola giĆ disputata negli anni passati, risultando la migliore italiana classificata, ndr)Ā».
M.E.Ro.
(credit photo: Stefania Quistini)