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martedì, Marzo 19, 2024

Coronavirus: gli aspetti ansiogeni e di paura dell’epidemia

Paure e ansie accompagnano la nostra vita. Nel caso di questa preoccupazione collettiva procurata dal nuovo Coronavirus, ecco i suggerimenti che ci vengono dagli specialisti. 

Ognuno di noi può scrivere la propria vita raccontando le esperienze di paura, panico, terrore, spavento che ha vissuto. Quella volta che si è caduti, da piccoli, facendosi molto male. Quando i genitori hanno litigato di brutto e si sono persino picchiati. Quell’insegnante che si è messo a gridare a tutta la classe e noi ce la siamo persino fatta addosso, mentre il nostro compagno, invece rideva come uno stupido. Quando i bulli della classe ci hanno preso in giro perché timidi, magrolini, cicciottelli, con gli occhiali e noi, spaventati, volevamo sparire nel pavimento. E l’incidente d’auto? E la caduta in montagna? E la valanga che ha travolto un nostro amico? Quella volta che eravamo in manifestazione e siamo stati spintonati e travolti dalla folla in fuga? E la fidanzata che ci ha mollato? E la morte del nonno, di un genitore, il suicidio o l’annegamento di un compagno? Di tutte le morti possibili, quella di un figlio è la più traumatizzante, per un genitore, perché travolge “l’ordine naturale delle cose”, secondo cui se ne dovrebbe andare per primo quello più vecchio.

Ecco le nostre vite “traumatiche e traumatizzate”. Però ci siamo rialzati: l’uomo ha la dote di “elaborare il trauma, il lutto: alcuni lo fanno velocemente, altri in modo più sofferto e doloroso. Una parte minore ha bisogno di essere aiutato con opportuni sostegni psicologici e anche farmacologici (mi raccomando, non prendete a vanvera pastiglie per dormire). Sapete anche, sin da quando il nostro compagno di classe rideva mentre l’insegnate urlava, che ognuno ha un modo del tutto personale di “resistere” allo spavento, alla paura, al panico.

E ora siamo di nuovo in una situazione di paura – panico collettivo: non è più la nostra classe, il nostro gruppo di amici, il nostro reparto di lavoro, la nostra famiglia, ma l’intera collettività. Niente panico! Abbiamo l’esperienza di un’intera vita più o meno traumatica alla spalle. Un bel sorriso e un respiro profondo e seguiamo i consigli che gli esperti di traumi e paure collettivi ci suggeriscono.

Le indicazioni che seguono sono proposte dall’Associazione di psicologi EMDR (emdr.it), esperti in trattamento di disturbi post traumatici, professionisti che stanno intervenendo in molte regioni italiane in collaborazione con le Aziende Sanitarie Territoriali, compresa ATS di Bergamo. L’Associazione ha una tradizione ventennale di intervento in occasione di traumi collettivi, come i terremoti in Emilia, in Abruzzo, nelle Marche, il recente attentato allo scuolabus di Cremona ecc.

Angelo Rovetta
Psicoterapeuta Emdr

Coronavirus: consigli per i cittadini

1) Privilegiamo come fonti di informazioni soprattutto i canali ufficiali. Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità. Nei momenti di emergenza in cui la paura e l’irrazionale inevitabilmente rischiano di prendere il sopravvento, bisogna prendersi cura di sé e non mettersi in condizione di esporsi a informazioni non adeguate e non qualificate incorrendo in fake news o notizie emozionalmente cariche di vissuti ma non basate su dati oggettivi.
2) Scegliere 2 momenti al giorno per informarsi e il canale attraverso il quale si vuole farlo. L’esposizione continua alla mole di informazioni via web, radio e tv fa rimanere in stato perennemente eccitatorio il nostro sistema di allerta e paura. Per questo meglio scegliere uno o due momenti al giorno nei quali informarsi.
3) Seguire i consigli sulle norme di igiene indicate dal Ministero della Salute. Possiamo dare il nostro contributo per combattere il coronavirus: proteggiamoci e proteggiamo. Insieme si vince.
Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.
Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
Evitare abbracci e strette di mano.
Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro e mezzo.
Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).
Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva.
Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.
Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
4) Non interrompere “per quanto possibile” la propria routine: in questo momento bisogna ancorarsi a ciò che è certo, noto e prevedibile. Continuare il lavoro e le proprie abitudini laddove possibile. Rispettando sempre le indicazioni di sicurezza vigenti.
5) Scaricare le tensioni attraverso “il fare” permette un migliore riposo notturno
6) Riposarsi adeguatamente: attività rilassanti serali, meglio non vedere notiziari o speciali sul coronavirus prima di addormentarsi per non scivolare nel sonno con emozioni negative e con senso di allerta
7) Mangiare nel modo più regolare possibile e bere acqua. Mangiare molta frutta, verdura e alimenti rafforzativi del sistema immunitario. Possiamo combattere attivamente il coronavirus rendendo il nostro organismo più sano e forte.
8) Parlare e passare del tempo con la famiglia e gli amici. Avere restrizioni di movimento non significa annullare la socializzazione. Utilizziamo videochiamate, skype, zoom e insegniamo ai più anziani come fare per non rimanere “isolati nell’isolamento”
9) Parlare dei problemi con qualcuno di cui ci si fida. Scegliere le persone con le quali avere un confronto empatico e costruttivo.
10) Fare attività che aiutano a rilassarsi: yoga, training autogeno, meditazione, leggere, giardinaggio, ecc. Moltissimi video sono gratuiti e disponibili on line su tecniche di respirazione e rilassamento.
11) Stacca la spina! Ricordati di parlare di altro, distrarsi e uscire dal loop di discorsi angoscianti e catastrofisti serve a rafforzarci attraverso emozioni positive.

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