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venerdì, Dicembre 6, 2024

Corsa in montagna: Italia d’argento ai mondiali 2018 a Canillo (Andorra)

A Canillo (Andorra) è andato in scena il mondiale 2018 di corsa in montagna. Il team maschile italiano ancora al secondo posto tra i senior, con lo stesso piazzamento per le under 20.

foto Benedetto / Fidal

Italia due volte sul podio dei Campionati Mondiali di corsa in montagna. A Canillo, nel Principato di Andorra, la squadra maschile senior conferma la medaglia d’argento delle ultime due edizioni, piazzando tre atleti nella top ten: settimo il comasco Francesco Puppi, ottavo e nono i gemelli piemontesi Martin Dematteis e Bernard Dematteis, per una bella prova corale completata dalla dodicesima posizione dell’esordiente bergamasco Nadir Cavagna su un percorso di sola ascesa. Brilla anche il secondo posto della formazione femminile under 20 che dopo la vittoria ai recenti Europei riesce a salire un gradino rispetto alla passata stagione. In due sfiorano la medaglia individuale con la piemontese Alessia Scaini quarta e la trentina Angela Mattevi, oro continentale, quinta. Per il risultato del team è fondamentale la prestazione di Gaia Colli, bellunese che vive in Valle d’Aosta, nona al traguardo mentre chiude 23esima l’altra trentina Linda Palumbo.

Nella gara senior una medaglia sfugge di soli cinque punti alle azzurre, quarte ma in lotta per una medaglia fino in fondo, con le due atlete meno attese davanti alle altre: Elisa Sortini al 12° posto e la matricola Erica Ghelfi (19°), poi la maratoneta Emma Quaglia (23°) e Gloria Giudici (43°). Per gli under 20 c’è la quinta posizione al maschile: 10° Isacco Costa, 18° Giovanni Rossi, 22° Alessandro Mello Rella e 24° Dionigi Gianola. L’Africa si prende tutti gli ori individuali per la seconda edizione consecutiva della rassegna iridata e stavolta anche quelli a squadre, arrivando all’egemonia completa. Tra gli uomini solo Uganda sul podio con la vittoria di Robert Chemonges e dello junior Dan Chebet. Al femminile concedono il bis Lucy Wambui Murigi che trascina il Kenya a uno storico e inedito successo nella classifica per team – costretta alla resa l’austriaca Andrea Mayr, dopo sei affermazioni di fila negli anni pari – e l’under 20 ugandese Risper Chebet. Dominio nel medagliere dell’Uganda con sei ori.

SENIOR UOMINI (11,933 km) – Ancora Italia sull’argento a squadre. Per il terzo anno consecutivo gli azzurri conquistano la piazza d’onore e mettono in campo l’ennesima dimostrazione di compattezza. Infatti sono gli unici, oltre ai dominatori dell’Uganda, ad avere tre uomini nei primi dieci: il migliore è Francesco Puppi, oro iridato delle lunghe distanze nella scorsa stagione e attuale leader in Coppa del Mondo. Dopo essere stato il quarto degli azzurri (ottavo al traguardo) nel trionfale Europeo di Skopje, qui il 26enne comasco dell’Atletica Valle Brembana chiude settimo in 59:12. Alle sue spalle il bronzo continentale Martin Dematteis, ottavo con 59:31, che in quest’occasione precede il gemello e capitano Bernard Dematteis, campione europeo in carica, al nono posto in 59:48 recuperando un paio di posizioni nel finale. Pur non al massimo della condizione, a causa di qualche intoppo fisico nelle ultime settimane, i due fratelli piemontesi della Corrintime sfoderano di nuovo tutta la loro carica agonistica per condurre il team verso un altro risultato da incorniciare. Si comporta bene anche Nadir Cavagna (Atl. Valle Brembana), dodicesimo con 1h00:15. Figlio d’arte (il papà Isidoro è stato oro mondiale under 20 a squadre nel 1985), mentre il fratello minore Alain si è aggiudicato la Youth Cup nel 2017, il 23enne bergamasco debutta in Nazionale assoluta con una bella prestazione. Davanti sono imprendibili gli ugandesi: non è soltanto la seconda tripletta di fila, ma anche la quinta vittoria individuale in sei anni, con cinque atleti diversi. Una striscia interrotta nel 2016 dalla discussa squalifica di Robert Chemonges, al primo posto ma poi estromesso per una presunta assistenza irregolare ricevuta da un connazionale presente come spettatore, accompagnandolo per un tratto con l’andatura a lato del percorso. Sull’ascesa di Andorra l’africano si prende la sua rivincita e sale finalmente sul gradino più alto del podio in cima ai 2430 metri di Pic Dels Maians con un arrivo in parata insieme al connazionale Joel Ayeko (55:37 e 55:38), bronzo al campione uscente Victor Kiplangat (55:54), invece lo statunitense Joe Gray (57:08) è quarto davanti a due europei, il norvegese Johan Bugge (58:25) e il britannico Jacob Adkin (58:31), in una manifestazione sempre più globale con un totale di 320 atleti di 39 nazioni.

Strapotere dell’Uganda (6 punti) nonostante il forfait di Jacob Kiplimo, su Italia (24) e Norvegia (42), poi Gran Bretagna (47) e Francia (48).

SENIOR DONNE (11,933 km) – Non c’erano ambizioni di vertice per le azzurre, in un anno di totale ricambio, e così il quarto posto per team (ad appena cinque punti dal podio) è un risultato probabilmente superiore alle aspettative. Merito di una formazione “operaia” che si batte al meglio delle sue possibilità, con la sorpresa di Elisa Sortini (Atl. Alta Valtellina) dodicesima in 1h11:17. La 34enne di Morbegno, al ritorno in Nazionale dopo la rassegna continentale di quattro anni fa e per la prima volta al via in un Mondiale, precede la matricola 23enne Erica Ghelfi (Vittorio Alfieri Asti), diciannovesima all’esordio con 1h12:54. Per la squadra raccoglie punti preziosi anche la maratoneta Emma Quaglia (Cambiaso Risso Running Team Genova), al 23° posto in 1h13:26, invece la comasca Gloria Giudici (Freezone) non riesce ad esprimersi al meglio (43esima con 1h17:42). Una gara storica per diversi motivi: la keniana Lucy Wambui Murigi fa doppietta di titoli consecutivi, con un “back-to-back” che mancava da oltre vent’anni (l’austriaca Gudrun Pflüger nel triennio 1994-96). E conduce il suo team al primo successo, per un altro momento epocale: il monopolio con otto medaglie d’oro al continente africano, su otto in palio. La campionessa mondiale si ripete, su un percorso di sola salita (da 1515 metri a 2430, con 1028 metri di dislivello positivo e 117 al negativo), piegando la resistenza della svizzera Maude Mathys (1h06:00). Nel finale cede l’austriaca Andrea Mayr, vincitrice delle ultime sei edizioni negli anni pari ma si accomoda al sesto posto (1h07:37). Bronzo alla keniana Viola Jelagat (1h06:26), che nel 2017 ha corso 2h26:51 in maratona, davanti all’ugandese Patricia Chepkwemoi (1h06:38) e all’outsider ceca Krystina Dvorakova (1h07:20). Sul podio a squadre Kenya (17), Gran Bretagna (39) e Francia (49), con l’Italia a 54 punti.

UNDER 20 UOMINI (7,349 km) – Una supremazia schiacciante dell’Uganda che cala il tris come nel 2016 e c’è da attendere quasi quattro minuti per vedere il primo degli avversari. Il nuovo re della prova junior risponde al nome di Dan Chebet (35:49), nei confronti di Mathew Chepkurui (36:05) e di Oscar Chelimo (36:42) che aveva vinto nella scorsa edizione a Premana, con un divario gigantesco sul britannico Joseph Dugdale, quarto in 39:37 a staccare il romeno campione europeo Gabriel Bularda (39:54). In questo periodo il più in forma degli juniores italiani si conferma Isacco Costa: il bellunese del Gs Quantin Alpenplus entra nella top ten, decimo con 40:37 davanti al bronzo continentale Giovanni Rossi (As Lanzada), 18° in 41:32, quindi 22° il biellese Alessandro Mello Rella (Atl. Saluzzo, 42:03) e 24° Dionigi Gianola (Premana, 42:07) per il quinto posto a squadre con 50 punti, dietro a Uganda (6), Gran Bretagna (22), Turchia (23) e Romania (38), battendo però la Francia (sesta a 54).

UNDER 20 DONNE (7,349 km) – Terzo podio di fila delle azzurrine, con uno splendido argento dopo due bronzi, mentre il secondo gradino mancava dall’edizione casalinga di Arta Terme nel 2001. Prosegue la stagione magica delle campionesse europee a squadre, che arrivano vicine alla medaglia individuale. Stavolta la leader della squadra è Alessia Scaini (Atl. Saluzzo): un altro quarto posto di grande spessore, come a Skopje, per la 19enne valsusina che finisce in rimonta con il tempo finale di 43:30 e mancando per 23 secondi il bronzo dell’ugandese Betty Chebet (43:07). Applausi alla campionessa continentale Angela Mattevi (Atl. Valle di Cembra), non ancora 18enne trentina, quinta in 44:08. Decisiva per la squadra, anche in questo caso, la pregevole gara di Gaia Colli (Apd Pont-Saint-Martin): la bellunese che vive in Valle d’Aosta chiude nona (46:12) e quindi sono tre le italiane nelle prime dieci. Al 23° posto l’azzurrina delle siepi Linda Palumbo (Atl. Clarina Trentino), 49:43. Nella stazione sciistica andorrana (da 1941 a 2430 metri con dislivello positivo di 576 metri e negativo di 117), replay vincente in 41:49 dell’ugandese Risper Chebet davanti alla tedesca ex oro europeo Lisa Oed (41:54). Per l’Uganda 12 punti e sei lunghezze di vantaggio sull’Italia (18), terze le campionesse uscenti della Romania (29).

FIDAL

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