
Orizzonte Montagna – Università di Padova
Otto corsi di aggiornamento professionale per capire tutte le criticità di ordine ambientale, climatico, economico, logistico e sociale. Le specifiche abilità acquisite sono certificate digitalmente, riconosciute e spendibili a livello internazionale.
Cosa c’è “dietro” la montagna?
Otto i corsi di aggiornamento professionale creati dall’Università di Padova per capire tutte le criticità di ordine ambientale, climatico, economico, logistico e sociale. Le specifiche abilità acquisite dalla nuova proposta formativa sono certificate digitalmente, riconosciute e spendibili a livello internazionale. Molto variegata la piattaforma didattica, all’insegna di una profondità scientifica coniugata con la copertura dei temi drammatici ed emergenti che da tempo riguardano la montagna. Gli otto corsi sono:
- COMMON Montagna e comunità,
- MOVE-H Medicina di montagna,
- Marmolada LAB,
- RIMONT Riabitare la montagna,
- NEWMONT Comunicare un’altra montagna,
- IDROMONT Idromorfologia e gestione integrata dei corsi d’acqua di montagna,
- PRO-TUR Progettare il turismo montano,
- GEMONT Gestione etica della Montagna: visioni di futuro;
Tali corsi sono il frutto della collaborazione fra il Dipartimento Territorio e Sistemi agro-forestali, il Dipartimento di Medicina e il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità.
I dati dell’Istat consegnano questa fotografia del nostro Paese: “La superficie complessiva dell’Italia ammonta a 302.073 chilometri quadrati e, per la sua conformazione orografica, il Paese risulta caratterizzato da un territorio prevalentemente collinare (pari al 41,6% della superficie complessiva), seguito da quello di montagna (35,2%) e di pianura (23,2%).” Un’istantanea ancora più dettagliata è quella dell’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani secondo cui le aree classificate come montane o parzialmente montane in Italia sono oltre il 50% del territorio.
Tuttavia questo terzo “abbondante” di territorio è rimasto per molto tempo legato a una visione novecentesca che ha progressivamente ridotto la montagna a luogo per lo svago e il tempo libero, spazio di libertà, riserva di natura.
Oggi la montagna reclama un altro “spazio”: luogo di vita, con tutte le criticità di ordine ambientale, climatico, economico, logistico e sociale che richiedono attenzione, conoscenze e competenze complesse da parte di chi a vari livelli gestisce e amministra questa importante parte del Paese.
L’Università di Padova risponde a questa nuova visione con il progetto “Orizzonte Montagna”, che propone per l’anno 2024-2025 l’erogazione di 8 corsi di aggiornamento professionale aperti a tutti coloro che abbiano conseguito almeno un diploma di scuola superiore. Si tratta di pacchetti formativi agili (compresi tra 2 e 5 crediti formativi universitari) della durata variabile da pochi giorni a un mese con lezioni sia online, sia a diretto contatto con le realtà del territorio in collaborazione con istituzioni culturali e amministrazioni locali. I corsi spaziano dal territorio bellunese a quello vicentino e friulano, facendo riferimento alle sedi dell’Università dislocate a San Vito di Cadore, Spert e Belluno.
Il progetto “Orizzonte Montagna”: visione d’insieme e competenze spendibili a livello internazionale
Nasce con l’obiettivo di dare attenzione alla montagna nella sua complessità e varietà di funzioni, con attività formative sviluppate in forma coerente e coordinata su molteplici temi. La parola “Orizzonte” risponde alla convinzione che le esigenze di formazione sulla montagna debbano essere declinate in modo ampio e interdisciplinare: l’Università di Padova vanta una straordinaria ricchezza ed eterogeneità di saperi e competenze per intercettare e orientare un ampio ventaglio di bisogni concreti di formazione su temi emergenti calati nella specifica realtà della montagna: paesaggio, turismo, salute, benessere, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento alle molteplici sfide a essi connesse, tecnologie abilitanti e gestione amministrativa.
Prenderà avvio a giugno con un corso di medicina di montagna, proseguirà a luglio con proposte dedicate alla Marmolada e alle Dolomiti Patrimonio Unesco e riprenderà poi tra settembre e novembre con corsi dedicati all’idro-morfologia dei corsi d’acqua di montagna, alle nuove traiettorie abitative nelle montagne di mezzo, alla gestione amministrativa, alla progettazione turistica e alla comunicazione inerente alla montagna.
«Il legame tra Università di Padova e montagna è strettissimo, storicamente consolidato e trova linfa vitale nelle attività di ricerca dei docenti dell’Ateneo patavino. Più di metà dei 32 dipartimenti dell’Ateneo sono impegnati in progetti di ricerca che riguardano direttamente la montagna; le pubblicazioni scientifiche riguardanti i territori di montagna sono state oltre 700 nell’ultimo quinquennio, le tesi di laurea più di 300, e oltre 100 dei nostri docenti sono impegnati in insegnamenti che trattano argomenti che hanno specifica attinenza con la montagna – dice Vincenzo D’Agostino, coordinatore del Gruppo di lavoro “Orizzonte Montagna” -. Serve ora uno sguardo ampio e una visione aperta per cercare di abbracciare sotto un unico “orizzonte” tale ricchezza di competenze offrendola in forma agile e focalizzata, in parallelo ai percorsi didattici più tradizionali».
La proposta formativa di “Orizzonte Montagna” è sostenuta per l’anno corrente dal Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri grazie a un accordo di collaborazione siglato il 18 marzo 2025 al fine di fornire un contributo allo studio agli studenti che intendono orientare la loro formazione sulla promozione, tutela e valorizzazione dei territori montani. Grazie a tale accordo i primi 160 studenti collocati utilmente nelle graduatorie vedranno azzerata la quota d’iscrizione.
«L’accordo con il Ministero rafforza il ruolo dell’Università di Padova come punto di riferimento scientifico sulla montagna per l’area alpina orientale. La lunghissima tradizione di studi e l’ampia offerta del nostro Ateneo – afferma Mauro Varotto, docente di Geografia e responsabile scientifico dell’accordo di collaborazione – è il corredo giusto per affrontare le sfide attuali nelle “terre alte”: un mondo complesso, affascinante, fragile, non privo di contraddizioni, ma soprattutto un laboratorio di futuro per i temi della sostenibilità e del cambiamento climatico».
“Orizzonte montagna” risponde appieno a un lifelong learning di respiro europeo: un modello flessibile e inclusivo di formazione che si basa sullo strumento delle micro-credenziali, uno dei pilastri dell’European Education Area per l’apprendimento permanente, che trovano fondamento in un indirizzo del Consiglio dell’Unione Europea.
«I corsi di aggiornamento professionale previsti dal progetto “Orizzonte Montagna” confermano, ancora una volta, quell’approccio multidisciplinare che è uno dei cardini e dei punti di forza del nostro ateneo. L’incremento dell’offerta di corsi lifelong learning ci permette sempre più di mettere a fuoco l’obiettivo ambizioso fissato dall’Unione Europea: entro il 2030 il coinvolgimento annuale in attività di formazione di almeno il 60% di persone adulte – conclude Marta Ghisi, delegata ai Master, Corsi di perfezionamento e Formazione permanente e Micro-credentials dell’Università di Padova -. Non solo: con “Orizzonte Montagna” rilasciamo micro-credenziali, ovvero certificati digitali, non falsificabili, di conoscenze disciplinari, soft skills e competenze tecniche ottenute tramite corsi brevi, flessibili e inclusivi. Le micro-credenziali superano il concetto del generico attestato di fine corso: sono infatti certificazioni di specifiche abilità riconosciute e spendibili a livello internazionale e rappresentano un importante strumento, anche attraverso l’utilizzo di canali digitali, come i social network, per la ricerca attiva di lavoro».
Le collaborazioni
In fase di avvio il progetto Orizzonte Montagna ha stipulato un accordo di collaborazione con la Fondazione Giovanni Angelini – Centro studi sulla Montagna con sede a Belluno, sulla base di una collaborazione consolidata e documentata da numerose iniziative congiunte realizzate negli ultimi tre decenni. Una speciale attenzione sarà riservata dunque alla montagna più vicina, ma il progetto, coerentemente con la vocazione internazionale dell’Ateneo, è pronto a cogliere ogni opportunità (quali network sulle stesse tematiche a livello europeo o extra-europeo) ed è aperto alle esigenze dei territori montani senza limitazioni di natura geografica. Altri accordi di collaborazione potranno essere di volta in volta stipulati con realtà interessate a una collaborazione strutturata con l’Ateneo patavino.
Maggio 2025: i corsi in scadenza
- COMMON – Montagna e comunità – Geografia e paesaggio delle Dolomiti patrimonio dell’umanità, scadenza iscrizione on line 23 maggio
- MOVE-H – Montagna, prevenzione, esercizio fisico e salute, scadenza iscrizione on line 27 maggio
COMMON – Montagna e comunità – Geografia e paesaggio delle Dolomiti patrimonio dell’umanità
Nasce con l’idea di corso aperto a tutti: dal mondo degli insegnanti, alle guide ambientali-escursionistiche, ad accompagnatori di media montagna e a tutti quei professionisti che in diversi modi operano nella divulgazione relativa agli ambienti montani, in particolare quelli dolomitici. Sede del corso: Moena (TN) e Falcade (BL).
«Il corso nasce dalla collaborazione stretta tra Fondazione Giovanni Angelini di Belluno e Università di Padova nel campo della ricerca e della formazione sulle tematiche relative alla montagna e già da parecchi anni questa collaborazione ha portato alla proposta di un corso estivo e immersivo per insegnanti e guide nell’area delle Dolomiti, secondo le finalità della Fondazione Dolomiti Unesco – dice Benedetta Castiglioni referente del corso -. La Fondazione Dolomiti Unesco tiene moltissimo alla divulgazione e quindi alla formazione di chi di divulgazione si occupa. Il patrimonio della montagna dolomitica non è solo lo spettacolo estetico della parete rocciosa. Per poter raccontare a bambini e ragazzi o al grande pubblico che cosa sono davvero le Dolomiti c’è bisogno in primo luogo di una conoscenza approfondita dell’area, sotto diversi punti di vista: per questo, le tematiche del Corso spaziano attraverso diversi ambiti disciplinari, con approfondimenti “a tutto tondo”. In secondo luogo, le modalità didattiche, che prevedono una sola giornata in aula e due giornate di escursione, permettono ai corsisti di sperimentare una presa di contatto diretta con l’ambiente dolomitico, che potranno a loro volta trasmettere: la dimensione razionale della conoscenza e quella fisica, emotiva e relazionale dell’esperienza outdoor si arricchiscono vicendevolmente, quali ingredienti necessari di una formazione e divulgazione efficace».
Attraverso una presa di contatto diretta con l’ambiente dolomitico, si propone una conoscenza sia delle aree poste in quota, che verranno attraversate nella giornata di sabato 5 luglio (a cavallo di Veneto e Trentino dal Passo San Pellegrino), sia di quelle di fondovalle, oggetto dell’escursione del 6 luglio (nella Valle del Bios, con partenza da Falcade (BL)). La presentazione degli elementi caratterizzanti i diversi contesti attraversati porterà a riflettere su che cosa significhi essere comunità nelle Dolomiti. Da un lato si rifletterà su come gli elementi di valore presenti nelle aree in quota (la geologia e il paesaggio) hanno reso possibile l’inserimento dell’area nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, di una “comunità” quindi universale; dall’altro lato, percorrendo le zone di fondovalle e attraverso l’incontro con l’Ecomuseo della Val del Biois, si approfondiranno le conoscenze sulle comunità che hanno abitato, abitano e frequentano queste vallate e sul patrimonio che le rappresenta. Il corso si svolge per intero in territorio montano e propone per due delle tre giornate un incontro diretto con i luoghi: la dimensione immersiva dell’escursione rappresenta infatti un’esperienza unica, dà la possibilità di “toccare con mano” il patrimonio della montagna dolomitica, permette il confronto diretto con l’ambiente montano, con le sfide che pone, con le persone che lo abitano e lo frequentano. Le escursioni saranno infatti caratterizzate non solo da soste per le spiegazioni, ma anche da momenti di confronto tra i partecipanti sulla base di domande stimolo e dall’incontro con alcuni attori locali. Ai partecipanti verrà proposto di riflettere sull’importanza di una simile esperienza immersiva, affinché in seguito nelle loro attività professionali possano non soltanto trasmettere le conoscenze acquisite sui luoghi attraversati, ma anche promuovere una frequentazione consapevole della montagna.
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MOVE-H – Montagna, prevenzione, esercizio fisico e salute
Con accesso previa laurea in Medicina e Chirurgia, il corso intende fornire conoscenze e competenze teorico-pratiche relative ai benefici e alle criticità connesse all’esposizione delle persone all’ambiente montano e all’alta quota. Sede del corso: Sala Convegni dell’Ospedale San Martino di Belluno. In particolare, saranno fornite conoscenze di base sugli adattamenti dell’organismo all’ipossia e all’altitudine, tenendo conto delle diverse fasce d’età e della presenza di eventuali patologie croniche (cardiopatie, patologie polmonari, metaboliche) come ad esempio la cardiopatia ischemica, l’asma o il diabete.
«Sarà approfondito il ruolo dell’esercizio fisico in ambiente montano, analizzandone i benefici per il benessere generale. Le attività svolte in montagna, in particolare quelle aerobiche di intensità moderata, rappresentano una forma di movimento accessibile, che se praticata con regolarità contribuisce al miglioramento della qualità della vita sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista psicologico, oltre che alla riduzione di numerosi fattori di rischio – sottolinea Andrea Ermolao, referente del corso -. Allo stesso tempo, è essenziale che queste attività siano affrontate con consapevolezza, soprattutto in presenza di patologie croniche. Saranno inoltre illustrate quali precauzioni adottare per prevenire infortuni o complicanze in montagna».
Al termine del corso i professionisti sanitari disporranno di competenze per assistere pazienti con patologie croniche in attività montane, con capacità di valutazione dei rischi specifici, delle situazioni di emergenza e delle complicanze secondarie all’esposizione all’alta quota. Avranno anche conoscenze sulla medicina dello sport e dell’esercizio per supportare un’attività fisica sicura e sui temi trasversali dell’ambiente naturale, come l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.
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