
Intervista a Cristian Minoggio
LāEuropeo, poi il Mondiale. Cristian Minoggio, 41 anni compiuti lo scorso 15 gennaio, si ĆØ preso una gran bella soddisfazione primaverile con la vittoria allāUltratrail Mugello e con la Utlac 60 km, ma il suo sguardo ĆØ puntato sullāestate: Ā«Luglio, agosto, settembre: sono questi i mesi in cui voglio arrivare al picco della formaĀ» spiega. Il periodo, questāanno, ĆØ esattamente incastonato tra i due appuntamenti cerchiati di rosso sullāagenda: sabato 5 luglio Minoggio correrĆ gli Europei di skyrunning nella prova Ultra, giĆ vinta dal piemontese nel 2019 e nel 2023 e ospitata questāanno dal Sentiero 4 luglio di Corteno Golgi (Brescia); tra il 25 e il 28 settembre il corridore di Cannobio, sul lago Maggiore, ambisce invece a vivere in maglia azzurra i Mondiali di trail a Canfranc, sui Pirenei spagnoli. Nel mezzo, il 28 agosto, il menù prevedrĆ anche la Occ, la finale delle UTMB World Series nella categoria 50 km.
Virata verso i trail
Se il curriculum di Minoggio nello skyrunning ĆØ giĆ decisamente importante, impreziosito comāĆØ anche due titoli mondiali di Ultra (2022 e 2024) e da successi di prestigio (solo per fare un esempio, al Sentiero 4 luglio ha vinto nel 2018 e nel 2022), le ultime stagioni raccontano di un suo progressivo avvicinamento alle prove FIDAL e WMRA, con la partecipazione in maglia Italia al Mondiale di Innsbruck 2023 e allāEuropeo di Annecy 2024 nel trail (con un nono posto continentale come miglior risultato individuale e lāargento iridato a squadre in Austria).

Ā«Sono un corridore che va forte sul āmistoā, su percorsi molto tecnici ā parola di campione del mondo in carica ā in cui ci sono salite dure, discese ripide e poi subito dopo cāĆØ da riprendere immediatamente a correre: i tracciati dei trail sono invece più lisci, da ritmo, ci si avvicina alla corsa su strada e cāĆØ poco da camminare. Sto lavorando per crescere anche in questo tipo di gare: il sogno ĆØ una medaglia individuale ai Mondiali, so che sarĆ unāimpresa complicata ma ĆØ importante nella mia carriera di atleta poter essere supportato da stimoli diversiĀ».
Catarsi di corsa
A 41 anni, contro atleti anche di un decennio più giovani Ā«che menano senza pietĆ Ā» come dice scherzando lui, Minoggio ĆØ work in progress per allargare i propri orizzonti corsaioli. Per lui, dāaltronde, lo scialpinismo prima (per lui anche un ottavo posto al Trofeo Mezzalama) e la corsa poi hanno avuto un ruolo quasi catartico: Ā«Ho smesso di bere e di fumare a 22 anni: presi i ramponi e trascorsi il giorno di Natale in montagna, poi mi iscrissi al Cai, quindi arrivarono le gare. Con un pettorale indosso ĆØ tutto più facileĀ».
Vivere in diga
Anche la sua routine ĆØ tuttāaltro che banale. Una settimana sƬ e una no ĆØ ai 2500 metri della diga del lago del Sabbione in Alta Val Formazza, dove lavora come guardiano, tra controlli della temperatura, gestione dei locali e verifica costante della situazione.



Sale il martedƬ e scende il martedƬ successivo, per trascorrere sette giorni a Colazza e poi tornare in diga. Ā«Si impara a vivere appieno la montagnaĀ» sintetizza il diretto interessato parlando di una professione che ha abbracciato sei anni fa dopo anni da muratore: un postulato che ovviamente condiziona anche tutti i piani di allenamento, visto che i ritmi lavorativi impediscono veri allenamenti, che la neve imbianca i sentieri da novembre a giugno e che stare in quota a settimane alterne non costituisce propriamente un vantaggio. Esistono mezzi alternativi (Ā«Dieci volte su e giù della scalinata della diga significa mettere assieme 600 metri di dislivelloĀ» dice il corridore, intervistato rigorosamente via chiamata WhatsApp: la linea telefonica in diga ĆØ inesistente o quasi) ma ĆØ ovviamente nelle settimane āa bassa quota che Minoggio costruisce i suoi successi, Ā«mettendo assieme anche 30 km giornalieri di media quando cāĆØ bel tempoĀ». Dopo alcune stagioni da autodidatta Minoggio ha trovato una guida tecnica in Saverio Ottolini: Ā«Mi aiuta a gestire i carichi: ora, a differenza di un tempo, cerco i picchi di formaĀ».

Pioggia? No problem
Cristian Minoggio vive appieno la montagna e la corsa, due delle dimensioni per eccellenza degli sport outdoor: ma qual ĆØ il contesto meteorologico che preferisce? Ā«Allenarsi allāasciutto e correre con il brutto tempoĀ» risponde secco prima di dettagliare: Ā«Nel tecnico mi muovo bene e con il brutto tempo si può fare maggiormente la differenza. Il merito ĆØ anche delle scarpe, uso un paio di Kailas, si stanno evolvendo bene anche nel trailĀ». Se il prossimo 5 luglio a Corteno Golgi ci saranno nubi gonfie di pioggia a Cristian Minoggio potrebbe scappare un sorriso.
Cesare Rizzi