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giovedƬ, Maggio 1, 2025

Danilo Callegari, 50 km nell’Oceano Indiano fra squali, meduse e mare agitato

Si ĆØ concluso con successo ma tra molte difficoltĆ  il primo step di Africa Extreme 2015, che ha visto il wild iron man friulano Danilo Callegari percorrere 50 km a nuoto nell’Oceano Indiano in 23 ore non stop.

Danilo_Callegari_Africa_extreme_2015_ArrivalSwim-ph-credit_Lorenzo Franco SantinBagamojo – Tanzania, 8 ottobre 2015 – Partito da Zanzibar alle 20.30 (ora locale) ĆØ approdato non senza fatica sulle coste della Tanzania (Bagamojo) alle 19.30 circa (ora locale). A rendere ancora più ardua l’impresa dell’alpinista esploratore friulano sono state le ore di nuoto al buio, con il mare molto agitato che faceva scarrocciare Callegari ad ogni bracciata. Il mare mosso ha costretto inoltre la barca e il kayak d’appoggio a tenersi a grande distanza dall’atleta aumentando cosƬ il rischio di avvicinamento da parte di squali. Il kayak era infatti munito delle antenne antisqualo ma con un raggio d’azione molto limitato.

Ā«Ero quindi ā€˜solo’ in preda alla paura ma con la voglia di non mollare. Bracciata dopo bracciata i dolori muscolari sembravano sparire sotto l’effetto dell’adrenalina, cosƬ come le innumerevoli abrasioni in carne viva su svariate parti del corpo. Avevo paura sƬ, tanta paura…». Queste le prime parole di Danilo Callegari che ancora adesso trema al pensiero costante che l’ha tenuto sveglio negli ultimi mesi: Ā«L’immagine di quell’animale silenzioso e potente che risale rapido dall’invisibile fondale di un mare nero e che con rapiditĆ  mi afferra portandomi giù con le sue potenti fauci non mi ha abbandonato per tutta la traversataĀ».

Danilo_Callegari_Africa_extreme_2015_Swim-ph-credit_Lorenzo Franco SantinIl momento di crisi psicologica più profonda ĆØ stata negli ultimi 5 km, i più difficili e impegnativi di tutte le imprese che Danilo ha mai compiuto: sovrastato ormai dalla stanchezza solo l’aspetto mentale, la concentrazione e la respirazione e il pensiero che erano gli ultimi km lo hanno letteralmente portato a braccetto verso la costa tanzaniana. A livello fisico, a parte l’incontro-scontro con una medusa che si ĆØ appoggiata al volto di Danilo ma che non ha causato gravi danni fisici, il momento più critico ĆØ stato nell’uscita dall’acqua. Dopo tante ore immerso in posizione orizzontale, Danilo ha subito un episodio pre-sincopale con crisi di iperventilazione nel tentativo di compensare l’acidosi con episodi di vomito, brividi e convulsioni dovuti allo shock termico. Soccorso prontamente da Andrea Gigante, medico rianimatore e da Nicole Chinellato, infermiera, ha ripreso le forze nel giro di poco tempo.

Ā«Mi sento di poter dire che questa volta, più di altre, ho spostato in lĆ  i miei limiti fisici e mentali tenendo a giusta distanza ā€œquello squaloā€ che risiede dentro ognuno di noiĀ», ha dichiarato infine Callegari. Adesso, dopo qualche giorno di scarico e di riposo, Danilo Callegari comincerĆ  la sua traversata della savana di corsa percorrendo 1.200 chilometri in 27 giorni, con una maratona al giorno. Raggiunte le pendici del Kilimanjaro (1.600 m) salirĆ  da un versante fino alla vetta (5.895 m) senza l’ausilio di campi intermedi e ossigeno, per poi ridiscendere dall’altro versante, il tutto entro il tempo-limite delle 24 ore.

(Ph. Lorenzo Franco Santin)

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