Allenamenti in pista, gare di tutti i tipi, e poi la grande passione per la montagna. A raccontare Togni sono i RB Mauro Pifferi, Mauro Previ e Marco Barbieri.

MAURO PREVITALI. «Ci siamo conosciuti in una corsa che cade… il 31 dicembre. La Presezzo Roncola. Noi ci troviamo il martedì in pista a Brembate, diceva. Comodo, vicino a casa mia, perché non provare? Ho accettato l’invito, mi è piaciuto, così ho voluto approfondire iniziando a correre nel gruppo. Grazie a lui mi sono tesserato con i Runners Bergamo per le corse su strada. Sapeva fornire consigli mirati per qualsiasi obiettivo, dai trail alle maratone. La sua passione per la corsa era incontenibile. È riuscito a mantenere invariato l’entusiasmo di quando in passato era un atleta forte a caratura nazionale. Tuttora, nelle sue categorie arrivava primo: Franco Togni non era un atleta qualunque e questa caratteristica si notava subito, anche osservandolo fisicamente. Ben presto si è creata una forte amicizia. Indimenticabili i giorni trascorsi con lui in montagna quest’estate. Franco, Marco Barbieri ed io ci siamo recati in camper a Valbondione, assecondando la sua proposta. La sera stessa siamo saliti da Fiumenero a Valbondione. Scendendo, ci siamo fatti il bagno nel torrente. Una vita spartana, nel suo stile umile. L’indomani, invitando anche Roberto Farina, abbiamo fatto una lunga traversata. Valbondione, rifugio Coca, pizzo Coca, rifugio Curò, pizzo Recastello, Val Cerviera, Pizzo Tre Confini, Lizzola. Arrivati nel paese di Lizzola, sfiniti, abbiamo chiesto un passaggio per scendere a Valbondione. Ad accettare di trasportarci verso il fondo valle è stato il parroco, caricandoci sul suo furgoncino. Franco, oltre ad essere un allenatore sul piano atletico, mi ha dato varie lezioni di vita: dispensava consigli in tutti i campi».
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MARCO BARBIERI. «Franco Togni non ci seguiva solo al martedì in pista. Era un amico con cui si usciva a cena e si andava in montagna e un allenatore che si spendeva per noi. Io pratico la corsa su strada ma per il GTO (Gran Trail Orobie, da Carona a Bergamo, ndr) ho voluto fare un’eccezione perché amo correre sulle nostre Orobie. Ho partecipato a entrambe le edizioni dell’evento bergamasco. Il primo anno, Togni, pur avendomi seguito nelle fasi di preparazione, non ha potuto essere presente il giorno della gara. Ma mi aveva promesso che ci sarebbe stato per la seconda edizione, e così è stato. Quando sono arrivato al Poieto lui era lì in bici ad attendermi. Mi ha scortato e incitato fino a Bergamo. Era contentissimo, al traguardo si è complimentato. Ha voluto suggerirmi poi un nuovo obiettivo per il prossimo anno: la 100 km del Passatore. Lui mi avrebbe affiancato in bici. Anche se fisicamente lui non ci sarà, io continuerò a seguire gli obiettivi prefissati con la stessa determinazione. Per lui».
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MAURO PIFFERI. «Da due anni e mezzo faccio parte del gruppo che si allena in pista a Brembate. Un gruppo che Togni aveva creato radunando atleti molto diversi. Li seguiva tutti: dai fortissimi come Pietro Sonzogni che corre la mezza maratona in 1h8’ a chi impiega due ore. La caratteristica di Togni allenatore consisteva nel creare l’atmosfera adatta a coinvolgere le persone: serio quando necessario e spensierato in altre situazioni. Infatti Franco amalgamava il gruppo intorno a sé, perché era un amico oltre che un allenatore. E poi era costante, cocciuto e non si fermava mai: un esempio è il cross del Trofeo Monga a Treviglio. Per massimizzare i risultati della squadra ha proposto di far correre gli atleti top suddivisi nei tracciati di 3 km, 6 km e 9 km. Siamo riusciti a ottenere la tripletta io, suo figlio e Sonzogni, con Nives in testa nel femminile. Togni, che ha corso la 9 km, si è infortunato poco dopo la partenza. Ha però voluto a tutti i costi completare la gara, a prescindere dal risultato, ed è arrivato ultimo. Al termine, il suo pensiero era rivolto alla nostra vittoria. Prima di Natale ci siamo visti per una pizza, una trentina di amici, i “Togni & Friends” della pista di Brembate. Illustrandoci i buoni propositi per il nuovo anno, ha avuto un complimento – o una critica, se necessaria – per tutti noi».
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Enula Bassanelli