Piccola storia d’amore vera fra una runner amatoriale e il suo GPS cardio.
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Il 2017 si apre per me con un unico grande obiettivo, attorno al quale ne orbitano altri minori e orientati al raggiungimento dello scopo principale: migliorare il mio tempo sulla gara che ha cambiato il mio modo di vedere le cose: Gran Trail Orobie 70 km e 4200 m D+. Per realizzare questo proposito, è necessario attrezzarsi fisicamente e a livello di materiali.
Ho bisogno di un GPS cardio, possibilmente con rilevazione del battito al polso per evitare le escoriazioni provocate dalla fascia, con buona durata della batteria (14 ore sarebbero state perfette, ma il 235 ne garantisce 11, quindi è uno stimolo a migliorare il tempo della mia precedente prestazione!) e con la possibilità di caricare allenamenti personali o tracce GPX. Il Garmin 235 risponde parzialmente a tutte le mie aspettative e decido di scendere a qualche compromesso, anche se 349,00 euro non sono effettivamente pochi.
La scatola di un cardio-frequenzimetro GPS ricorda quella dei gioielli e, in particolare, degli “antenati” orologi da polso automatici, capolavori dell’umano ingegno, imprecisi eppur così affascinanti. È sempre la stessa emozione aprire queste scatole nonostante, spesso, tutta la poesia sfumi mentre ci si innervosisce nell’eliminare tutte le pellicole, aprire le innumerevoli scatole e scatoline per infine liberare lo strumento che diventerà il nostro compagno di allenamento e il nostro personal coach.
Quando finalmente dissotterro il mio Garmin 235 azzurrotiffany (solo le girls potranno capire) rimango sorpresa dalla sua estrema e inaspettata leggerezza. Nonostante la stazza, che su un polso femminile si fa notare, il 235 ha un peso di 42 g.
Decido di dare una lettura al manuale di istruzioni, non appena capisco che si tratta di poche pagine: le altre sono soltanto copie in 15.000 lingue diverse. Di fatto è abbastanza intuitivo, ma l’abitudine maturata sul buon e vecchio Garmin 210 potrebbe indurmi in errore, così come le funzioni social e fitness che decido di ignorare a piè pari. (Sia mai che pure il GPS mi aggiorni su quanto stia accadendo in Facebook o sulle conversazioni delle chat di gruppo in What’s Up…).
Faccio la dovuta conoscenza con il mio nuovo gioiello, collegandolo a Garmin Connect, in modo da aggiungerlo al mio profilo e caricare i dati principali. Decido di impostare anche il primo allenamento di ripetute, in modo da averlo già pronto per la prossima uscita. La funzione per farlo è Intervalli (Attività> Corsa> Intervalli) che è rimasta immutata dalle precedenti versioni.
Fatto questo, mi chiedo se cominciare a indossare costantemente il mio nuovo 235, in modo da permettergli di iniziare a misurare il mio battito, con mia relativa ansia da prestazione che fa sempre schizzare il mio bpm verso medie più verosimilmente tipiche di roditori e compagnia bella. No, non sono ancora pronta per andare a letto con il mio Garmin. Per ora mi fermo qui, non voglio mica bruciare le tappe.
Stay tuned.
Sara Taiocchi