Nell’ottava edizione della Hero Südtirol Dolomites 2017 si impongono Juri Ragnoli nel tracciato di 86 chilometri ed Elena Gaddoni nel tracciato corto di 60 chilometri. Ben 4.017 gli iscritti alla competizione di mtb in rappresentanza di 45 nazioni. Gerhard Vanzi: «La Hero e la visibilità internazionale: un biglietto da visita delle Dolomiti».
Selva di Val Gardena (Bz), 17 giugno – I biker azzurri Juri Ragnoli ed Elena Gaddoni trionfano alla Hero Südtirol Dolomites 2017. Questo il risultato finale della gara che i due biker hanno inseguito a lungo nella loro carriera. Ci hanno provato e riprovato e ce l’hanno fatta in questa ottava edizione. «È un sogno che si avvera!» è la frase che entrambi utilizzano al traguardo di Selva di Val Gardena, in un tripudio tutto italiano. Leo Paez, il colombiano che di Hero ne ha vinte quattro, questa volta non riesce a imporsi, e chiude al secondo posto, lasciando Daniele Mensi a completare il podio. Gaddoni, invece, mette in fila le due austriache Christina Kollmann e Carmen Buchacher, rispettivamente seconda e terza.
In 4.017 gli iscritti alla più dura e affascinante gara di mountain bike marathon del mondo, andata in scena sulle incantevoli Dolomiti. Due i tracciati: il percorso lungo con partenza dalla Val Gardena e attraversamento di Alta Badia, Arabba, Val di Fassa e Alpe di Siusi per un totale di 86 chilometri e 4.500 metri di dislivello per gli uomini, e quello più corto di 60 chilometri e 3.300 metri di dislivello per le donne.
La gara maschile ha un padrone indiscusso: Juri Ragnoli. Il campione italiano marathon, classe 1988, domina dall’inizio alla fine e dimostra di essere in splendida forma in vista dei Mondiali di domenica prossima a Singen (Germania). E per gli avversari è solo una questione di lotta per gli altri due gradini del podio. In avvio solo il belga Roel Paulissen riesce a stare in scia al bresciano, che transita per primo sul Dantercepies. Il campione in carica Paez, non al meglio per un problema fisico accusato prima della gara, è attardato ed è costretto a inseguire i due fuggitivi con Daniele Mensi, lo scorso anno terzo classificato e uno dei pretendenti alla vittoria.
Sul Campolongo la musica è sempre la stessa, con Ragnoli tallonato da Paulissen, ma con Paez in forte crescita. Verso il Pordoi, il colombiano raggiunge e stacca Paulissen in crisi e prova a lanciarsi all’inseguimento del battistrada. Un paio di minuti separano i due atleti, con il plurivincitore sudamericano che tenta l’aggancio. Ma contro questo Ragnoli è dura. Infatti il bresciano dello Scott Racing Team anche sul Duron è inarrestabile e per gli avversari è imprendibile. Taglia il traguardo di Selva Gardena per primo in 4:29’30” e ad attenderlo c’è Claudia, la fidanzata, che lo abbraccia: il primo luglio i due si sposeranno: «Tra poco più di dieci giorni mi sposo con Claudia ed è a lei che voglio dedicare questa vittoria. Vincere la Hero significa coronare un sogno che inseguivo ormai da cinque, sei anni. Vincere qui vuol dire dimostrare di essere il più forte sul percorso più bello. Ho capito che ce l’avrei fatta a Canazei, quando mi hanno comunicato che avevo un vantaggio di sei minuti. Da quel momento ho cercato di gestire le forze fino al traguardo. Mi sono innamorato della Hero nel 2011, quando sono arrivato secondo. Ci sono voluti sei anni, ma ce l’ho fatta!».
Al secondo posto, staccato di quasi sette minuti, troviamo Leo Paez. Il colombiano è incappato in una giornata sfortunata, ma è comunque riuscito a ottenere un risultato prestigioso. «Non mi sentivo bene, prima della partenza ho avuto problemi di stomaco, e di conseguenza la condizione non poteva essere ottimale, tanto che temevo di non riuscire ad arrivare nemmeno al traguardo. Poi ho anche sbagliato il percorso. Riprendere Ragnoli era davvero impossibile e posso ritenermi soddisfatto di questo secondo posto».
Sul podio troviamo un altro azzurro. È Daniele Mensi, terzo per il secondo anno di fila. «Onestamente mi aspettavo qualcosa di più, ma ho commesso l’errore di gestirmi troppo all’inizio, quando mi sentivo molto bene. Pensavo che la gara potesse decidersi più avanti. Invece mi sbagliavo, bisognava spingere da subito e Ragnoli ormai era andato. Scendendo da Canazei sono riuscito a recuperare e comunque salire su questo podio è sempre una grande soddisfazione. La condizione c’è e questo è un buon segnale in vista dei prossimi Mondiali».
Dopo Ragnoli, anche Elena Gaddoni riesce a firmare l’albo d’oro della Hero. La romagnola della Cicli Taddei centra infatti un successo con le lacrime agli occhi che ancora mancava nella sua bacheca. Chiudendo i 60 chilometri del percorso femminile in 4:03’21” conquista per la prima volta la durissima gara. È stato praticamente un monologo. Dopo essere transitata sul Dantercepies con 13 secondi di ritardo da Maria Cristina Nisi, Gaddoni si prende il comando e non lo lascia più. Macina chilometri e le avversarie non la vedono più.
«L’emozione è fortissima – dichiara all’arrivo – vincere la Hero è il coronamento di una carriera, è un sogno che si realizza, è davvero il massimo. Oggi è stato tutto perfetto, dall’inizio alla fine. Sono partita subito forte, poi ho tenuto duro sulla salita del Pordoi. Nell’ultimo tratto la fatica si è fatta sentire ed è normale che sia così perché questa gara è davvero dura. Il percorso è perfetto, migliora ad ogni edizione, ed è sempre stupendo correre qui».
Dietro, intanto, risalgono le austriache, con Christina Kollmann che fa la differenza sul Sella e va a prendersi il secondo posto, a quasi 4′ dalla vincitrice. «La Hero è una gara estremamente dura e ho sentito la fatica anche perché sono reduce dall’Alpen Tour della scorsa settimana, competizione che sono riuscita a vincere e quindi non avrei mai pensato che sarei riuscita a fare così bene anche qui. Sono riuscita a staccare Nisi sulla discesa del Pordoi, mentre Gaddoni era veramente irraggiungibile».
Alle spalle di Kollmann c’è Carmen Buchacher, che supera Maria Cristina Nisi e va a completare il podio. «Vivo e mi alleno in Sudafrica e non sono abituata a salite così dure. Ho trovato un percorso davvero bello, ricco di discese molto tecniche. Ho sofferto maggiormente le ascese, pagando un pizzico di stanchezza a causa della recente partecipazione all’Alpen Tour».
La gara sul tracciato di 60 in chiave maschile va ad appannaggio dell’altoatesino Klaus Fontana che si presenta a braccia alzate sul traguardo. Il pusterese del Torpado Südtirol aveva vinto sul lungo la prima edizione nel 2010. Oggi porta a casa il percorso corto ed è il primo atleta a realizzare questa particolare doppietta.
Ben 4017 partecipanti alla Hero Südtirol Dolomites 2017 in rappresentanza di 45 nazioni, e anche in questa ottava edizione si è registrato il tutto esaurito. La Hero si conferma non solo la più difficile mountain bike marathon del mondo, ma anche una delle più ricercate e frequentate.
«Naturalmente a noi come organizzatori la continua crescita della Hero ci riempie di gioia – commenta Gerhard Vanzi, presidente del comitato organizzatore – un evento di queste dimensioni è sempre legato a numerose incognite. Per questo sono felice che tutto abbia funzionato: gli atleti sono arrivati in buone condizioni al traguardo, il tempo è stato perfetto, anche gli spettatori hanno avuto la loro parte e sono rimasti sicuramente soddisfatti dello spettacolo» commenta Vanzi, che sottolinea come la Hero sia un biglietto da visita straordinario per il territorio.
Classifica HERO Südtirol Dolomites 2017 Uomini (86 chilometri)
1. Juri Ragnoli (ITA) 4:29.30,4
2. Hector Leonardo Paez Leon (COL) 4:36.23,3
3. Daniele Mensi (ITA) 4:41.00,8
4. Uwe Hochenwarter (AUT) 4:42.20,2
5. Tony Longo (ITA) 4:42.48,8
6. Markus Kaufmann (GER) 4:43.59,6
7. Cristian Cominelli (ITA) 4:46.01,0
8. Urs Huber (SUI) 4:51.34,2
9. Luca Ronchi (ITA) 4:52.10,6
10. Cristiano Salerno (ITA) 4:53.20,2
Classifica HERO Südtirol Dolomites 2017 Donne (60 chilometri)
1. Elena Gaddoni (ITA) 4:03.21,8
2. Christina Kollmann (AUT) 4:07.24,4
3. Carmen Buchacher (AUT) 4:11.29,1
4. Maria Cristina Nisi (ITA) 4:14.00,3
5. Costanza Fasolis (ITA) 4:14.19,4
6. Sabine Sommer (AUT) 4:15.40,9
7. Andrea Böttger (AUT) 4:16.24,8
8. Elisa Gastaldi (ITA) 4:22.21,9
9. Elisabeth Steger (ITA) 4:28.57,0
10. Katrin Schwing (GER) 4:33.19,3