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giovedì, Ottobre 24, 2024

Non fare le scarpe all’Africa, donale. Katutura Project, missione compiuta

Brooks Running, Sergio Contin e Federazione Triathlon insieme per un progetto umanitario. Le scarpe sono giunte a destinazione. Nell’arco di qualche settimana ne sono state raccolte circa 300 paia. Che ora vengono calzate grandi e piccini delle baraccopoli di Windhoek…

Katutura Brooks (4)Migliarino (Pisa) – È andato a buon fine il progetto nato dall’idea di Sergio Contin (tecnico Fitri) e che ha visto la partecipazione ed il coinvolgimento di Brooks Running e della Federazione italiana Triathlon. Tutto è nato in novembre quando si è partiti attivamente con il progetto di riuscire a recuperare dai runners italiani quante più calzature possibili da corsa per donarle agli abitanti di Katutura, un quartiere poverissimo di Windhoek, la capitale della Namibia dove Contin e gli atleti della nazionale triathlon, tra i quali il Carabiniere Alessandro Fabian già membro del Brooks Team, si recano da qualche anno per il raduno invernale in altura.

Calzature sportive da noi giudicate non più valide, che ormai hanno terminato il loro compito di farci correre perché ‘scariche’, senza più quel fondamentale potere ammortizzante utile nel gesto sportivo, ma calzature comunque ancora assai valide per l’uso quotidiano, nella maggior parte dei casi con solo tre, quattro mesi di vita, dunque ancora molto utilizzabili.

Katutura Brooks (3)Da novembre nei negozi specializzati running grazie anche al coinvolgimento di Brooks si è iniziato a raccogliere scarpe ed è stato subito un successo. Sensibili e toccati al cuore i podisti italiani che hanno voluto fare del bene donando le calzature ormai dismesse. Un piccolo gesto che non è costato nulla, oltre 300 paia raccolte in poche settimane, 200 kg di peso spedito e arrivato in queste settimane a Windhoek dove si trovano proprio Contin, Fabian e gli altri azzurri impegnati nel raduno.

Qualche giorno fa la consegna e le parole arrivate da Contin e dalla immensa Namibia: “Eh sì, obiettivo raggiunto: le vostre o meglio le nostre scarpe sono giunte a destinazione. I piedi dei bambini delle baraccopoli di Windhoek e anche di molti dei loro genitori, hanno potuto calzare con grande sollievo ed entusiasmo le nostre scarpe. Non ha prezzo avere l’opportunità, perché di opportunità si tratta, di calarsi in questa realtà e provocare sorpresa, sorrisi, festa. Finalmente in tanti potranno andare al lavoro o a scuola senza bruciarsi o ferirsi ai piedi o i bambini giocare qualche momento a pallone senza provare dolore”.

Katutura Brooks Sergio Contin (6)Momenti comunque particolari, di quelli che ti rimangono dentro per sempre: “Quando arrivi in quel posto, transitando lentamente con il furgone, studiando la zona più adatta per sostare tra loro… percepisci da subito un’atmosfera di perplessità, forse pregiudizio e titubanza, ma – racconta emozionato Sergio Contin – bastano pochi secondi: parcheggi il furgone, scendi, un “hi guys, come on!”, gli fai un sorriso che non puoi non fare e sei subito con loro, invaso e circondato da questa gente così semplice, trasparente e pulita. Anche questa volta siamo riusciti a ricevere in cambio gioia e sorrisi”.

Katutura Project: “Non fare le scarpe all’Africa, donale” è stato solo l’inizio, la missione continua perché la soddisfazione è stata tanta e ancora più grande è la necessità di queste popolazioni.

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