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venerdƬ, Marzo 29, 2024

L’intervista a Fabio Bazzana, skyrunner Valetudo

Fabio Bazzana, il giovane skyrunner di Cene che ha lasciato la bici per la montagna – Vi proponiamo l’intervista a Fabio Bazzana pubblicata sul periodico Araberara in data 8 giugno 2012.

(di Enula Bassanelli) Si chiama Fabio Bazzana, ha 24 anni, ĆØ una stella nascente dello skyrunning. Una stella un poā€™ misteriosa che brilla in alcune gare poi si eclissa per certi periodi e di nuovo ricompare nel mondo delle competizioni. Il motivo per cui ĆØ rimasto lontano dalle skyrace per un intero anno lo svela egli stesso, lui che cerca la competizione ma che ĆØ attratto dalla montagna a 360 gradi e che ha sentito forte il richiamo delle cime piĆ¹ alte tanto da dedicarvisi totalmente lasciando perdere, per una stagione, tutto il resto.

Fabio abita a Cene in localitĆ  Monte Bue e lavora nellā€™attivitĆ  storica della sua famiglia, fa il venditore ambulante di formaggi e salumi: ā€œUn lavoro molto impegnativo ma che mi lascia comunque lo spazio per allenarmiā€. Unā€™adolescenza condita dallā€™amore per ciclismo, finchĆ© ha capito che non si trattava di un amore completo, che quello sport non lo soddisfava del tutto, e che doveva cercare qualcosā€™altro: ā€œHo smesso di correre in bici perchĆ© non ero un vincente, sentivo che dentro di me c’era qualcosa da esprimere ma la bici non me dava la possibilitĆ , la tenevo solo come passione, ma poi la montagna me lā€™ha fatta dimenticare, ero stanco di stare in mezzo al traffico. Il ciclismo ĆØ uno sport bellissimo creato dall’uomo ma che ora lā€™uomo sta distruggendo, sono pochi i posti dove vorrei ritrovarmi a pedalare, la bicicletta mi viene in mente solo quando a correre mi fanno male le gambe, ma piuttosto della bici preferisco usare gli skirollā€.

La scintilla dello skyrunning si accende improvvisa nel 2008 quando viene a sapere che sulle Orobie si sarebbe disputata lā€™Orobie Skyraid: ā€œIncuriosito, quella domenica sono salito al Rifugio Coca per osservare la gara. Nel vedere i corridori ho capito che… volevo essere anche io uno skyrunner, uno di loro. Io adoro la montagna, sia d’inverno che d’estate e allo stesso tempo mi piacciono lo sport e la competizione, ma prima del 2008 in montagna ci andavo da soloā€.

In quello stesso anno lā€™esordio alle gare alla Mezza del Trofeo Kima: ā€œCi sono andato grazie al mio compaesano Marco Zanchi, conosciuto tramite una mia collega di lavoro – prima lavoravo alla Promatech – di nome  Lucia, sorella del casnighese

Luca Imberti. Luca si ĆØ rivelato per me, e lo ĆØ tuttora, il punto di riferimento per andare ad esplorare posti nuovi in montagna sia a piedi che con gli sci dā€™alpinismo. Zanchi, che con Luca ha fondato la squadra IZ, ĆØ la persona che mi ha introdotto nell’ambiente gare, ambiente in cui mi sono trovato subito bene, ho iniziato cosƬ col Kima e subito ho dimostrato di andare forte in salita e di essere una frana in discesaā€.

Una passione per le skyrace intervallata da altre esperienze. Per un certo periodo ti sei dedicato ai trail (gare in montagna su lunghe distanze)? ā€œDire che mi sono dedicato alle trail ĆØ sbagliato, ne ho fatte solo due a fine stagione, una l’ho vinta e nellā€™altra mi sono classificato quarto. PiĆ¹ precisamente ho vinto il Maddalena Urban Trail di 43 km in 5h2ā€™23 e sono giunto quarto al Trail del Monte Casto (42 km) con il tempo di 4h19ā€™38ā€.

Allora cosa hai fatto lā€™anno scorso, se non ti sei dedicato ai trail? ā€œL’anno scorso si puĆ² dire che sia stato un anno sabbatico, ho evitato le competizioni, mi sono dedicato completamente alle grandi montagne, quelle che non si fanno di corsa con le scarpette, poi a fine estate ho ricominciato a correre e siccome la stagione era finita restavano solo le trailā€. Solo due gare di trail ma Bazzana si ĆØ giĆ  fatto unā€™idea anche in merito a questo tipo di gare: ā€œLe trail le considero poco sotto l’aspetto della competitivitĆ . A me piacciono le lunghe distanze ma fino ad un certo punto: oltre i 50-60 chilometri le vivo come un lungo viaggio piuttosto che come una gara. Ritengo che alcuni atleti di alto livello prendano il via alle trail solo perchĆ© spinti dalle aziende, l’Ultra Trail del Monte Bianco di 180 km mi sembra un’autodistruzione, non parliamo del Tor des GĆ©ants di 330 chilometriā€.

Le montagne che, come dice lui, ā€˜non si fanno di corsa con le scarpetteā€™, sono le Grandi Montagne: ā€œHo fatto quello che un indomani avevo paura di non poter piĆ¹ fare, cioĆØ le grandi montagne come il Cervino, il Rosa e tante altre. Era una mia ambizione personale che volevo esaudire subito, e sono sicuro che queste esperienze me le porterĆ² nei momenti di difficoltĆ  durante le gare, adesso che sono tornato alle skyā€.

Non bastavano le skyrace, le trail e le grandi montagne, Bazzana pratica anche lo sci alpinismo: ā€œDi sci alpinismo ne faccio tantissimo, per me ĆØ il modo migliore di andare in montagna, ĆØ una passione nata sempre nel 2008 e spero che negli inverni prossimi la neve cada piĆ¹ abbondante. Quest’anno ho cominciato anche con le gare e mi sono tolto delle belle soddisfazioni con degli ottimi piazzamenti… Mi ĆØ mancata solo la vittoriaā€.

Il 13 maggio di questā€™anno ha esordito con le scarpe da corsa, lā€™occasione ĆØ stata il Giro del Giongo a Villa dā€™AlmĆØ: ā€œDalla metĆ  di ottobre fino alla domenica del Trofeo Parravicini ho solo fatto sci alpinismo, il lunedƬ ho rimesso le scarpe e domenica al Giongo mi sono piazzato al nono posto. Benissimo in salita ma un disastro in discesaā€. La divisa ĆØ quella della Valetudo: ā€œIn squadra mi trovo benissimo e devo ringraziare il presidente Giorgio Pesenti perchĆ© ĆØ un valido punto di riferimentoā€. Le sue ambizioni si concentrano su tre gare: ā€œVorrei fare bene al Sentiero 4 Luglio, al Trofeo KIMA  e allo Scaccabarozzi, tre gare che per me sono il simbolo delle skymarathon in Italiaā€.

Correre in montagna ĆØ una triplice sfida: ā€œStai affrontando i tuoi avversari, te stesso e le difficoltĆ  della montagna. Mi piace fare sport in un ambiente dove la natura la fa da padrona e ho la possibilitĆ  di ascoltare i suoi rumori e ascoltare me stesso, sia le mie gambe che la mia testa. Correre in montagna mi dĆ  modo di liberare il brio che ho nelle gambe, liberare e sviluppare i pensieri e i problemi della vita, cercando a volte nella montagna delle risposteā€.

Una frase di Valerio Bertoglio (affermata guida alpina e precursore italiano dello skyrunning) rimane stampata nella mente di Fabio, una frase in cui si identifica. La frase recita: ā€œIl senso di libertĆ  che provo a correre in montagna mi dĆ  la forza di ribellarmi nella vita, di non sottomettermi alla normalitĆ , io dentro mi sento un maratoneta della montagna… un alpinista ribelle!ā€.

Fabio Bazzana

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