15 vittorie, 4 secondi posti, 1 terzo posto e 2 quarti. Una stagione, quella di Luca Carrara, coronata dal successo al campionato italiano di trail lungo Fidal e nella Skyrunner Italy Series – Ultra. Non ĆØ mica finita: fra una manciata di giorni, il bergamasco del team Mammut Libertas Vallesabbia vestirĆ la maglia azzurra al Mondiale in Portogallo, inseguendo il sogno realizzato dalla mamma nel 1971 a Mendrisio nella rassegna iridata di ciclismo su strada…
Ciao Luca, come stai?
Ā«Un poā stanco, ma bene. Il 2016 sportivo ĆØ iniziato presto e non ĆØ ancora terminatoĀ».
Ripercorriamo la stagione.
Ā«Nel mese di gennaio ho corso S1 Trail, Montefortiana Clivus e Ronda Ghibellina. A febbraio lāedizione 1 dellāEremitica, mentre a marzo sono tornato al Firenze Urban Trail e allāEcotrail Paris, prima di un passaggio alla BVG marathon. Poi sono venute le Italian Series con le partecipazioni al Trail del Mugello e al Trail del Monte Soglio, prima di ritrovare alcune skyrace molto tecniche: la Skyrace de Matheysins (Skyrunner France Series), la Skyrace del Segredont, la Belladormente e le Creste del Resegone. Luglio e agosto passati vicino a casa tra Maratona del Cielo Sentiero 4 Luglio, Torcole Trail, Gran Trail Orobie (GTO) e Roncobello Laghi Gemelli. Un finale di stagione fittissimo a partire dalla Maddalene Skymarathon, la Maga Skymarathon, il Sellaronda, il campionato italiano di trail a Badia Prataglia, lāinterminabile fatica del Morenic Trail (113 km) e Limone sul Garda. Ho avuto la fortuna di cogliere parecchie vittorie, preziose ma mai quanto le persone che ho avuto modo di incontrare e conoscereĀ».
La tua esperienza al GTO ĆØ stata un misto di soddisfazione, dolore e delusione.
Ā«Il Gran Trail Orobie ĆØ stata unāimprovvisata. Ho deciso di partecipare solo pochi giorni prima. Come ogni cosa che si improvvisa, ci sono dei rischi che si sono purtroppo concretizzati poco dopo la metĆ gara, dove sono stato colpito da un fortissimo mal di stomaco che mi ha costretto a rallentare quando ero primo con un discreto margine. A Selvino avrei voluto ritirarmi perchĆ© stavo veramente male. Poi mi hanno detto: āDaiā¦ prova a proseguire fino a Monte di Nese, il nonno ĆØ andato lƬ per vederti. Torni a Scanzo con luiā. CosƬ ho proseguito, ho incontrato un amico sul percorso che mi ha invitato a non mollare e in qualche modo sono arrivato fino in Piazza Vecchia a Bergamo. In 9 ore di gara si sono alternati soddisfazione, fatica, malessere, ma quello che mi sono portato via ĆØ stato molto di piĆ¹: una incredibile manifestazione di affetto da parte dei numerosi tifosi sul percorso e una dimostrazione a me stesso di quanto la tenacia possa portare lontano. La famiglia allāarrivo mi ha riempito di gioiaĀ».
Morenic Trail e poi Limone sul Garda…
Ā«Il giorno successivo al Morenic Trail non riuscivo a camminare. Avevo i tendini in fiamme. Ci siamo ritrovati la mattina alle 9 per le premiazioni ed ĆØ stato bellissimo, tra amici nella magia della piazza di Brosso. Nei giorni successivi, sotto la guida di Eros Grazioli mi sono rimesso in sesto e abbiamo iniziato a pensare che Limone era un palcoscenico troppo bello per non partecipare. CosƬ sono andato alle finali delle Skyrunner World Series sul lago di Garda e ho partecipato a entrambe le gare: il vertical della sera sotto la pioggia e la skyrace del giorno seguente. Ć stata dura ma sono soddisfatto. Ho migliorato i tempi dello scorso anno e sono entrato nella foto delle premiazioni finali. Detta cosƬ sembra sminuente, rispetto alle vittorie che ho raccolto nel corso del 2016, ma per me aver corso lƬ ĆØ stata adrenalina pura, un’emozione unicaĀ».
La vittoria piĆ¹ bella?
Ā«Quella sui 60 km del Trail del Mugello. In una giornata piovosa, al km 25 ho sbagliato percorso mentre ero in testa con qualche minuto di vantaggio. Ho iniziato a risalire un crinale per qualche km prima di rendermi conto che in effetti ero proprio fuori strada. Sono ritornato sui miei passi, ma quando ho chiesto come fossi messo, mi hanno detto che ero decimo a 26 minuti dal battistrada. Con un certo sconforto, ho ricominciato a correre pensando piĆ¹ che altro ad avvicinarmi allāarrivo. Pian piano sono riuscito a raggiungere e superare chi mi precedeva e risalire fino alla seconda posizione. A 6 km dal traguardo, i minuti di distacco perĆ² erano ancora 12. Ma il destino aveva in serbo per me un finale imprevedibile: una discesa lunga e resa oltremodo scivolosa da acqua e fango. Ho sorpassato Fabio di Giacomo ad un chilometro dal traguardo e quando sono arrivato ĆØ stata unāemozione unica. La cosa piĆ¹ bella, perĆ², ĆØ stata lāamicizia nata con Giovanni Zorn e con Fabio di Giacomo, diventato il mio principale avversario nelle Skyrunner Italy SeriesĀ».
La piĆ¹ combattuta?
Ā«Alla Montefortiana Clivus, gara di inizio stagione che si svolge lungo le colline e i vigneti del Soave, ero riuscito a staccare gli inseguitori da subito ma non avevo molto margine. A un chilometro dallāarrivo la rincorsa di Menegardi alle mie spalle si ĆØ concretizzata in un aggancio tremendo. Non so dove ho trovato la forza per rilanciare lāandatura e andare a vincere. Ho avuto mal di gambe per una settimana e ancora adesso, ripensandoci, ho il cuore in golaĀ».
L’avversario piĆ¹ ostico dell’anno?
Ā«Fabio di Giacomo ĆØ stata una vera spina nel fianco. Non ha mai mollato un passo. Ci siamo dati battaglia su tutte le gare delle Skyrunner Italy Series (eccezion fatta per il Trofeo Kima a cui ho rinunciato per correre la Maga Skymarathon, gara a cui sono molto legato) e mi ha praticamente costretto a correre anche la gara finale completamente fuori dalle mie corde: la Morenic Trail che in 113 km ripercorre le orme dellāanfiteatro morenico di Ivrea lasciate dopo il ritiro del ghiacciaio. Credo che avesse ragione, partecipando ho onorato la vittoria che avevo costruito nelle tappe predenti del circuitoĀ».
Le tue scarpe da gara?
Ā«Le mie compagne di viaggio sono le Mammut MTR201 Dyneema. Si tratta di scarpe con cui mi trovo molto bene per via di una mescola con molto grip sulle rocce e sul bagnato. Il tessuto di cui sono fatte ĆØ quello utilizzato per le fettucce di arrampicata. Diversamente da altri modelli race sono praticamente indistruttibiliĀ».
Adesso fari puntati sull’appuntamento internazionale.
Ā«Esatto, sono fra i convocati al Mondiale in Portogallo con la Nazionale Italiana di TrailĀ».
Per inseguire lo stesso sogno di tua mamma, Clorinda Valle.
Ā«SƬ, in vista del campionato in Portogallo mi viene in mente la medaglia che da bambino vedevo appesa nella piccola bacheca di casa: Mondiali di ciclismo femminile 1971, Mendrisio. Sorrido pensando che avrĆ² la fortuna di seguire le orme di mia mamma, una responsabilitĆ che accolgo con onore e un pizzico di emozione. Speriamo beneā¦Ā».
Enula Bassanelli