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lunedƬ, Maggio 13, 2024

L’avanzata delle Marcialonghette, il coraggioso cammino delle donne nello sport

Alla Marcialonga del 31 gennaio 2016 le donne Ć©lite partiranno davanti a tutti: novitĆ  assoluta e momento storico per la manifestazione di sci nordico di Fiemme e Fassa (Trento).

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Alla prossima Marcialonga invernale del 31 gennaio 2016 le donne Ć©lite partiranno in testa, con 10 minuti di vantaggio sulla ā€œmandria di bisontiā€. Un evento storico, una decisione destinata a lasciare il segno, una scelta che commuoverĆ  le ā€œMarcialonghetteā€ delle prime edizioni che diedero sfoggio di grinta, coraggio eā€¦ fantasia, per riuscire a partecipare assieme ai colleghi maschi.

Si narra che nellā€™antica Grecia la prima rappresentante del gentil sesso a prender parte ad una competizione sportiva lo feceā€¦ travestendosi da uomo. Uno stratagemma che le donne che osarono intrufolarsi alle prime edizioni della Marcialonga di Fiemme e Fassa conoscono bene. Le prime presenze furono quelle di Maria Fida Moro, figlia del compianto statista Aldo Moro, e di Gigliola Cinquetti, contattata a Milano dopo la presentazione ufficiale della manifestazione alla stampa. Queste partecipazioni, datate 7 febbraio 1971, sono tuttavia riconducibili a una partenza ā€œfuori garaā€ per la prima e ad un ruolo di testimonial per la seconda, nulla che lasci presagire ad un serio impegno sportivo.

Marcialonga-Polakova_Gruppo-sciGiĆ  dalla seconda edizione del 30 gennaio 1972 ci furono i primi tentativi di camuffamento. Due ragazze norvegesi si travestirono da uomini e furono scoperte solamente al traguardo! Nella terza edizione cinque donne furono smascherate da baffi posticci, nella quarta quattro atlete conclusero la prova con false generalitĆ , nella quinta cinque donne vennero smascherate e squalificate. Apice di quanto accadde in seguito furono le quattordici donne travestite da uomo nella sesta edizione, con un emblematico cartello ad aspettarle allā€™arrivo: ā€œMarcialonga vietata alle donne: perchĆ©?ā€. GiĆ , perchĆ©? Una domanda che qualche mese piĆ¹ tardi trovĆ² risposta, tantā€™ĆØ che alla settima Marcialonga di Fiemme e Fassa la porta sbarrata alle donne si spalancĆ².

Unā€™analessi ci porta ad Olimpia, nel 776 a.C. Ai piedi del tempio di Zeus cā€™ĆØ fermento, ĆØ in corso la cerimonia dā€™apertura dei primi Giochi Olimpici. ƈ stata decretata lā€™Ekecheiria, una tregua sacra in tutta la Grecia. Nessuna donna ĆØ presente, nĆ© come partecipante nĆ© come spettatrice. Persino il fondatore De Coubertin durante la prima Olimpiade moderna si oppose alla loro partecipazione, rispettando la tradizione classica che le voleva escluse. Tuttavia, una greca di umili origini conosciuta come Melpomene, partecipĆ² non ufficialmente correndo eroicamente da sola il giorno successivo. Per notare le prime presenze ufficiali si deve risalire ai Giochi di Parigi del 1900, con un paio di donne comparse in gara.

Una ā€œcolpaā€ imputabile in parte anche alla letteratura, il romanticismo ottocentesco aveva creato unā€™immagine stereotipata della donna. Attraverso le pagine dei libri ella veniva rappresentata come un essere malinconico, una creatura fragile e remissiva, eternamente destinata allā€™obbedienza e al compiacimento dellā€™uomo, lā€™opposto dellā€™immaginario sportivo collettivo, ben piĆ¹ brutale e mascolino. Vero e proprio spartiacque furono le famigerate Olimpiadi di Berlino del 1936, con lo spettro del nazismo alle porte. Le donne cominciarono ad essere considerate per la prima volta delle atlete, non mere apparizioni o fenomeni da baraccone. A dimostrazione di ciĆ², fu la prima medaglia in assoluto dellā€™atletica italiana, che arrivĆ² negli 80 metri ad ostacoli proprio da parte di una donna, lā€™allora ventenne bolognese Trebisonda Valla, detta ā€œOndinaā€.

sci nordico marcialonga 2015 photo credit NewspowerDa quel momento in poi fu una costante evoluzione, ed ora donne e uomini possono mescolare e valorizzare le proprie abilitĆ  innate, qualunque esse siano. Le prime sono in grado di far sfoggio della propria resistenza nello sci di fondo e della forza nel pugilato, i secondi possono dar prova di sensibilitĆ  ed espressivitĆ  nel pattinaggio artistico e nella ginnastica ritmica, senza che qualcuno ci trovi nulla da ridire. Ma non fu unā€™evoluzione facile, di certo non priva di coraggio, ma difficoltosa, complicata, unā€™impresa daā€¦ Donne! Ancora nel 1968, nellā€™anno di grandi cambiamenti e rivoluzioni, la disciplina per eccellenza dei Giochi Olimpici, la maratona, era loro preclusa. Le gesta di Filippide – il giovane ateniese che secondo la leggenda corse fino allā€™acropoli per annunciare la vittoria dei concittadini e, una volta giunto a destinazione, morƬ stremato per lo sforzo immane – potevano essere ripercorse solamente dagli atleti maschi.

In ambito non olimpico, il caso piĆ¹ eclatante fu quello della maratoneta statunitense Kathy Switzer, che alla Maratona di Boston si iscrisse con lā€™iniziale del nome ingannando i commissari. I quali, quando si accorsero della sua presenza, cercarono di fermarla rincorrendola ā€œby any means necessaryā€, anche con lā€™uso della forza. Non fecero perĆ² i conti con lā€™energumeno che le correva a fianco, il fidanzato della giovane Kathy, Tom Miller, un atleta di lancio del martello che riuscƬ a proteggerla fino allā€™arrivo allo stadio, dove venne fermata. La mossa ardita della Switzer non le permise di portare a termine la sua impresa ma lanciĆ² un segnale cosƬ forte che nel 1972 la maratona venne aperta alle donne. Fino al 1977 le donne non erano ammesse alla Marcialonga, la prima vincitrice fu la francese Dominique Robert nel 1978, tutte (o quasi) coloro che ci provarono precedentemente vennero scovate e squalificate. Lo sport ĆØ un microcosmo che riflette le problematiche della societĆ  e ci sono voluti secoli per far sƬ che le donne partecipassero alle competizioni sportive o addirittura vi assistessero.

Ph: Newspower Canon
Ph: Newspower Canon

La ā€œCarta Europea dei Diritti delle Donne nello Sportā€ del 1985, proposta in Parlamento dallā€™Unione Italiana Sport Per Tutti, fu un significativo passo in avanti nella ricerca di strumenti utili per promuovere la partecipazione femminile alle varie discipline, mettendo in luce, indipendentemente dalle differenze fisiologiche fra i due sessi, le disuguaglianze presenti. Ne ĆØ passata di acqua sotto i ponti, i tempi sono cambiati, ma la voglia di ā€œcamuffarsiā€, se non con baffi posticci o escamotage di ogni tipo, pare non lo sia affatto. La norvegese Kristin StĆørmer Steira, che si ĆØ ritirata questā€™anno dalla Coppa del Mondo e che vanta un ricco palmarĆØs mondiale ed olimpico, parteciperĆ  alla prossima Marcialonga di Fiemme e Fassa come una normale fondista, senza richiedere una griglia o un pettorale di favore.

Una delle conferme piĆ¹ forti del crescente sviluppo delle donne nello sport lo darĆ  la Marcialonga del prossimo 31 gennaio, con la partenza anticipata delle atlete Ć©lite, che nella quarantatreesima edizione per la prima volta faranno da apripista. Un grande passo avanti per mentalitĆ  e crescita dei valori che fondano qualsiasi disciplina. Lo sviluppo partecipativo delle donne in ambito sportivo, abbinato al loro coraggio, ĆØ stato indubbiamente uno dei segnali piĆ¹ forti di emancipazione femminile. Info: www.marcialonga.it

Ph. Newspower

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