Abbiamo deciso di raccontarvi una storia, una di quelle belle, con il lieto fine. Abbiamo incontrato Marco De Gasperi, fresco della recente vittoria delle Migu Run Skyrunner World Series e in attesa di inaugurare la 5ĀŖ edizione del Valtellina Wine Trail, gara di casa di cui ĆØ organizzatore.

Ci sono storie che iniziano con un castello, altre con principi regnanti capricciosi e vanitosi. Questa storia inizia in Valtellina, fra i suoi pascoli verdeggianti e le pacifiche mucche da latte, complici della filiera di produzione di un formaggio gustoso, capace di stregare se abbinato a un piatto di pizzoccheri caserecci e un buon bicchiere di Nebbiolo delle Alpi.
Eā qui, fra le vette evocative dellāOrtles e del Cevedale, in una terra di confine, diario di passi vecchi di secoli, di scambi commerciali e furberie, di lotte e prevaricazioni, che nasce nel 1977 questo aspirante atleta fondista. PapĆ De Gasperi ĆØ unāispirazione: precursore dello scialpinismo e capofila del gruppo sportivo Folgore, che contribuisce alla diffusione della disciplina in alta Valtellina, ĆØ per il piccolo Marco un esempio da imitare. Forse anche lui potrĆ diventare un atleta un giorno, anche se la sua corporatura minuta non lo avvantaggia nelle prime competizioni di sci di fondo. La passione travolgente di Marco per la montagna non si limita alla sola conquista delle vette, perchĆ© grazie agli innumerevoli e diversi stimoli del padre, si appassiona anche alle rocce, ai fiori, alle piante. Ecco perchĆ©, alle partite di calcio con gli amici alterna pomeriggi allāOrto Botanico di Bormio, dove passa lunghe ore studiando e osservando le specie piĆ¹ varie, conoscenze che gli torneranno utili nel suo servizio nel Corpo dei Carabinieri Forestali.
Ed ĆØ cosƬ che trascorrerĆ , silenziosamente e del tutto inosservato, i suoi primi 13 anni di vita, fino a quando nel 1990 conquisterĆ il suo primo podio: niente meno che il Trofeo Paola Compagnoni di Bormio, unāesaltante staffetta corsa/bici in cui, inaspettatamente, vince la seconda frazione. Abituato a finire nella zona bassa della classifica, questa vittoria gli ĆØ rimasta nel cuore (āe la coppa nel letto, per un bel poā!ā aggiunge). Tuttavia, bisogna ammettere che sarĆ perĆ² la vittoria della Coppa del Mondo a squadre di Corsa in Montagna a Edimburgo nel 1995 a farlo conoscere al mondo, quanto meno quello dellāAtletica. Eā il giro di boa: Marco comprende che ha le carte per diventare un atleta professionista, proprio come aveva sognato da bambino.
Eā poi lāincontro con Adriano Greco, ad aprire un nuovo orizzonte: lo skyrunning. Marco scopre un nuovo modo di andare in montagna: la corsa. Questo lo incuriosisce, lo appassiona e lo esalta. Eā per questo che, disposto a tutto, riesce a farsi accompagnare alle pendici del āRosaā per poter vedere gli atleti correre lassĆ¹, veloci, leggeri e lo stesso avverrĆ per il Monte Bianco, il luogo in cui 25 anni dopo, firmerĆ il suo record. Lāanno successivo non basta piĆ¹ fare il tifo: con tanto di liberatoria firmata dal padre, Marco si presenta al via della gara a soli 16 anni, concludendola con una buona prestazione.

Gli abbiamo poi chiesto di raccontarci qualcosa di questa fotografia, gentilmente concessa dal G.E.S.P. – Gruppo Escursionisti San Pellegrino. La buona gente di montagna di Bergamo farĆ infatti la conoscenza di Marco nel 1996 quando, un Dega giovanissimo arriva in Valle Brembana per lāappuntamento con la storica Scalata del Monte Zucco. Marco si presenta al via dopo una stagione brillante ā vince tutte le gare a cui partecipa ā chiudendo i giochi in poco piĆ¹ di 51ā. SarĆ perĆ² la gara del 1997 a rimare nella memoria dei sentieri dello Zucco. Sullo Zuccone, ultima salita prima dellāarrivo, Marco ĆØ secondo, con uno svantaggio di 2ā. Eā qui che lo smalto di un atleta si distingue e Marco ne fornisce prova, raggiungendo e superando lāavversario, in una folle ripresa, ricordata per il suo arrivo con una scarpa in mano: nella foga del recupero, la scarpa si allenta e rischiando di perderla, Marco la toglie definitivamente, tenendola in mano. Eā la sua prima vittoria nel Campionato Italiano da senior e lāaneddoto della scarpa susciterĆ un certo clamore.
Se state leggendo questo racconto, gran parte del resto della storia, la conoscete bene. Da buoni appassionati di Storia della corsa, saprete che Marco conquisterĆ in fretta un titolo dietro lāaltro, collezionando record tuttāora imbattuti. Un esempio? 6h 43ā 52ā per salire e scendere dal Monte Bianco, per gradire. Oltre perĆ² allāagonismo, Marco ĆØ da sempre e soprattutto un uomo di montagna, affascinato dalla bellezze aspra delle vette, dei ghiacciai e delle pareti da superare. Fra i suoi ricordi piĆ¹ belli, che piĆ¹ lo rendono orgoglioso, ci racconta questo: “Una delle cose che mi rende particolarmente contento ĆØ lāaver scalato tutte le montagne di casa. A 14 anni, avevo completato la catena dellāOrtles-Cevedale con mio cugino Michele. Eravamo davvero scapestrati, partivamo di pomeriggio, senza unāattrezzatura adatta, senza esperienza e ovviamente senza cellulare, spingendoci dappertutto senza badare ai rischi e senza preoccuparci delle nostre madri, come quella volta alla Punta Thurwieser. Sono esperienze che mi hanno dato responsabilitĆ e la capacitĆ di affrontare situazioni difficili, anche grazie a mio cugino, che mi spronava a superare le mie paure. Lui oggi ĆØ diventato una guida alpinaā. Un curriculum di tutto rispetto che probabilmente ha contribuito a fargli raggiungere i record per cui lo conosciamo.
Ormai da 5 anni, Marco si ĆØ dato anche allāorganizzazione di eventi sportivi, tramutando il primo weekend di novembre in un appuntamento immancabile per molti runner, siano essi fedeli allāasfalto o puristi dellāoffroad. Il Valtellina Wine Trail ha infatti guadagnato unāottima risonanza nel fitto calendario di gare, proponendo 3 diverse distanze (12, 21 o 42 chilometri) tutte caratterizzate da paesaggi che in autunno sfoggiano davvero il loro lato migliore: vigne profumate, boschi colorati e magari nebbie basse, a contorno di piccoli borghi di pietra e terra, come nelle migliori fiabe italiane. Ecco perchĆ© Montagna Express non potrĆ mancare nemmeno questāanno, presentandosi puntuale allo start delle 10.00 a Chiuro per correre i 21 chilometri della mezza.
Eā qui che Marco ha immaginato la sua gara, ispirato dalle atmosfere della regione dello Champagne dove, durante un viaggio con amici, viene a sapere di una gara che corre proprio tra le vigne, spingendosi dentro alle mura antiche delle cantine. Inizia un fitto lavoro sul territorio, per trovare il sentiero che delineasse il percorso di gara, che arriva solo dopo 5 anni. Oggi, si continua la ricerca per garantire un percorso permanente che resti a disposizione dei runners per tutta la stagione, ma che, al contempo, rispetti il duro lavoro di questi viticoltori, nella loro sfida di coltivare il difficile vitigno del Nebbiolo delle Alpi.

Quella di Marco ĆØ una storia che piace e che convince, perchĆ© racconta di passione e determinazione per realizzare quelli che, da lontano, sembrerebbero soltanto sogni irraggiungibili, ma che in realtĆ possono realizzarsi attraverso la fatica e lāimpegno.
Sara Taiocchi