Marina Plavan, piemontese di Porte, aquila Valetudo che vola alto sui sentieri e sulle lunghe distanze, ha concluso il Tor des Geants in 20ĀŖ posizione assoluta, quarta nella classifica femminile. Tre partecipazioni, tre volte nella top five…
Ā«Tor des Geants, un sogno che avevo accarezzato giĆ nel 2012 e nel 2013, anni in cui lāestrazione non mi era stata favorevole. CosƬ mi sono avvicinata alla gara valdostana facendo assistenza ad amici. Poi, finalmente, ho potuto indossare il pettorale. I miei piazzamenti: nel 2014 quarta donna e 46ĀŖ assoluta, nel 2015 terza donna e 29ĀŖ assoluta, nel 2016 quarta donna e 20ĀŖ assoluta. Ć molto difficile raccontare una gara come il Tor, una gara endurance stratosferica preparata con allenamenti che hanno dellāincredibile su montagne che poi si dimostrano una meraviglia; i tempi degli allenamenti hanno interrotto sonni assai belli…
Ci si avvicina al Tor con tanta umiltĆ , noi partecipanti siamo come granelli di sabbia in una spiaggia. Siamo il nulla, qualsiasi cosa potrebbe indurci ad un ritiro, una manovra di corsa o scelta sbagliata potrebbero rivelarsi fatali. Il Tor ĆØ fatto di condivisione con gli altri partecipanti e con il servizio assistenza dei volontari. Siamo una sorta di famiglia allargata, gli amici trailer ti sorreggono nei momenti difficili e si ĆØ sicuri di trovare calore umano da una base vita allāaltra. E poi, i posti attraversati durante il lunghissimo viaggio del Tor, favolosi, ogni anno pare di essere lƬ per la prima volta.
Il Tor dĆ tanto, ma ti chiede altrettanto, ti svuota, ti libera il cervello, lāanima. Nelle notti trascorse a faticare ti senti una lucina. Un puntino quasi invisibile durante il giorno. Le ore e i giorni passano, ti accorgi che ti rincresce arrivare sotto lo striscione di Courmayeur. Sai che lƬ tutto finisce, anche il tuo sogno. Consapevole che una bella favola sta per finire. Ma lāimportante ĆØ farne cominciare una nuova, verso nuovi orizzonti. Il Tor ĆØ il Tor, e i sogni sono ali…Ā».
Marina Plavan
La Valetudo Skyrunning Italia Racer ringrazia Marina Plavan: Ā«Mitica questa aquila dell’enduranceĀ».