Prosegue il racconto sul PUT (Pòta Ultra Trail), la lunga traversata con partenza da Costa di Mezzate attraverso i monti e i colli che portano fino a Città Alta di Bergamo. In Ganda una sosta per fare colazione: una fetta di torta e una birretta. Per poi incamminarsi di nuovo….
Con il sapore del luppolo in bocca ci dirigiamo verso la vetta più alta del PUT, il Monte Poieto (1341 m), fortunatamente siamo già in quota e il dislivello da fare è solamente 300 D+. Mentre passiamo a fianco dell’Osservatorio Astronomico veniamo sverniciati da un ragazzo accompagnato da due ragazze. Chi troppo e chi niente… se non fossimo stati in giro per sentieri tutta notte avremmo potuto dire la nostra.
Raggiunta la cima del Poieto passiamo ai piedi della Cornagera e proseguiamo scendendo alla frazione di Aviatico chiamata Ama e da lì raggiungiamo Selvino. Su consiglio di Massimo ci fermiamo in un bar di una sua amica e beviamo una birretta offerta da me con la scusa di festeggiare il fatto che ho superato il mio precedente record di km percorsi. Eh già, finora non avevo mai superato i 46 km!
Ecco un’altra variante rispetto al percorso originale. Non un taglio ma una deviazione vera e propria, decidiamo di accompagnare Massimo fino al Santuario del Perello dove lui scollinerà e si dirigerà verso casa mentre Io, Roby e Umbe continueremo per Salmezza. Ci arriviamo verso l’ora di pranzo e decidiamo di fermarci presso un agriturismo che conosce Roby dove beviamo un paio di birre e ci gustiamo un bel panino. Finalmente qualcosa di più sostanzioso di una barretta.
Siamo leggermente in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Alle 13 Mari, Ale e Vengo ci aspettano a Monte di Nese, non riusciremo mai a arrivare in tempo… Saranno state forse le soste per le birre?! Ma sì dai, è diventata un’edizione zero enogastronomica. Per limitare il ritardo decidiamo di modificare ancora il percorso e ci dirigiamo direttamente al punto di ritrovo senza passare dalla Filaressa.
Alle 13,40 ci siamo… accidenti… mancano Ale e Vengo. Ci sono venuti incontro verso la Filaressa, mentre Mari li va a recuperare noi 3 beviamo e mangiamo qualcosa portato da mia Mamma. Dopo circa 55 km e quasi 14 ore è arrivato il momento dei saluti. Roby e Umbe di fermano, un grazie sincero per avermi accompagnato e sopportato per tutte queste ore!
Dopo aver consegnato i pettorali ai nuovi arrivati – Mari pettorale n° 1710, Ale pettorale n° 6, Vengo pettorale n° 8 – eccoci pronti a ripartire.
Finalmente riprendiamo il percorso originale del PUT, in breve raggiungiamo il Canto Basso e successivamente il Canto Alto (1146 m), piccola sosta per una foto e poi proseguiamo quasi fino ai Prati Parini. Prendiamo a sinistra un bel sentiero corribile in leggera discesa.
Ci lasciamo andare e raggiungiamo un bel ritmo ma improvvisamente lo zaino di Mari si apre e qualcosa di bianco ruzzola nel sottobosco…
Accidenti! Ci fermiamo bruscamente e ci rendiamo conto che è un panino avvolto in un tovagliolo di carta… potremmo mai abbandonare del cibo?! NO! In men che non si dica Ale si è già calato e facendosi largo tra le spine lo ha recuperato, che eroe! ahahah.
Raggiunta la località Forcella di Sorisole, attraverso un sentiero poco frequentato con diversi rovi arriviamo alla frazione di Boscalgisi. Il caldo comincia a farsi sentire, le nostre borracce sono vuote… fortunatamente mancano solo un paio di km alla Piazza di Sorisole dove c’è una fontanella gradita quasi quanto una birra!
Luca Ghezzi
Il sito ufficiale del PUT
Pòta Ultra Trail, quarta parte: da Ganda a Sorisole
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