L’Athletics Integrity Unit conferma la positività all’idroclorotiazide. Cancellati tutti i risultati dal marzo 2025.

La maratoneta keniota Ruth Chepngetich, primatista mondiale con il tempo di 2h09’56”, è stata squalificata per tre anni dopo la conferma della positività all’idroclorotiazide, un diuretico vietato dalla WADA.
La decisione è stata comunicata ufficialmente il 23 ottobre 2025 dall’Athletics Integrity Unit (AIU), che aveva già sospeso in via cautelare l’atleta a luglio. La squalifica decorre dal 19 aprile 2025 e comporta l’annullamento di tutti i risultati ottenuti a partire dal 14 marzo 2025, data del test incriminato.
Una sostanza mascherante sotto accusa
L’idroclorotiazide (HCTZ) appartiene alla classe dei diuretici tiazidici, farmaci utilizzati in medicina per trattare ipertensione e ritenzione idrica. In ambito sportivo è considerata una sostanza proibita in ogni momento (categoria S5 della lista WADA) per la sua capacità di aumentare la diuresi e diluire l’urina, rendendo più difficile individuare eventuali altre sostanze dopanti.
Secondo i dati pubblicati dalla AIU, nel campione raccolto a marzo 2025 sarebbero stati rilevati livelli di HCTZ oltre i 3.000 ng/mL, un valore incompatibile con un’assunzione accidentale o terapeutica. La Chepngetich non ha presentato documentazione medica a giustificazione dell’uso del farmaco e ha accettato la sospensione senza ricorrere al tribunale arbitrale.
Il record mondiale resta valido
Il primato mondiale di 2h09’56” stabilito nell’ottobre 2024 rimane ufficiale, poiché la positività risale a un periodo successivo. La maratoneta, già campionessa mondiale a Doha 2019, non potrà comunque gareggiare fino alla primavera 2028.
Per il Kenya si tratta dell’ennesimo caso che coinvolge un’atleta di vertice, in un contesto nazionale già sotto osservazione da parte della World Athletics per l’elevato numero di positività negli ultimi anni.
Il ruolo dell’Athletics Integrity Unit e il monitoraggio WADA
L’Athletics Integrity Unit, organismo indipendente di controllo istituito nel 2017, ha intensificato i test fuori competizione e l’analisi di sostanze mascheranti, considerate oggi una delle principali vie di elusione dei controlli. Secondo la WADA, tra il 2023 e il 2025 i casi legati a diuretici e agenti mascheranti sono aumentati del 27%, con particolare incidenza nelle discipline di endurance.
L’uso di diuretici può alterare la composizione dei liquidi corporei e compromettere la sicurezza dell’atleta. A dosaggi elevati, infatti, l’HCTZ può causare disidratazione, squilibri elettrolitici e aritmie, fattori particolarmente pericolosi in gare di lunga durata come maratone e ultra-trail.
Implicazioni per la maratona e il trail: cosa cambia?
Il caso Chepngetich riaccende il dibattito sull’uso di farmaci “di contorno” nel running di alto livello. Sebbene non migliorino direttamente la performance, i diuretici come l’HCTZ possono nascondere l’impiego di steroidi anabolizzanti o stimolanti, alterando così la trasparenza dei risultati.
Nel trail e nella corsa in montagna, dove la gestione dei liquidi è cruciale e la fatica si misura anche in equilibrio idrico, l’uso improprio di simili sostanze potrebbe avere conseguenze ancora più gravi sul piano fisiologico.
La vicenda sottolinea la necessità di una vigilanza costante anche negli sport di resistenza “off-road”, dove la percezione di un ambiente più “puro” non può tradursi in minore attenzione ai controlli.
Fonti scientifiche
- PubMed Central (PMC) – “Diuretics as masking agents in sports doping: physiological and analytical aspects” PMC2962812
- Drugs.com – WADA Section S5 – Descrizione farmacologica e motivazioni del divieto drugs.com/wada/s5-diuretics-and-other-masking-agents.html


