Il colmo per una fotoreporter? Impossibile fissarla in un unico scatto. CosƬ ĆØ per lāatleta bellunese Martina Valmassoi, che si muove sempre e troppo velocemente, data la sua natura multitasking. Infatti, dal punto di vista agonistico, che ĆØ solo una dimensione della sua complessa personalitĆ , ecco che Martina sta per aggiungere, a scialpinismo, skyrunning e ultra trail, anche la bici da corsa.
Ā«Per il mio compleanno, il prossimo 26 luglio, spero di regalarmi la partecipazione alla Race Across France, 1100 km senza supporto da chiudere in cinque giorniĀ». La 31enne bellunese ha scelto questa nuova sfida, confermandosi una wonder woman della montagna.
Se lo scialpinismo ĆØ stato il primissimo amore sportivo (ha gareggiato in nazionale āAā sino al 2016 per poi partecipare al mondiale di Tambre d’Alpago nel 2017 e portare a casa due bronzi e un settimo posto nellāindividuale) la corsa in montagna ne rappresenta la continuazione durante le stagioni estive. Il 22 e 23 marzo scorsi, sul monte Agudo (Auronzo di Cadore) ha siglato il record del mondo di dislivello positivo sugli sci nellāarco delle 24 ore: dopo 23h44′, in cima allāAgudo, il display segnava 17.645 metri. Una delle imprese che la rende piĆ¹ orgogliosa.
Da questāanno Martina farĆ sul serio anche sui pedali: Ā«Non lascerĆ² certo le altre due discipline ā specifica la diretta interessata ā ma unāattivitĆ alternativa, in prospettiva, mi permette di tutelare i tendini che alla fine della stagione 2019 hanno iniziato a darmi un poā di noiaĀ».
La sua curiositĆ la spinge a non fermarsi mai, come dimostra la varietĆ degli impegni lavorativi. Una mezza dozzina di anni fa, partendo dal proprio profilo Instagram (seguito oggi da 85mila follower) ĆØ stata tra le pioniere del mondo dei social. Ć social community manager di Salomon, nonchĆ© fotografa freelance. Alla recente coppa del mondo di scialpinismo lāabbiamo vista sul percorso nei panni della fotoreporter.
A proposito della comunicazione digitale e del suo rapporto con i relativi strumenti, dice di provare amore e odio allo stesso tempo. Ā«A volte non vorrei avere niente tra le scatole, a volte āsbavoā per lāultimo ritrovato della tecnologia. Mi piace cercare di usare diversi strumenti, possibilmente bene. Possediamo troppe cose che non sappiamo usare e questo non va bene a parer mio. Sono autodidatta ma se posso mi piace assistere a corsi reali e non virtuali. Nei corsi virtuali purtroppo la mia attenzione va a perdersi. Sono un poā old school da quel latoĀ».
Ecco come sintetizza la sua āstoriaā lavorativa: Ā«A un certo punto della mia vita, dopo aver svolto una decina di mestieri diversi, ho lasciato il posto fisso e mi sono buttata nel diventare imprenditrice di me stessa. Sul mio profilo Instagram personale cerco di essere piĆ¹ autentica possibile. Comunque, considerate le mie varie iniziative, far combaciare tanti impegni non ĆØ semplice, ma lāallenamento che mi offre lo sport aiutaĀ».
Genetica e stile di vita della famiglia le hanno trasmesso la passione per gli sport piĆ¹ impegnativi. PapĆ Pietro e mamma Lucia sono da sempre appassionati di montagna a 360 gradi, hanno aperto vie di arrampicata sulle Dolomiti, hanno corso, sciato, volato, fatto subacquea e anche vela. Pietro vola in deltaplano ancor oggi, a 73 anni; in gioventĆ¹ ĆØ stato calciatore sino alla serie C. Entrambi i genitori, insomma, non si sono lasciati mancare nessuna esperienza sportiva. Mamma Lucia ha iniziato Martina sin da piccola allo sci di fondo e, piĆ¹ tardi, allo scialpinismo e alla corsa in montagna. Le ha permesso di conoscere la montagna e le proprie risorse fisiche cosƬ da poter affrontare le prove agonistiche con confidenza, fiducia e determinazione.
Comunque, anche Martina, come tutti i figli, puĆ² ārimproverareā ai suoi genitori qualcosa: nel suo caso, di aver fatto ogni tipo di sport fin troppo bene e di averle lasciato unāereditĆ pesante; lo dice sorridendo.
Il suo presente ĆØ una sfida perenne: Ā«Divento veramente competitiva quando ho ben chiaro in testa lāobiettivo da raggiungere, quando credo totalmente in un progetto e lo faccio āmioā, non necessariamente perchĆ© sono alla ricerca della gratificazione altruiĀ». Mica semplice, soprattutto quando si ĆØ donne, farsi strada in un mondo, quello della montagna, tradizionalmente virato al maschile e in cui le āragazzeā hanno dovuto lottare per iscriversi e farsi accettare in gare che venivano considerate adatte solo ai āmaschiā: Ā«La situazione va migliorando, ma certi stereotipi ci sono ancora. Credo che in generale, noi donne, siamo piĆ¹ pazienti e capaci di gestire i momenti di difficoltĆ Ā».
Nel momento in cui si esercita il fisico, anche la mente si arricchisce di energia. Non a caso Martina, durante gli allenamenti quotidiani, sviluppa le proprie abilitĆ creative. Ā«Le idee piĆ¹ originali (ha creato una linea di cappellini, ndr) o le migliori riflessioni, mi vengono durante le sedute lunghe e meno impegnative a livello metabolico. Soprattutto quando vado a esplorare le mie montagne, quando lāunico obbiettivo ĆØ passare del tempo fuori e farsi ispirare da ciĆ² che mi circonda. Ho provato a meditare con lo yoga, ma non riesco a stare fermaĀ».
La mente si arricchisce di energia, ma in gara stanchezza e dolore fisico possono prevalere, e allora come si gestiscono? Ā«Sono dei passaggi fondamentali e ci sono quasi sempre, anche nelle giornate migliori chiunque, a un certo punto, deve ācombattereā contro momenti duri. Se si ha la giusta motivazione questi momenti passano in frettaĀ».
Nella lunga lista di passioni coltivate, cāĆØ ancora un desiderio che non ĆØ riuscita a raggiungere: Ā«Mi piacerebbe imparare a suonare la chitarra elettrica e cantare, perchĆ© ho un animo rockĀ». Agonisticamente parlando, la migliore versione AcĻdc (gruppo hard rock australiano, ndr) di se stessa dice di averla messa in mostra allāedizione 2019 del Sellaronda, giocando in casa sulle Dolomiti: Ā«Ho dovuto gareggiare per tre quarti di gara con la testa. Non ho messo gli scarponi per sei giorni perchĆ© avevo distrutto i piedi al Pierramenta una settimana prima. Il valore AcĻdc sta nel fatto che il Sellaronda di per sĆ©, in condizioni fisiche ottimali, ĆØ una delle gare piĆ¹ dure che ci sia. Partire con un handicap e avere comunque la pressione di gareggiare al fianco di una pluri campionessa mondiale come Laetitia Roux aggiunge ancora piĆ¹ peso al risultatoĀ».
Una delle poche note stonate di un curriculum che vanta pochi eguali, ĆØ la sua partecipazione alla gara scialpinistica per eccellenza: Ā«Un sassolino che voglio togliermi ĆØ concludere il Mezzalama poichĆ© sono partita due volte ma per motivi differenti non lāho mai portato a termine. Ć stata questione di testaĀ».
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A proposito di competere e di vincere, ecco la āfilosofiaā di Martina: Ā«Una vittoria per me non ĆØ necessariamente (anzi raramente) una medaglia dāoro al collo, bensƬ ĆØ lāessere soddisfatti di come ci si ĆØ allenati, di come ĆØ stata affrontata la gara. Il posto in classifica ĆØ solo un extra. Non ho bisogno di battere altre persone per essere soddisfatta, se ābattoā la me stessa meno preparata ĆØ giĆ un traguardo. Purtroppo perĆ² sono molto autocritica quindi ĆØ un attimo alzare troppo gli standardĀ».
GiĆ , la mente. Nel tempo ha allungato le distanze, e ora punta a provare il brivido dellāignoto: Ā«Per capire come il corpo e la mente possano lavorare in sintonia. Dopo le crisi, ci si puĆ² sentire meglio di prima che arrivassero, un grande insegnamento per la vita di tutti i giorniĀ».
Sul calendario 2021 di Martiskka (versione ultra trailer) cāĆØ giĆ un circolino rosso a fine agosto: Ā«Voglio partecipare alla Ultra Trail du Mont Blanc sulla distanza dei 145 km (Tds). Lāintenzione ĆØ arrivarci passando per la Cortina Trail, una gara a casa di 45 km, quindi veloce rispetto alla gara a cui prenderĆ² parte a Chamonix, perchĆ© ĆØ importante essere performanti anche nelle distanze piĆ¹ brevi se si vuole avere una marcia in piĆ¹ nelle ultraĀ».
VelocitĆ che abbonda, invece, nella vita di tutti i giorni: Ā«Scusate ma ora devo lasciarvi, ho un impegnoā¦Ā». In mezzo alla natura, garantito.
Luca Persico, Enula Bassanelli
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