La passione per la corsa diventa un nuovo modo di viaggiare: alla scoperta di Gran Canaria, lungo i 40 chilometri della Marathon, per innamorarsi di un’isola che non offre soltanto spiagge e onde per surfare.
Il sogno dei 4.000 trailrunner si conclude sulle note rap di Salva Rambla che, in questo pezzo, riassume l’avventura delle 6 diverse distanze proposte dall’edizione 2018 della Transgrancanaria, un altro incontestabile successo coordinato da Arista Eventos. E’ su questo ritmo che si chiudono gli ultimi arrivi presso l’Expo Meloneras di Maspalomas, un ipermoderno centro servizi completamente riservato al popolo della corsa e ai suoi bisogni per tutti i giorni della manifestazione, dal 21 al 25 marzo.

Un contesto così lontano dalle terre appena attraversate durante la gara, dai minuscoli villaggi risvegliati dal loro perenne torpore grazie al passaggio chiassosamente colorato dei runners, dal silenzio delle vallate secche ed avide d’acqua, dalla concentrazione della corsa che, nel suo divenire, conduce la mente verso i pensieri più disparati. La cronaca della gara e i successi dei suoi grandiosi protagonisti sono ormai già storia – sul completo e intuitivo sito di Livetrail il sunto di tutti i risultati migliori, oltre alla possibilità di entrare nel dettaglio di ogni prestazione. Ciò che resta indelebile sono invece i ricordi di ogni partecipante che, ciascuno con il proprio ritmo e con i propri obiettivi, ha avuto l’estremo piacere di poter correre su questa terra ricca, variegata ed esotica. Una montagna che profuma di mare e che si colora di piante e fiori che, ai nostri occhi continentali, appaiono così inconsueti e suggestivi.

Come più volte ho sostenuto, la corsa ha inaugurato un nuovo tipo di turismo che concede ai suoi adepti la possibilità di visitare e scoprire luoghi e culture, tradizioni e paesaggi. Se per una mezza maratona ci si muove in giornata, approfittando dell’occasione per un piatto tipico o un buon bicchiere di vino del territorio per festeggiare il proprio risultato, una gara di trail e di ultra distanza divengono spesso occasione per qualche giorno di vacanza. E’ il caso della Transgrancanaria che ha indubbiamente incrementato le presenze sull’isola in un periodo di bassa stagione, nonostante il turismo canario sia abbastanza stabile visto il clima mite che accarezza l’isola tutto l’anno, offrendo condizioni perfette per molti sport (ciclismo, running, golf, surf).

Lo conferma anche Silvia Rampazzo, vincitrice della prova Marathon con i colori della Tornado con un tempo di 3h12’50”, raccontandoci di quanto la trasferta con i compagni di squadra sia stata vissuta al meglio, in clima ludico capace di stemperare la tensione. Allo stesso modo, Silvia ci racconta di essere un’attenta osservatrice dei percorsi: «Quando corro mi guardo molto in giro, ma in generale più nei tratti di pianura e soprattutto in salita, altrimenti faccio a meno di correre! Vista l’altimetria di gara, questa volta ho visto meno del solito: purtroppo non riuscivo a distogliermi dalle rocce, durante la discesa». Silvia, detentrice del titolo mondiale di corsa in montagna di lunga distanza, ci confida di aver amato soprattutto la prima parte di gara (bello condividere qualcosa con questi campioni!) e questo le farebbe valutare un ritorno a Gran Canaria per correre la prova Advanced di 64 chilometri. Chissà!

Il prestigio di correre una delle distanze della Transgrancanaria non è dato soltanto dal suo appartenere al circuito Ultra Trail World Tour o Spain Ultra Cup, ma dall’estrema e selvaggia bellezza di questi percorsi. La gara Marathon, a cui ho avuto il piacere di partecipare, partiva nel cuore della pineta di Garanon un piccolo paesino a 1.600 m d’altitudine, noto anche come punto d’osservazione della volta celeste nelle notti frizzanti dell’isola. Da qui, la gara regina di 125 chilometri, inizia la sua folle discesa verso le calde spiagge di Maspalomas lungo pendii ripidi e a tratti piuttosto tecnici, aprendo scorci pazzeschi su cui perdere, almeno per un istante, lo sguardo. Roccia, pietre rossastra tagliata dal verde smeraldino di inaspettate pinete, oltre a un clima che solo leggermente rievoca le temperature più tipicamente montane a cui siamo abituati. Si raggiunge in fretta Tunte, sede del primo ristoro della gara Marathon e caratterizzato da strade ripidissime, soprattutto se da percorrere in salita! Lasciato il piccolo borgo alle spalle, inizia la salita più lunga del percorso di gara, che conduce a un sentiero di tornanti polverosi dove i segnavia appaiono quasi inusuali in un contesto di simile aspra e remota bellezza.

La vorticosa corsa in discesa porta alla diga e al ristoro di Ayaguares, un borgo nascosto fra i Canyon, come suggerisce il nome stesso del paesino che, in lingua aborigena, significa appunto “tra due montagne”. Raggiungere questo villaggio lungo il sentiero da San Bartolomé de Tirajana è un’occasione da non perdere. Attraversata la diga, inizia la fase più tosta dell’interno percorso, almeno secondo la mia piccola esperienza. Un’ultima discesa alternata da lunghi tratti pianeggianti accompagna i runners fino alle porte della città, ma prima di vederne i palazzoni ruggenti e le strade moderne e trafficate, i passi saranno a lungo malfermi sui ciottoli levigati del lungo canyon da attraversare. Inizia qui un paesaggio costante, tra canneti, imponenti pareti di roccia e il letto di un ormai arido ruscello a segnare il cammino ancora da percorrere. Ed è qui che la mente gioca brutti scherzi, convincendo il corpo di una sete non così necessaria, forse per via del desertico quanto scarno paesaggio da attraversare o forse solo e semplicemente per la stanchezza accumulata lungo i chilometri già macinati e ben avvertibili nelle gambe indurite dalle toste discese.

Poi, dopo gli ultimi infuocati e noiosissimi chilometri, in lontananza il viale di palme che conduce all’Expo Meloneras. Le note di Transgrancanaria Sound riempiono di un’energia nuova le gambe per un rush finale degno di uno scatto che immortalerà per sempre la piccola grande impresa appena compiuta. Un viaggio lungo, caldo e faticoso, ma di talmente rara bellezza che le iscrizioni aperte accedono già la voglia di rimettersi in gioco!
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Sara Taiocchi