Yeman Crippa per la prima volta al Campaccio tra i grandi. GiĆ lāha corsa la gara di San Giorgio Su Legnano vincendone diverse edizioni delle categorie giovanili, ma ora, mercoledƬ 6 gennaio 2016 sarĆ finalmente in gara con i piĆ¹ forti al mondo della corsa campestre.
San Giorgio su Legnano ā DovrĆ sfidare il keniano Thomas Longosiwa medagliato olimpico, lāetiope Imane Merga entrambi incontrati alla BoClassic il 31 dicembre, poi Albert Rop vincitore del 2014, ma sarĆ ancora piĆ¹ intrigante la sfida nella sfida contro i pari etĆ specialisti della corsa in montagna. Parliamo dellāetiope Asin Haji argento ai mondiali Juniores nel 2014 sui 5000 metri ma soprattutto campione mondiale junior di cross nel 2015 e lāugandese Abdalhah Mande campione del mondo junior di corsa in montagna nel 2014 e 5Ā° ai campionati mondiali junior nei 10000 metri nel 2014.
Yeman Crippa, ĆØ il piĆ¹ forte tra i giovani dāEuropa nella corsa campestre, oro europeo junior nel 2014 e oro vinto ancora poche settimane fa nel sud della Francia. Ć il terzo nella storia degli eurocross a fare doppietta tra gli juniores, prima di lui solo il russo Yevgeniy Rybakov (2002 e 2003) e lāungherese Barnabas Bene, tra gli azzurri solo Andrea Lalli vinse un oro nel 2006. Il destino ĆØ nel suo nome completo, Yemaneberhan, che in amarico significa āIl braccio destro di Dioā, perchĆ© nel 2003 la sua vita cambiĆ² per sempre grazie a Roberto e Luisa Crippa, coppia milanese.
Ā«Roberto e Luisa mi prelevarono da un orfanotrofio di Addis Abeba dove mi ero rifugiato dopo che la guerra civile etiope aveva ucciso i miei genitori – afferma Yeman – vivevamo nel Nord Est del Paese, poi scappammo. Io fui il primo ad arrivare in Trentino, con due mie sorelle, poi nel 2005 ci hanno raggiunti i tre fratelli, e nel 2008 altri due cugini. Abbiamo sempre vissuto in una casa enorme a Montagne, poco distante da Tione, che mio padre, ex agente di commercio, ha trasformato in una casa di riposo per persone disabiliĀ».
E poi ricordi che affiorano nella mente del campioncino: Ā«Sono tornato l’ultima volta nel 2008 ma non ricordo ormai piĆ¹ la lingua, chissĆ forse un giorno riuscirĆ² a tornare per costruire un ospedale o una scuola. Mi vengono spesso in mente i momenti che trascorrevo quando ero bambino e giocavo a rincorrere le mucche oppure facevo lunghe camminate per prendere da bere. Con gli altri bambini non stavamo mai fermi. LĆ cāera la semplicitĆ delle piccole cose, qui ho tutto, sono fortunatoĀ». Un vita segnata, ma per fortuna qualcuno anni fa si ĆØ accorto di lui: Ā«Giocavo a calcio nel Val Rendena e nel Tione ma gli allenatori notarono subito che correvo forte, iniziai ad allenarmi nellāAtletica Valchiese con il tecnico Marco Borsari che ĆØ mancato nel 2011. Da allora io e mio fratello siamo allenati da Massimo Pegoretti ex Fiamme AzzurreĀ».
Qualcosa ĆØ cambiato ancora nella sua vita, grazie anche al fratello Neka: Ā«Nekagenet ĆØ in nazionale con me, predilige distanze leggermente piĆ¹ lunghe, fino alla mezza maratona, distanza che io invece non ho mai corso. Ora da quando siamo diventati professionisti entrando nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro viviamo insieme a Trento dove abbiamo affittato una casa vicino alla pista dāatletica. Gli altri fratelli, che vanno dai 16 ai 26 anni, sono i nostri primi tifosiĀ». E ora?
Ora si fa sul serio… Ā«Non ho nulla da perdere e tanto da imparare. Mi butterĆ² come sempre nella mischia, come ho fatto giĆ alla BoClassic il 31 dicembre dove sono arrivato dodicesimo. E poi giĆ da questāanno voglio vestire la maglia azzurra assoluta in luglio quando ci saranno i campionati europei di Amsterdam. Voglio qualificarmi nei 5000 metri, devo fermare il cronometro almeno a 13ā40ā, mentre io ho un primato personale di 13ā58ā. SarĆ difficile ma con il cross del Campaccio che correrĆ² mercoledƬ 6 gennaio farĆ² la mia prima vera gara tra le Promesse under 23. FarĆ² esperienza cercando di arrivare almeno tra i primi dieci nella gara AssolutaĀ».
E poi ci sono i sogni, quelli grandi, quelli a cinque cerchi: Ā«Devo migliorare fisicamente nella resistenza alle piĆ¹ lunghe distanze, nei 5000 o 10000 metri, ma serve crescere anche nellāaspetto mentale. CorrerĆ² a un ritmo piĆ¹ lento ma per piĆ¹ tempo, devo imparare a divertirmi anche in questo. Olimpiadi? Certo che ci spero, ma se saranno forse sarĆ Tokyo 2020, la vedo quasi impossibile per RioĀ». Italia o Etiopia nel suo cuore? Yeman ha le idee chiare: Ā«Italiano ma senza dimenticare le mie origini. Agli eurocross mio padre mi ha abbracciato tenendo in mano sia la bandiera italiana che etiope. Ć stato fantastico anche perchĆ© era la prima volta che mi veniva a vedere in una gara allāesteroĀ».
Cesare Monetti
Ph. Giancarlo Colombo