
Intervista a Isacco Costa
In Nazionale giĆ da junior, il bellunese ĆØ tornato āgrandeā grazie anche allāapproccio scientifico e biomeccanico allāallenamento, frutto del suo lavoro di ricercatore laureato in Bioingegneria
Dai Pirenei ai Pirenei, per chiudere (idealmente) un cerchio. Isacco Costa nel Giir di Mont Uphill di Premana (Lecco) non ha vinto ma ha cambiato idealmente marcia, con un terzo posto nel primo Campionato Italiano Assoluto della specialitĆ āonly upā che gli ha dato le risposte che cercava: Ā«Era il ānumeroā che cercavo da inizio stagione ā racconta il diretto interessato ā: finora nel 2025 avevo riconfermato il livello del 2024 mostrandomi molto solido ma non ero riuscito ancora a dimostrare quel salto di qualitĆ che sentivo di valere. La mia specialitĆ ĆØ lāāup&downā, arrivare in scia a specialisti della salita in forma come Andrea Elia e Andrea Rostan ha sorpreso anche meĀ».
Isacco, corridore della Val di Zoldo (in provincia di Belluno) originario di un piccolo centro abitato che porta il suo⦠cognome (Costa), ha posto le basi a una (probabile) convocazione in Nazionale per i Mondiali di corsa in montagna e trail in programma a Canfranc (Spagna) dal 25 al 28 settembre (lāufficialitĆ arriverĆ dopo il tricolore Mountain Classic del 7 settembre a Borno): proprio sui Pirenei, nellāandorrana Canillo, Costa disputò il suo primo Mondiale, nel 2018 da junior. In mezzo sette anni e una storia tutta da raccontare.

AFFARI DI FAMIGLIA
Dici āCostaā e in Val di Zoldo (oltre al piccolo centro abitato) pensi a una famiglia che ha la corsa nel sangue: Ā«Mio padre, Antonio Costa, ĆØ stato il primo agonista del mountain running nella valle, mio fratello maggiore Eris (classe 1982, nda) arrivò alle soglie della NazionaleĀ». Il giovane Isacco inizialmente non pensava alla corsa (Ā«Giocavo a calcioĀ») ma a 16 anni arrivò una sorta di āfolgorazioneā con i continui progressi nei tempi di ascesa sul Monte Punta, un āgiocoā iniziato per partecipare a una gara locale e divenuto in fretta legna da ardere su una nascente passione che lāavrebbe portato a gareggiare per il Gs Quantin e a bruciare le tappe fino a chiudere in top ten (decimo) nel sopracitato Mondiale Under 20 di Andorra.
LO āSTALLOā E LA SVOLTA
Lāapprodo nelle competizioni dei āgrandiā con il passaggio dalla categoria Juniores agli Under 23 per Costa rappresentò un momento decisamente difficile: Ā«Fu un āsaltoā molto impegnativo, faticai molto ad adeguarmi alle nuove distanze e ai ritmi diversi. Di fatto fino a tre anni fa era difficile vedermi nei primi 20 di un Campionato ItalianoĀ». La svolta ĆØ arrivata su strada in un modo difficile da pronosticare ma che per Isacco rappresentò benzina super sul piano della motivazione: a fine novembre, a 23 anni, una mezza maratona corsa a Palmanova (Udine) in 1h05ā38ā ridiede linfa alle motivazioni del bellunese. Lāanno dopo nella corsa in montagna fu tutto un altro vivere, con lāargento tricolore Assoluto, la vittoria in azzurro alla Snowdon Race in Galles e il ruolo di riserva ai Mondiali di Innsbruck (Austria). Nel 2024 la āconsacrazioneā a esponente di primo piano del mountain running azzurro, con il decimo posto allāEuropeo di salita e discesa di Annecy (Francia) e il titolo italiano Assoluto delle distanze classiche centrato a Casnigo (Bergamo): Ā«Se me lāavessero detto tre anni primaā¦non ci avrei credutoĀ».

CONOSCI TE STESSO⦠E LA SCIENZA
Nel ādecolloā della carriera di Isacco Costa (cresciuto con il āmitoā dei gemelli Bernard e Martin Dematteis e oggi con Xavier Chevrier, capitano ad Annecy 2024, come modello ispirazionale in gara e fuori dalle competizioni) cāĆØ anche la Recastello Radici Group, con la quale ha trionfato allāultimo tricolore Assoluto di staffette: Ā«Conobbi Luciano Merlaā¦tornando a casa da una giornata a scuola alle elementari: lui era venuto a parlare con mio fratello Eris che sarebbe passato in neroverde, non immaginavo che più di dieci anni dopo avrei vestito con grande soddisfazione anchāio quei coloriĀ». Per la Recastello corre anche Iacopo Brasi, che allena tra gli altri (e in questi altri cāĆØ pure un mostro sacro come Jacob Kiplimo) anche Isacco: Ā«Mi segue da lontano, ci sentiamo al telefono: le tabelle sono sempre costruite a quattro mani, ci confrontiamo ogni volta che impostiamo una seduta di allenamentoĀ».
Dāaltronde āconosci te stessoā ĆØ forse il principio filosofico più conosciuto di Socrate e lāapproccio āsocraticoā allāallenamento ĆØ anche frutti del percorso di studi che Costa ha scelto di affrontare con impegno ma anche con grande passione. Perito elettronico, laureato in Ingegneria elettronica allāuniversitĆ di Udine, Isacco ha colto a Padova la possibilitĆ di unire lāattrazione per i temi ingegneristici con la passione per la corsa: Ā«Trovai la laurea magistrale in Bioingegneria con un corso di āSport Engineeringā sul quale riponevo tante attese e che si ĆØ rivelato davvero importante per il mio percorsoĀ». Tanto importante che Costa avrebbe deciso di redigere una tesi di laurea nellāambito, impostandola su un approccio muscolo-scheletrico allāanalisi biomeccanica delle gare di 100 metri, una specialitĆ molto diversa dalle competizioni del bellunese ma che a Padova aveva (e ha tuttora) gruppi di allenamento di altissimo livello (uno su tutti, la delegazione di sprinter in gran parte stranieri allenata da Marco Airale: tra loro, lo scorso anno, anche le britanniche Daryll Neita ed Amy Hunt, seconde ai Giochi di Parigi con la 4×100) da cui attingere per dati empirici āsul campoā.

Come sui sentieri, anche negli studi per Costa gli ultimi anni hanno rappresentato unāascesa dirompente: attualmente lāazzurro vive a Rovereto (Trento) e lavora come ricercatore al Cerism (Centro di Ricerca Sport Montagna e Salute) nellāambito dellāanalisi di dati biomeccanici provenienti da vari sport outdoor (corsa in montagna, sci alpino, scialpinismo, sci di fondo ecc). Ā«Il doppio ruolo di atleta e ricercatore ā spiega Costa ā aiuta in entrambe le vesti: da ricercatore, quando siamo sul campo a raccogliere dati, so quali siano i limiti degli atleti soggetti delle ricerche; da atleta trovo spunti sempre nuovi per ottimizzare gli allenamenti e sperimentareĀ». Spunti che sono anche utili per prevenire o gestire problemi fisici: Ā«Il mio punto debole ĆØ storicamente rappresentato dai tendini dāAchille dolenti: un approccio scientifico e biomeccanico mi ha permesso, testando su me stesso le conoscenze apprese nel percorso di ricerca, di ātenere a badaā la problematica fisicaĀ». Conosci te stesso⦠e corri più forte verso traguardi azzurri!
Cesare Rizzi