Una mattinata a Bergamo sui percorsi della Bergamo Half Marathon, per scoprire quello che ne pensano i vincitori, gli atleti e… i lenti!

Bergamo. La quarta edizione della Bergamo Half Marathon si è arricchita della prova sui 10.000 metri e dal re-inserimento della staffetta 3×7, invadendo le strade cittadine di runner colorati e ansiosi di mettersi alla prova sul nuovo percorso, collaudato da Migidio Bourifa, direttore tecnico della consolidata manifestazione.
L’obiettivo è sempre quello delle passate edizioni: offrire un percorso suggestivo, che conduca gli atleti a conoscere i punti più caratteristici della città rendendo, quindi, il passaggio in Città Alta irrinunciabile. Nuova partenza da Colle Aperto, eliminando con successo l’imbottigliamento più volte contestato nelle passate edizioni, per poi risalire in Città Alta all’altezza di Porta San Giacomo. Dopo la lunga sfilata sulla Corsarola, la fiumana si gettava a rotta di collo verso il centro moderno della città bassa, affrontando un percorso tecnico, che ha messo alla prova la preparazione dei podisti con un alternarsi di falso-piani fino al traguardo del Sentierone, davanti alle porte del Teatro Donizetti. Emozionante – e a prova di fiato! – il passaggio all’interno della piazza d’armi dell’Accademia della Guardia di Finanza, dove musica e alte uniformi accoglievano la corsa bergamasca.

Percorso dominato fin da subito dal terzetto keniano che si è imposto sui 1.200 partecipanti, portando Henry Kimtai Kibet – Atletica Valle Brembana – a conquistare la prima posizione e chiudendo la sua gara in 1h04’47”, con un ritmo medio di 3’04” al km. Henry – specialista delle corse su strada di mezzo fondo – ci ha raccontato che è molto soddisfatto della #mezzabg e della sua organizzazione. «La prima parte del percorso non mi ha permesso di correre veloce, ma dal quinto km ho provato ad aumentare la velocità», questo il commento del trentatreenne kenyano che si dichiara riconoscente al suo team, con cui dovrebbe correre tutto il 2017.
La gara femminile è stata condotta da Eleonora Bazzoni – Colleferro Atletica – con un tempo finale di 1h19’04”. Eleonora ci ha spiegato di aver conservato le energie fino al 10 km – all’altezza di via Broseta – dove si trovava in terza posizione, dietro Luisa Gelmi e la kenyana Esther Wanjiku Mutuku. «Le sensazioni erano buone, così ho deciso di guardare avanti e ho iniziato a recuperare le due forti ragazze. Da lì in poi, mi sono quindi goduta la vittoria fino al traguardo. Una bella emozione, assolutamente da rifare!». Eleonora – classe 1987 e campionessa italiana di mezza maratona nella categoria promesse nel 2009 – consiglia #lamezzadibg, soprattutto per la suggestiva partenza da Bergamo Alta.

La gara dei 10.000 ha visto Ahmed El Mazoury tagliare il traguardo in 30’31”, avendo la meglio sui due atleti Nadir Cavagna e Nicola Bonzi, portabandiera dell’Atletica Valle Brembana, mentre Irene Faccanoni ha sbaragliato le avversarie con un tempo di 39’18”. Abbiamo chiesto a Nadir di svelarci le caratteristiche di questo 10.000: «La gara è stata davvero dura, tecnicamente molto muscolare. La prima parte era leggermente in salita, mentre nella seconda parte si scendeva, ma in generale aveva continui cambi di pendenza, anche se minimi, ma pur sempre impegnativi a quei ritmi». Compiendo un ottimo lavoro di squadra, Nadir e Nicola hanno gestito la gara, allungando soltanto nel finale, guadagnandosi così il podio.
I 21,097 km sono stati frazionati in 3 segmenti per gli atleti che hanno scelto la staffetta, 50 team alla partenza, ma che hanno anche permesso di stilare 3 classifiche parziali, utilissime per i mezzo fondisti che volessero controllare la loro progressione sulla distanza completa della mezza maratona.
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Correre una gara nella propria città conserva sempre un fascino speciale. Ecco perché per molti l’appuntamento di fine settembre a Bergamo risulta imperdibile. Tante le persone lungo i viali che si è soliti percorrere nel traffico delle 8.00 di mattina, tanti i bambini a proporre sorrisi e “batti un cinque!“, ma, inspiegabilmente, molti in silenzio. Pochi battimani, pochi incitamenti che caricano e danno slancio alle gambe e fiato ai polmoni. Qualche compagno di corsa ha commentato con un sarcastico: «I Bergamaschi restano in silenzio». Peccato, perché Bergamo è una terra sportiva che ama lo sport e chi lo pratica. Quindi, rispondiamo che, probabilmente, erano tutti turisti, ospiti della nostra splendida città.
Sara Taiocchi