Esce in sala il film doc del regista svizzero Christian Labhart dedicato a Giovanni Segantini, grande maestro di origini trentine scomparso alla fine dell’Ottocento. Il documentario, distribuito da Lab 80, ricostruisce la sua vita e la sua passione per la pittura attraverso immagini, testi e diari originali. Il risultato ĆØ un ritratto prezioso e appassionante di una delle figure piĆ¹ carismatiche della pittura europea di fine Ottocento: pittore, ma anche anarchico ed emarginato. Qui la locandina.
Esce in sala il film doc del regista svizzero Christian Labhart dedicato a Giovanni Segantini, grande maestro di origini trentine scomparso alla fine dell’Ottocento. Giovanni Segantini – magia della luce ĆØ nei cinema da giovedƬ 6 ottobre, distribuito da Lab 80 film: dedicato alla figura dell’artista, ricostruisce la sua vita e la sua passione per la pittura attraverso immagini, testi e diari originali. Il risultato ĆØ un ritratto prezioso e appassionante di una delle figure piĆ¹ carismatiche della pittura europea di fine Ottocento: pittore, ma anche anarchico ed emarginato. Giovanni Segantini, nato ad Arco in provincia di Trento nel 1858, ha trascorso una vita intensa e tormentata, che lo ha portato a cercare e ricreare nei suoi quadri la vertigine dellāaltitudine, la tensione vitale della vita a contatto con la natura, la luce unica delle alte quote. E proprio in montagna Segantini morƬ, durante la sua attivitĆ .
Christian Labhart racconta la difficile infanzia e adolescenza del maestro, i processi e le crisi interiori da lui affrontate come artista, esplora i rapporti contraddittori con lāamore materno e lāerotismo. Disegna un percorso teso ad indagare la personalitĆ di un artista unico, attraverso le sue stesse parole, le celebri opere e le immagini dei luoghi della sua vita, tra il Trentino, la Lombardia e la Svizzera. La figura di Segantini riemerge da lettere e diari: nella versione tedesca i testi sono affidati alla voce di Bruno Ganz, nella versione italiana a quella dellāattore ticinese Teco Celio, premiato per la sua carriera al Festival di Locarno 2015.
Ā«PerchĆ© Segantini? Amo i suoi quadri, sono commosso dalla malinconia silenziosa di un mondo semplice, quasi addormentato – spiega il regista, Christian Labhart -: pecore, montagne, pastori, la vita quotidiana, i lutti. Cerca una spiritualitĆ universale attraverso la natura, gli animali e gli esseri umani. Per i suoi quadri sceglie i temi fondamentali della vita: la madre, lāamore, lāeros, la sconfitta, la natura, la morte. Da anni studio Segantini. Ho visitato i luoghi dove ha vissuto e costruito le sue tele a cielo aperto. Ho letto quasi tutto ciĆ² che ĆØ stato scritto su di lui. Poi ho scoperto i suoi scritti autobiografici e le lettere. La riflessione su questi testi mi ha avvicinato ancora di piĆ¹ al suo sentire. Mi sono aperto a nuove modalitĆ cinematografiche, mi sono liberato dalla necessitĆ dellāinterpretazione forzata, ho deciso di lasciar parlare il protagonista: i suoi scritti illuminano al meglio la sua profonda personalitĆ Ā».
Ā«Distruggete tutte le accademie, che rovinano tanti talenti! Solo i capolavori di artisti che vanno oltre i banali dettami della moda non vacillano, poichĆ© questi hanno sempre saputo creare opere che nessuna moda potrĆ mai distruggere. Gli uni lavorano per lāarte, gli altri sono artigiani e creano per i soldiĀ». Dai diari di Giovanni Segantini.
IN SALA da giovedƬ 6 ottobre 2016: GIOVANNI SEGANTINI – MAGIA DELLA LUCE. Un film di Christian Labhart (Svizzera 2015, 82ā)
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