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giovedƬ, Aprile 25, 2024

Atleta, allenatore, amico: il carisma di Franco Togni nel ricordo dei suoi Runners Bergamo

Un incidente in montagna si ĆØ portato via Franco Togni, atleta e allenatore, maratoneta da 2h12’36” (Carpi, 1996). Figura di riferimento della societĆ  Runners Bergamo, oltre a gareggiare si occupava con costanza di un gruppo di atleti che si ritrovava settimanalmente alla pista di Brembate. Gli amici runner raccontano Franco Togni.

Una cosa ĆØ essere allenatori perchĆ© si possiedono le competenze tecniche, altra cosa ĆØ applicarle creando e rinforzando un gruppo come quello costituito da Franco Togni a Brembate. Occorrono capacitĆ  non comuni. Anche per questo appare come una figura insostituibile. Togni riusciva a comunicare a tutti la voglia di migliorarsi, seguiva con impegno ogni atleta, dai piĆ¹ forti ai piĆ¹ deboli. Professionale e altruista, costruiva relazioni significative e feconde per lo sviluppo atletico di ognuno. ƈ riuscito a unire allo spirito agonistico anche dei momenti di gioiositĆ  ludica. Entusiasmo, spirito di gruppo, carisma di leader, capacitĆ  di soffrire: un intreccio stimolante per i suoi atleti, talvolta anche avversari. Sapeva infondere fiducia nelle proprie capacitĆ  e determinazione nel raggiungere con pazienza i progressi atletici, sia in allenamento sia in gara. Ecco come lo ricordano gli atleti con cui ha condiviso gare, allenamenti e vicinanze in qualitĆ  di responsabile tecnico operativo Runners Bergamo.

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MARIO PIROTTA, segretario Runners Bergamo. Ā«Franco era un perno della squadra. Con il suo entusiasmo ha riunito una nutrita compagine di atleti che si allenano settimanalmente sulla pista di atletica di Brembate. Sempre disponibile e contento di aiutare, negli allenamenti accettava tutti, anche i runner di altre societĆ . Lavorava con costanza e voglia di unire, creando legami nel gruppo RB ma anche tra squadre diverse, con il suo carattere solare e la sua professionalitĆ . Era impegnato anche con lā€™Omero Runners Bergamo. Persino quando era infortunato e non poteva correre, era sempre presente, a bordo pista, magari accompagnando in bici. Durante gli incontri con il direttivo pensava solo agli atleti che seguiva. Se spendeva una parola per chiedere, era sempre per loro, mai per sĆ©. Togni ci mancherĆ  moltissimoĀ».

ANGELO PESSINA, dirigente e atleta Runners Bergamo. Ā«Era il mio collaboratore principale, io responsabile tecnico dei top runner RB e lui il responsabile tecnico operativo. Solo una settimana fa il direttivo si ĆØ seduto al tavolo con lui per fare il bilancio della stagione e pianificare la prossima. Togni con la sua serenitĆ  ci ha riferito che andava tutto bene, e ci aveva chiesto di premiare e riconoscere ulteriormente lā€™impegno e i risultati degli atleti. Io ero tranquillo: sapevo che tutti i runner lo seguivano e che si erano creati legami di fiducia e amicizia con il gruppo di Brembate. Abbiamo parlato del programma 2017, lui infatti sceglie una serie di gare importanti e vi porta i top e i ragazzi che allena. Ci avrebbe dovuto consegnare il piano gare nei prossimi giorni. Togni riusciva a comunicare a tutti la voglia di migliorarsi. Seguiva tutti, dal piĆ¹ forte al piĆ¹ scarso, senza fare differenzeĀ».

PIETRO SONZOGNI, atleta Runners Bergamo. Ā«Ho conosciuto Franco Togni al Fosso Bergamasco lo scorso anno, in quellā€™occasione chiese a mia mamma (Nives Carobbio, ndr) e a me di provare a recarci agli allenamenti del martedƬ a Brembate. Presto ĆØ diventato il mio allenatore, una persona della quale avevo piena fiducia. La prima cosa che mi ha detto ĆØ stata: Pietro, o corri o fai palestra. Io infatti facevo palestra e pesavo piĆ¹ di 90 kg. Ho seguito le sue indicazioni e ho abbandonato la pesistica. Abbiamo pianificato il calendario delle gare e mi ha fatto provare i cross e le mezze maratone. Nel periodo estivo mi ha fatto lavorare sulle distanze piĆ¹ corte. A settembre, di ritorno dalle vacanze, sono entrato in crisi. Avevo staccato dalla corsa, allenandomi poco, e non trovavo la qualitĆ  dei mesi precedenti. Lui mi ha tranquillizzato e in effetti, con un poā€™ di pazienza, ho notato la ripresa. Il 20 novembre poi alla Mezza Maratona di Crema ho ottenuto il mio personal best, 1h08ā€™53ā€. Centrando cosƬ un obiettivo importante sul quale abbiamo lavorato tanto e al quale lui credeva fermamente. Hai lavorato bene e hai fatto qualcosa di importante; ĆØ solo lā€™inizio, aveva commentatoĀ».

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Prosegue Pietro: Ā«Io sono uno che crede nello sport e ho capito che lui avrebbe potuto aiutarmi. PerchĆ© Togni viveva lo sport con intensitĆ  ma non era il suo unico obiettivo. Lavorava, aveva una famiglia. Se ci era riuscito lui, a raggiungere e mantenere quei livelli, avrei potuto riuscirci anche io. Era ed ĆØ il mio esempio. Io poi sono un soldato: mi dava indicazioni ed io eseguivo. Doveva a volte tenermi col freno a mano tirato, perchĆ©, mi ripeteva, piĆ¹ che la quantitĆ  degli allenamenti, conta la qualitĆ . Al Memorial Plebani ci eravamo sfidati: gareggiavamo entrambi, io non ero al suo livello di condizione, ma ho cercato di tenergli testa. Abbiamo tagliato il traguardo vicini e per riuscirci abbiamo preso la discesa cosƬ forte cheā€¦ il giorno dopo nessuno dei due riusciva a camminare. Come agirĆ² ora senza la sua guida? SeguirĆ² il suo programma con tutta la forza che ho. Nellā€™arco di un anno e mezzo proverĆ² quindi a stare sotto i 31ā€™ nel diecimila, a fare una mezza in 1h06ā€™ e farĆ² lā€™esordio nella maratona. Voglio crescere, migliorare, seguire la sua stradaĀ».

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Enula Bassanelli

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