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mercoledƬ, Ottobre 9, 2024

Il racconto: “L’altra Maratona”, di Marcello Gusmini

Il racconto di un runner (e ciclista) bergamasco che nel 2012 sognava di disputare la Maratona di New York e che ha visto sfumare il suo progetto, ma che ha comuque preso un volo per l’America e si ĆØ fatto, come dice il titolo, l’ā€œAltra Maratonaā€.

La maratona piĆ¹ famosa al mondo, la piĆ¹ gettonata,la piĆ¹ pubblicizzata, la piĆ¹ amata, ĆØ indubbiamente quella di New York. Anche 2 di quei 3 squilibrati, quelli dellā€™ultima puntata di giugno, di quella famosa Parigi Roubaix, questā€™anno si erano fatti catturare dal suo irresistibile richiamo.

Qualche mese di preparazione fisica e psicologica per quella che ĆØ definita il non plus ultra delle corse, per arrivare a quel fatidico 4 novembre 2012, quando un fiume umano di 50.000 persone si riversa (o si sarebbe dovuto riversare) da Staten Island attraverso il ponte dedicato al nostro Giovanni da Verrazzano (primo europeo a bazzicare in quelle zone nel 1524) verso gli altri quartieri di New York, Brooklyn, Bronx, Queens per arrivare dritti dritti nel Central Park, cuore e polmone verde di Manhattan. Tutti di corsa!

Ma lā€™imprevisto si sa, a volte ĆØ dietro lā€™angolo. E puntualmente arriva. Si chiama Sandy, che dal nome parrebbe una dolce fanciulla, invece dicono sia un uragano, una tempesta tropicale. Ma si che sarĆ  mai, una tempesta. Ne arrivano anche qua, tra un porcone per lā€™orto distrutto e quattro ammaccature alla macchina, non sarĆ  poi cosƬ graveā€¦ Ma gli americani fanno le cose le fanno in grande, ecco quindi che la dolce Sandy si presenta puntuale, devastando in lungo e in largo la costa, con inevitabili conseguenze per lā€™intera cittĆ  costretta a fare i conti con innumerevoli danni.

Con un filo di speranza martedƬ 30 ottobre ci dirigiamo in quel di Linate. Ma la speranza viene subito abbattuta dalle hostess del tour operator, che appena giunti in aeroporto subito ci danno la bella notizia: i voli non partono. In alternativa, ci dicono, potete fare la prima parte del viaggio fino a Dublino aspettare il venerdƬ e forse vi potete imbarcare su un volo per Boston e raggiungere la grande mela in treno. Troppo complicato, e troppo costoso. Decidiamo quindi, con la coda tra le gambe, di prendere il treno si, ma quel Milano-Bergamo che ci riporta mestamente verso casa.

Dopo 2 giorni di telefonate ed e-mail alla ricerca di un volo per New York lā€™annuncio: la maratona piĆ¹ famosa al mondo, per la prima volta in 43 anni, ĆØ stata annullata. Ma come?Nemmeno dopo lā€™11 settembre era successo. Migliaia di persone che erano riuscite in qualche modo ad arrivarci, rispedite a casa da un annuncio arrivato forse con un paio di giorni di ritardo.

Affidandoci alla professionalitĆ  del tour operator e alla magnanimitĆ  dei proprietari dei mega appartamenti di Jersey City, che, vista lā€™eccezionalitĆ  del caso decidono di fare uno strappo alla regola e spostarci il soggiorno di un paio di settimane, scopriamo che a noi tutto sommato non ĆØ andata poi cosƬ maleā€¦ Infatti, con un lieve ritardo di qualche giorno, finalmente partiamo per la Grande Mela.

E comincia la nostra ā€œmaratonaā€. Appena giunti a Jersey City subito si capisce che non ĆØ stata poi del tutto sbagliata, la scelta di annullare la corsa. Sandy qui ha lasciato un bel disastro, se consideriamo che sono passate 2 settimane. Stazioni della metropolitana allagate e ovviamente chiuse, lampioni lunghi e distesi per terra, qualche museo e qualche attrazione chiusi. Per noi poco male, se non che questo ci comporta una piccola scarpinata per raggiungere la piĆ¹ vicina stazione della metro aperta.

E partiamo alla scoperta di questa affascinante metropoli.

New York ĆØ una cittĆ  che ti cattura, ti affascina e allo stesso tempo incute un po’ di timore, soprattutto a noi paesanotti, abituati alle nostre piccole case e alle strette strade dei nostri paesi. Anche solo il panorama dallā€™appartamento, posto al 31Āŗ piano di un grattacielo da dove puoi ammirare, da un lato la statua della LibertĆ , e dallā€™altro la ā€œLower Manhattanā€. LĆ  ĆØ tutto diverso, tutto piĆ¹ grande, strade larghissime, altissimi i grattacieli, che quando esci dalla metropolitana e guardi in alto ti appaiono come Gulliver visto da un Lillipuziano.

Essendo una cittĆ  nuova, pare intorno al 1613 o giĆ¹ di lƬ i primi insediamenti, e non avendo una grande storia alle spalle come Roma, Parigi, Londra ecc, ecco che la storia se la costruiscono da soli, come testimoniano i tanti musei e luoghi da visitare, dai musei dā€™arte moderna e antica come Moma e Guggenheim, al bellissimo museo di storia naturale, il piĆ¹ grande al mondo, passando per i piĆ¹ piccoli ma altrettanto famosi musei delle spie, della polizia, del sesso, dellā€™era spaziale, e chi piĆ¹ ne ha piĆ¹ ne metta. Ce nā€™ĆØ davvero per tutti i gusti.

Una gita sicuramente dal grande fascino ĆØ il Taxi sullā€™acqua intorno a Manhattan passando per la Statua della LibertĆ , fino ad arrivare al tristemente famoso World Trade Center. La visita lƬ ĆØ qualcosa di angosciosamente toccante, con le due piscine che hanno preso il posto delle torri gemelle dopo quel fatidico 11 settembre. I parapetti in bronzo fanno da contorno, riportando i nomi delle quasi 3000 vittime di quel giorno. Suggestiva la gita in autobus nel quartiere Bronx, anche se, a detta di tutti, risulta essere molto meno malfamato di qualche anno fa, lƬ cā€™ĆØ uno degli stadi piĆ¹ costosi del mondo, lo Yankee Stadium.

Al Central Park, visto e rivisto in innumerevoli pellicole, un giro in bici, e da lƬ una lunghissima camminata sulla Fifth Avenue, la via del portafogli a fisarmonica, passando per il Rockefeller Center con lā€™albero di Natale piĆ¹ grande del mondo ancora in allestimento e attraversando lā€™impressionante folla della sfarzosissima Time Square, con gli innumerevoli e luminosi cartelloni pubblicitari da 1 milione di dollari allā€™ora. Maestosa la vista dal 70Ā° piano dellā€™Empire State Building.

La lunga maratona prosegue, verso Chinatown e Little Italy. Poliziotti, vigili del fuoco e taxi gialli fanno da contorno, in lungo ed in largo. D’obbligo l’attraversamento a piedi del famoso ponte di Brooklyn, bellissimo esempio di architettura newyorkese. E se consideriamo che fu costruito nel 1800 ed ĆØ largo almeno il triplo della nostra nuovissima statale della Val Seriana, penso non servano commenti.

Molto ospitali i Newyorchesi, sempre disposti a darti una mano, e anche molto patriottici,c on bandiere a stelle e strisce in ogni angolo della cittĆ .

Si potrebbe andare avanti allā€™infinito. Ma meglio fermarsi quiā€¦. New York, una cittĆ  da vivere, almeno una volta nella vita.

Ah, quasi dimenticavoā€¦.E la Maratona? BĆØ, quella ci penseremo nei prossimi 5 anniā€¦

Marcello Gusmini – Crazy Bikers Orezzo, Gs Orezzo

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