Un incidente in montagna si ĆØ portato via Franco Togni, atleta e allenatore, maratoneta da 2h12’36” (Carpi, 1996). Figura di riferimento della societĆ Runners Bergamo, oltre a gareggiare si occupava con costanza di un gruppo di atleti che si ritrovava settimanalmente alla pista di Brembate. Gli amici runner raccontano Franco Togni.
Una cosa è essere allenatori perché si possiedono le competenze tecniche, altra cosa è applicarle creando e rinforzando un gruppo come quello costituito da Franco Togni a Brembate. Occorrono capacità non comuni. Anche per questo appare come una figura insostituibile. Togni riusciva a comunicare a tutti la voglia di migliorarsi, seguiva con impegno ogni atleta, dai più forti ai più deboli. Professionale e altruista, costruiva relazioni significative e feconde per lo sviluppo atletico di ognuno. à riuscito a unire allo spirito agonistico anche dei momenti di gioiosità ludica. Entusiasmo, spirito di gruppo, carisma di leader, capacità di soffrire: un intreccio stimolante per i suoi atleti, talvolta anche avversari. Sapeva infondere fiducia nelle proprie capacità e determinazione nel raggiungere con pazienza i progressi atletici, sia in allenamento sia in gara. Ecco come lo ricordano gli atleti con cui ha condiviso gare, allenamenti e vicinanze in qualità di responsabile tecnico operativo Runners Bergamo.
[smart-grid row_height=”180″ mobile_row_height=”180″ font_family=”Helvetica, Arial” title=”false” share=”false”]
[/smart-grid]
MARIO PIROTTA, segretario Runners Bergamo. Ā«Franco era un perno della squadra. Con il suo entusiasmo ha riunito una nutrita compagine di atleti che si allenano settimanalmente sulla pista di atletica di Brembate. Sempre disponibile e contento di aiutare, negli allenamenti accettava tutti, anche i runner di altre societĆ . Lavorava con costanza e voglia di unire, creando legami nel gruppo RB ma anche tra squadre diverse, con il suo carattere solare e la sua professionalitĆ . Era impegnato anche con lāOmero Runners Bergamo. Persino quando era infortunato e non poteva correre, era sempre presente, a bordo pista, magari accompagnando in bici. Durante gli incontri con il direttivo pensava solo agli atleti che seguiva. Se spendeva una parola per chiedere, era sempre per loro, mai per sĆ©. Togni ci mancherĆ moltissimoĀ».
ANGELO PESSINA, dirigente e atleta Runners Bergamo. Ā«Era il mio collaboratore principale, io responsabile tecnico dei top runner RB e lui il responsabile tecnico operativo. Solo una settimana fa il direttivo si ĆØ seduto al tavolo con lui per fare il bilancio della stagione e pianificare la prossima. Togni con la sua serenitĆ ci ha riferito che andava tutto bene, e ci aveva chiesto di premiare e riconoscere ulteriormente lāimpegno e i risultati degli atleti. Io ero tranquillo: sapevo che tutti i runner lo seguivano e che si erano creati legami di fiducia e amicizia con il gruppo di Brembate. Abbiamo parlato del programma 2017, lui infatti sceglie una serie di gare importanti e vi porta i top e i ragazzi che allena. Ci avrebbe dovuto consegnare il piano gare nei prossimi giorni. Togni riusciva a comunicare a tutti la voglia di migliorarsi. Seguiva tutti, dal più forte al più scarso, senza fare differenzeĀ».
PIETRO SONZOGNI, atleta Runners Bergamo. Ā«Ho conosciuto Franco Togni al Fosso Bergamasco lo scorso anno, in quellāoccasione chiese a mia mamma (Nives Carobbio, ndr) e a me di provare a recarci agli allenamenti del martedƬ a Brembate. Presto ĆØ diventato il mio allenatore, una persona della quale avevo piena fiducia. La prima cosa che mi ha detto ĆØ stata: Pietro, o corri o fai palestra. Io infatti facevo palestra e pesavo più di 90 kg. Ho seguito le sue indicazioni e ho abbandonato la pesistica. Abbiamo pianificato il calendario delle gare e mi ha fatto provare i cross e le mezze maratone. Nel periodo estivo mi ha fatto lavorare sulle distanze più corte. A settembre, di ritorno dalle vacanze, sono entrato in crisi. Avevo staccato dalla corsa, allenandomi poco, e non trovavo la qualitĆ dei mesi precedenti. Lui mi ha tranquillizzato e in effetti, con un poā di pazienza, ho notato la ripresa. Il 20 novembre poi alla Mezza Maratona di Crema ho ottenuto il mio personal best, 1h08ā53ā. Centrando cosƬ un obiettivo importante sul quale abbiamo lavorato tanto e al quale lui credeva fermamente. Hai lavorato bene e hai fatto qualcosa di importante; ĆØ solo lāinizio, aveva commentatoĀ».
[smart-grid row_height=”120″ mobile_row_height=”120″ font_family=”Helvetica, Arial” title=”false” share=”false”]
[/smart-grid]
Prosegue Pietro: Ā«Io sono uno che crede nello sport e ho capito che lui avrebbe potuto aiutarmi. PerchĆ© Togni viveva lo sport con intensitĆ ma non era il suo unico obiettivo. Lavorava, aveva una famiglia. Se ci era riuscito lui, a raggiungere e mantenere quei livelli, avrei potuto riuscirci anche io. Era ed ĆØ il mio esempio. Io poi sono un soldato: mi dava indicazioni ed io eseguivo. Doveva a volte tenermi col freno a mano tirato, perchĆ©, mi ripeteva, più che la quantitĆ degli allenamenti, conta la qualitĆ . Al Memorial Plebani ci eravamo sfidati: gareggiavamo entrambi, io non ero al suo livello di condizione, ma ho cercato di tenergli testa. Abbiamo tagliato il traguardo vicini e per riuscirci abbiamo preso la discesa cosƬ forte che⦠il giorno dopo nessuno dei due riusciva a camminare. Come agirò ora senza la sua guida? Seguirò il suo programma con tutta la forza che ho. Nellāarco di un anno e mezzo proverò quindi a stare sotto i 31ā nel diecimila, a fare una mezza in 1h06ā e farò lāesordio nella maratona. Voglio crescere, migliorare, seguire la sua stradaĀ».
CONTINUA A LEGGERE: vai alla pagina 2
Enula Bassanelli