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giovedƬ, Marzo 28, 2024

Pietro Lanfranchi: “La testa permette di andare oltre gli infortuni”

Casnigo, Bergamo. All’ombra del monte Farno 1250 slm, nel cuore della Valle Seriana, 38 anni fa nasce Pietro Lanfranchi. Un nome come tanti, ma non per gli appassionati di skialp ossia lo sci duro, quello che, alla discesa, unisce faticose risalite su pendii innevati, con pelli di foca o con gli sci caricati sulle spalle nei tratti piĆ¹ tecnici e pericolosi. Risolti i postumi della caduta in bici, Lanfranchi sta preparando Mezzalama, Adamello Ski Raid e Mondiali, che si terrano in Italia…

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Pietro Lanfranchi – Ski Alp Race Dolomiti di Brenta, ph . Modica e Merler

Pietro Lanfranchi nasce in una famiglia di sportivi e fin da piccolo si confronta con gli sport invernali, coltivando anche la sua grande passione per la musica. SarĆ  perĆ² l’esperienza della naja a fargli conoscere quella disciplina che poi diventerĆ  per lui un impegno che lo porterĆ  a vestire la maglia azzurra: lo scialpinismo. Una disciplina che unisce la bellezza evocativa dell’alpinismo all’adrenalinica velocitĆ  della discesa, un mix troppo affascinante per l’atleta bergamasco. Iniziare la pratica di uno sport endurance in etĆ  adulta, ottenendo i risultati di Pietro, non ĆØ ovviamente scontato. Dalle prime uscite con il Cai di Nembro e dopo molte – ma molte! – sciate, Pietro approda nel 2008 nel team Nazionale, dove ĆØ stato recentemente confermato anche per la stagione 2016/2017. Montagna Express ha fatto una chiacchierata con il “Lanfra” nazionale, per scoprire progetti e aspettative per il prossimo inverno, senza dimenticare di farsi raccontare della sua terra e soprattutto delle sue montagne.

Che cosa ti ha folgorato dello scialpinismo? Che cos’ha questa disciplina che le altre non hanno?
Ā«Sicuramente la doppia anima di questo sport. Da un lato la sana componente della fatica, tipica di tutti gli sport di resistenza, dall’altra l’avventura e l’energia che si scatenano nella discesa. In entrambi i casi, per riuscire a portarsi a casa qualche buon risultato, ĆØ necessario dedicarsi con costanza e serietĆ . Per affrontare bene le salite, bisogna allenarsi con determinazione e anche se ĆØ davvero duro, i miglioramenti arrivano abbastanza in fretta. Riuscire a mantenere un alto livello rende necessario allenare sia salita che discesa, perchĆ© si gioca davvero tutto fino all’ultimo secondo: lo so bene io che ho perso un Mezzalama per 18 secondi. Inoltre, mi piace molto l’idea di immergermi in spazi sconfinati, in cui orientarsi ĆØ possibile soltanto grazie alle bandierine di tracciatura. ƈ praticamente impossibile conoscere interamente il percorso di una gara di scialpinismo (a meno che non sia sulle montagne di casa) e mi piace la sensazione di “perdermi” nel contesto innevato della montagnaĀ».

In estate come fai?
Ā«Sono anche un grande appassionato di ciclismo. Pratico sia bici su strada che off road e devo ammettere che ritrovo le stesse caratteristiche dello scialpinismo nell’enduro, a cui appunto mi dedico tantissimo durante i mesi estivi. Ci si allena con bici pesanti, risalendo pendii anche impegnativi, per poi scendere a rotta di collo, con il massimo divertimentoĀ».

Il Farno, le montagne della Valle Seriana e il Parravicini, la gara che ti ha consacrato. Che significato ha la terra bergamasca nella tua crescita come atleta? 
Ā«Nascere e vivere in valle, soprattutto all’inizio della mia esperienza scialpinistica, ĆØ indubbiamente stato un buon vantaggio, permettendomi di allenarmi relativamente vicino a casa. Purtroppo negli ultimi tempi le stagioni sono state poco nevose e a bassa quota la neve ĆØ stata poca o quasi assente, costringendomi a spostarmi. Il Parravicini ĆØ stato sicuramente un passo importante anche se, a dire la veritĆ , sono riuscito a conquistare anche podi piĆ¹ prestigiosi (in Coppa del Mondo, nda) ma senza la stessa risonanza. Il Parravicini ĆØ infatti una gara a livello sia nazionale che internazionale e vanta forse il maggior numero di edizioni, pur non essendo la piĆ¹ antica. Nell’ambiente dello skialp, ĆØ perciĆ² una competizione molto famosa e vincerla mi ha fatto conoscere molto di piĆ¹ rispetto ad altri posizionamenti, dove ho sciato a fianco di atleti del calibro di Kilian. ƈ una gara importante a cui sono affezionato, ed essendo sempre a fine stagione gareggio molto volentieri.

Trofeo Parravicini 2014 Pietro Lanfranchi Barazzuol arrivo skialp
ph. credit Parravicini

Hai da poco concluso un periodo faticoso, dovuto alla frattura della clavicola, con complicanze anche al femore, a seguito di una caduta in bici. Che cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Ā«SƬ, a settembre, durante un’uscita in bici su strada, sono caduto scendendo da Selvino, fratturandomi una clavicola e compromettendo gamba e bacino. In casi come questo, non l’unico per me, la testa diviene fondamentale. Crogiolarsi nei rimpianti e continuare a pensare ai costi conseguenti a simili incidenti non conduce lontano: significa affrontare il problema da perdenti, rischiando di commettere errori per la fretta di dover recuperare il tempo perso. Personalmente, cerco di accettare quanto successo, continuando a guardare avanti, come se nulla fosse accaduto e questo mi ha permesso di togliermi ottime soddisfazioni. L’infortunio nel mese di novembre – in un momento quindi delicatissimo per i carichi pre stagione – non mi ha comunque sfavorito nella stagione del 2010, sicuramente una delle migliori che ho conclusoĀ».

Cosa ti aspetti, quindi, dalla nuova stagione post infortunio?
(Ride, nda) Ā«Guardo la prossima stagione in maniera positiva e speranzosa con la consapevolezza che farĆ² tanta fatica, soprattutto all’inizio nelle prove vertical. Punto quindi alle garre di fine stagione, per dare il mio meglio negli obiettivi di stagione: Mezzalama, Adamello Ski Raid e Mondiali (ad Alpago, Belluno)Ā».

Da fuori vediamo l’atleta, il campione, i sorrisi e le vittorie, ma sappiamo che non ĆØ facile condurre la vita di un atleta… 
Ā«Ćˆ davvero difficile stare qua dentro, perchĆ© gli atleti professionisti sono sempre di piĆ¹ e la competizione ĆØ ad altissimo livello. Sono comunque contento della mia scelta, ho deciso di mantenere il mio lavoro e continuo a vedere lo scialpinismo come un hobby, conservando una buona serenitĆ . Certo non ĆØ facile, perchĆ© per non trascurare mia moglie e i miei due bambini, mi alzo ogni mattina alle 5.30 per uscire ad allenarmi in bici o con il frontalino e gli sci. Dopo le mie tre ore di allenamento, vado al lavoro e la sera ho la possibilitĆ  di trascorrere del tempo a casa, con la mia famiglia. Ho trovato cosƬ il mio equilibrioĀ».

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Valcanup 2016

Hai dei suggerimenti per chi ti guarda con ammirazione, sperando di raggiungere i tuoi successi?
Ā«Una cosa che non manco di ricordare agli atleti giovani o a chi inizia ĆØ di non focalizzarsi sul gap enorme che li separa dagli atleti top. Non bisogna lasciarsi scoraggiare da questa differenza, ma al contrario raccoglierla come uno stimolo per vedere dove sia possibile arrivare. Io mi sono sempre chiesto come potessero andare cosƬ forte e questo mi ha condotto, con tanto impegno e fatica, a gareggiare ad armi pari e anche a battere atleti fortissimi. La convinzione di potercela fare puĆ² davvero portare a grandi risultati: la mentalitĆ  deve essere rivolta al successo e non alle difficoltĆ , supportata da un buon allenamento e da tanta costanzaĀ».

Infine, Lanfra… PerchĆ© non sei su Facebook?
Ā«Inizialmente ĆØ stato un vero e proprio rifiuto. Mi sembrava una vetrina dove esibire vittorie e podi, un pretesto per collezionare foto di grandi successi. Io sono di profilo basso e vinco le mie gare per me, non per farlo vedere agli altri. Chiaramente i complimenti fanno sempre piacere, ma non mi ritrovavo nell’approccio dei social. Oggi mi rendo conto che Facebook, cosƬ come i social possano essere un ottimo veicolo di informazione e aggiornamento. Per me ĆØ comunque essenziale usarli bene, sfruttandone al meglio le caratteristiche, in modo da far trasparire una buona immagine di ciĆ² che si ĆØ. Sto migliorando dai, sono giĆ  iscritto ad Instagram che, per ora, mi piace di piĆ¹ di FacebookĀ».

Sara Taiocchi

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